Sono tutte chiacchiere di Massimo Giannini
Sono tutte chiacchiere Sono tutte chiacchiere » Ciampi: non voglio altri esami Cia Ip «F impossibile avere a marzo la Programmatica I conti di febbraio potranno bastare» A Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi so di crescita, sull'inflazione e sugli obiettivi di finanza pubblica». Intanto, però, continuano a circolare voci poco amichevoli, sul nostro ingresso in Europa. «Mettiamoci in testa che qui fino a maggio andrà avanti così, più o meno tutti i giorni. E io che dovrei fare? Star dietro a tutte le chiacchiere? No, mi dispiace. Come vede, non polemizzo mai. Cerco solo no alcuni, troppo alto quell'obiettivo di avanzo primario al 5% l'anno... «Guardi, la sfida è tutta qui: se noi riusciamo ad avere uno sviluppo sostenuto del reddito, a far crescere il denominatore, cioè il Pil, in rapporto al debito, il problema è risolto. La differenza tra l'avanzo primario e la crescita del Pil nominale: quella è la chiave di volta, per far rientrare il debito». Ci aspettano altri sacrifici, per raggiungere questo risultato. Bisogna dirlo al Paese, no? «Vale quello che ha detto il sottosegretario Giarda. Il Paese ha tirato molto, moltissimo la cinghia in quest'ultimo anno e mezzo. Ora, il massimo che possiamo permetterci è di allentare di un buco quella cinghia. Quindi io confermo: qualche spazio per ridurre la pressione fiscale c'è, così come ci può essere, se spendiamo meglio, non se spendiamo di più, qualche spazio per rilanciare gli investimenti. Ma la cinghia deve restare comunque tirata». Ma proprio questa prospettiva di cinghia ancora tirata comincia a impensierire le forze politiche. Persino il Pds chiede chiarimenti, sui sacrifici imposti dal suo piano... «A me non risulta che ci siano polemiche. Voglio dire, a me nessuno ha detto nulla. Anzi, le dirò di più. Ne ho parlato anche con Massimo D'Alema al quale ho spiegato quello che ha già detto oggi al vostro giornale il ministro Visco: è inutile discutere politicamente quel piano; è un documento, anzi per la verità è una tabella con dei numeri, nella quale si dimostra in termini matematici che il debito si può abbattere e dimezzare in quindici anni. Insomma, quella tabella non è il "programma del governo"! E D'Alema ha comunque assicurato che da parte del Pds non c'è alcuna perplessità sulla strada da percorrere, cioè quella del rigore». Eppure già chiedono, i politici, che lei vada in Parlamento ad illustrarla, no? «Io in Parlamento andrò ad illustrare il Documento di programmazione economica, nel quale certo dovremo tradurre in progetto quella tabella. Ma questa è tutt'altra cosa, legata alle proiezioni dei prossimi quattro anni sul tas¬ La giocata vincente a Mantova. L'erario ha incassato di spiegare, di chiarire, nelle sedi ufficiali, quello che il Paese ha fatto sul piano finanziario, e quello che intende fare nei prossimi anni. Questo conta, solo questo. Ecco perché gli amici d'Oltralpe mi rassicurano». Riconoscerà che le stesse dichiarazioni di De Silguy al «Corriere della sera» possono generare qualche apprensione, nell'opinione pubblica italiana? «E perché mai? Cosa ha detto De Silguy che già non sapevamo?». Beh, intanto l'anticipo del Documento di programmazione economica... «Ma quella è un'iniziativa che ha già deciso il governo italiano, in piena autonomia, senza che nessuno ce lo chiedesse o, peggio, ce lo imponesse! Ho pensato di farlo, e ne ho parlato col presidente Prodi, perché sono convinto che quel Documento rafforzerà la posizione dell'Italia rispetto alla moneta unica, e confermerà, rendendoli più credibili anche per il futuro, gli straordinari risultati che abbiamo già raggiunto sull'inflazione, sul deficit, sulla crescita. E questo è un obiettivo che confermiamo, e che vogliamo onorare: ma a condizione che non si trasformi in un altro "esame". Non c'è nessun impegno formale verso l'Europa, e nessuno potrà chiederci conto, se l'avremo fatto oppure no». 103 miliardi in 56 giorni Volevo dire però che il commissario europeo vi chiede un ulteriore sforzo, in termini di tempo: vorrebbe il Dpef a Bruxelles già a metà marzo. E' possibile questo? «No, non è possibile. Non è cattiva volontà, è che manca il tempo materiale per acquisire i dati di consuntivo sul '97, per poi fare le proiezioni sui prossimi quattro anni. Questo l'ho già spiegato, a De Silguy, nel nostro incontro di martedì scorso. Il Dpef possiamo e vogliamo accelerarlo, ma non prima del 15 aprile». E lui cosa ha risposto? «Mi ha dato una risposta che considero sensata, e che capisco: mi ha spiegato che avrebbe preferito poter disporre del Documento prima della riunione a Bruxelles del 25 marzo, nella quale la Commissione varerà il suo rapporto sulla convergenza dei singoli Paesi verso Maastricht, sul quale poi si baserà la decisione finale dell'Ecofin di maggio. Capisco questa esigenza, ma gli ho spiegato che comunque, per la scadenza di marzo, noi potremo comunque accelerare la presentazione di altri documenti contabili, non meno significativi». E quali, per esempio? «Per fine febbraio possiamo essere pronti con la Relazione trimestrale di cassa, e con l'aggiornamento della Relazione previsionale e programmatica. Anche da quelli si capirà l'entità e la durevolezza dei nostri miglioramenti». De Silguy chiede poi, addirittura come fosse una condizione, che si intervenga sulla spesa, e soprattutto su pensioni e sanità, oltre che sui residui passivi. Come risponde? «Guardi, Do Silguy non pone condizioni, ci mancherebbe. Io leggo positivamente le sue dichiarazioni: sono in linea con il documento dell'8 gennaio preparato dalla Commissione Ue e varato dall'Ecofin. Non ci chiede, quel documento, 'li reintervenire su pensioni e sanità. Ci elogia, anzi, per la strutturante di quelle riforme. Ma poi indica la necessità, della quali siamo ben consapevoli, di implementarle, e di monitorarne l'attuazione. La stessa cosa dice De Silguy: è chiaro che se dall'implementazione e dal monitoraggio uscissero problemi di natura transitoria, noi reinterverremo. Ma questo, come dire, è "in re ipsa". E non vuol dire che "l'Italia deve tagliare di nuovo le pensioni"». Insomma, presidente Ciampi, lei si sente di tranquillizzare gli italiani, anche su questo? «Certo. Devono essere tranquilh, come lo sono io. La settimana prossima, giovedì e venerdì, andrò a Bonn e Francoforte: sono fiero di rappresentare un Paese che, in Europa, ha fatto cose che nessun altro è riuscito a fare». Massimo Giannini
Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, D'alema, De Silguy, Giarda, Massimo D'alema, Prodi, Visco
Luoghi citati: Bonn, Bruxelles, Europa, Francoforte, Italia, Mantova
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