De Silguy: anticipate il Dpef a marzo. Santer cauto: nessuna richiesta speciale per Roma

De Silguy: anticipate il Dpef a marzo. Santer cauto: nessuna richiesta speciale per Roma De Silguy: anticipate il Dpef a marzo. Santer cauto: nessuna richiesta speciale per Roma I/Italia finisce di nuovo nelPeurobufera Bruxelles vuole chiarezza, Bonn attacca PRODI rettorio della banca centrale europea. Frattanto, negli incontri pubblici o riservati del World Economie Forum, la cifra di 11 partecipanti all'euro, con l'Italia, è menzionata senza sforzo da tutti, con corredo di metafore calcistiche; dal vice primo ministro belga Philippe Maystadt a finanzieri americani o giapponesi, al numero uno della Deutsche Bank Rolf-Ernst Breuer. Quasi inutile ripetere che sull'Italia nell'euro «non c'è alcun dubbio» per il ministro dell'Economia francese Dominique Strauss-Kahn. E allora? Balena l'ipotesi che l'intervista di de Silguy non sia stata né imprevista, né sgradita per almeno una parte del governo italiano. Una richiesta pubblica di Bruxelles poteva essere il modo migliore per prevenire l'agitazione temuta dei mercati finanziari, e per superare d'impeto i mugugni interni alla maggioranza di governo (soprattutto nel pds). I nemici dell'Italia nell'euro ci sono - una parte forse minoritaria della Bundesbank, il partito liberale olandese, la Banca d'Inghilterra - ma de Silguy, francese, non è dei loro. A Bolkestein, e a chiunque altro ponga il problema del debito, il Tesoro italiano sta preparando una risposta concreta: nel '97 la riduzione è stata doppia del previsto, quasi due punti (con la privatizzazione della Telecom, l'oro Uic che per il debito vale, e una operazione della Cassa depositi e prestiti). Secondo le ultime stime, si troverebbe ora al 120,8% del prodotto interno lordo. Migliorano anche le previsioni sul deficit '98, dopo l'allarme sollevato da una prima stima di 30.000 miliardi di sbilancio nel primo trimestre (rispetto a un Jacques Santer tetto di 56.000 per l'intera annata). Il mese di gennaio potrebbe finire quasi in pareggio. Febbraio darebbe un deficit sui 7500-8000 miliardi. E se il piano di riduzione del debito italiano pare troppo ambizioso, si scopre che il Belgio, nelle stesse condizioni, ne ha uno quasi uguale. Lo ha preparato Maystadt, che è anche ministro delle Finanze: mantenere negli anni il «saldo primario» (differenza tra entrate e spese tolto il pagamento degli interessi) in attivo del 5,7% contando su una crescita media del prodotto lordo in termini monetari del 4%. Le cifre corrispondenti del piano Ciampi sono 5,5% e 4,5%. Si vedrà domattina se ai mercati finanziari le assicurazioni italiane bastano. Stefano Lepri IN BREVE D'ALEMA TELEFONA AD AZEGLIO. Il segretario del pds Massimo D'Alema ha telefonato a Carlo Azeglio Ciampi per assicurargli che non c'è nessuna presa di distanze del pds dal ministro del Tesoro e dalla linea di rigore in politica economica. La telefonata, secondo quanto si è appreso, è stata molto cordiale. Ciampi ha illustrato a D'Alema il documento sul debito pubblico. Un documento di carattere conoscitivo-diplomatico per spiegare ai nostri partner europei che lo sforzo dell'Italia per il risanamento non è un fuoco di paglia, ma è destinato a durare. Ciampi ha detto a D'Alema che il problema del debito è risolvibile, semplicemnete continuando la politica in atto. MONTI DA' RAGIONE A YVES THIBAULT. Il commissario europeo Mario Monti condivide la proposta, fatta dal collega Yves Thibault De Silguy m un'intervista ad un quotidiano, che il ministro del Tesoro anticipi la presentazione del Dpef a marzo, prima del rapporto di convergenza che la Commissione deve stilare il 25 marzo. «L'Italia ha fatto moltissimo sulla via del risanamento - ha detto Monti ai microfoni del Tgl -, si è mossa con ritardo, ma poi ha recuperato molto. E' importante, e questo è lo spirito dell'intervista di De Silguy che apprezzo e condivido, che l'Italia fornisca prova fino in fondo e valorizzazione di ciò che ha fatto, dimostrando che è sostenibile nel tempo. Credo che presentare un quadro pluriennale prima che la Commissione formuli il suo rapporto, il 25 marzo, - ha concluso Monti - sia effettivamente di aiuto». VELTRONI: SIAMO SERENI. «Quei risultati che lo stesso De Silguy giudica impressionanti saranno confermati dal complesso dei dati che saremo in grado di mettergli a disposizione». Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio dei ministri Walter Veltroni, a margine di un convegno sulla ricostruzione post-terremoto svoltosi a Foligno. «Noi ha affermato Veltroni - non abbiamo timore di alcun tipo di esame. Abbiamo fatto un grande sforzo come Paese, e adesso possiamo affrontare le commissioni "giudicatrici" con assoluta serenità». Veltroni ha ricordato che «il governo ha compiuto interventi consistenti sull'andamento delle spese pubbliche per 125 mila miliardi». Mario Monti Walter Veltroni