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*** *** ** * ■ * * * * -¥■ DAVOS DAL NOSTRO INVIATO «Non ci sono richieste nuove all'Italia. Non ci sono richieste speciali per la sola Italia» ridimensiona il presidente della commissione europea Jacques Santer. Si è saputo presto a Davos, in molte lingue sui video della Reuters, dell'intervista al «Corriere della Sera» in cui il commissario europeo agli Affari Monetari, YvesThibault de Silguy, chiede chiarimenti sui conti italiani per il '99. Sono richieste dettagliate, di «impegni ufficiali» su cinque punti precisi (pensioni, ferrovie, sanità, rischio Irap sulle entrate, residui passivi), per poter dire un sì tranquillo all'ingresso dell'Italia nella moneta unica europea. Il francese chiede anche che Roma presenti alla Commissione il Documento di programmazione economica e finanziaria (Dpef) entro il 25 marzo, giorno in cui Bruxelles licenzierà il suo rapporto sulla convergenza, documento fondamentale per deciderà chi avrà le carte in regola per entrare nel club dell'euro. A ruota, c'era sugli stessi video l'intervista del ministro tedesco Theo Waigel allo Spiegel: «Sui conti dell'Italia ci sono ancora al- IL MINISTRO DEL TESORO LO sa cosa mi hanno detto stamattina alcuni amici d'Oltralpe? Carlo, non farci casq._Nétu,.né il_governg italiano. Adesso però, se permette, me ne vado a pranzo a casa». Alle, 13 di questo sabato da .cani Azeglio Ciamprnoniie può quasi più'. Ed è inutile stargli a chiedere chi sono questi «amici d'Oltralpe». «Non glielo dico, non posso. Comunque non persone qualsiasi». Il che è come dire i «Potenti della terra». Basta questo a rassicurarci? «Ma perché c'è tutta questa fibrillazione?», si chiede un po' stufo il ministro del Tesoro. Presidente Ciampi, ammetterà che oltre all'acqua, oggi su Roma e l'Italia piovono pietre, dal resto d'Europa, no? «E chi le lancerebbe?», domanda incuriosito l'ex governatore, già pronto col cappotto per chiudere l'ufficio di via XX Settembre, e staccare la spina almeno fino a lunedì. Tutti le lanciano. 0 così sembra. Il ministro delle Finanze tedesco Waigel, il vicepresidente del partito liberale olandese, un po' di economisti europei: tutti lì, non ad aspettare maggio facendo cruciverba, come aveva auspicato il cancelliere tedesco Helmut Kohl, ma a ripetere che l'Italia deve fare questo, o non ha fatto quello, e quindi la moneta unica non ce l'ha ancora in tasca. E forse non ce l'avrà, non dal primo gennaio del '99. C'è questo macigno del debito pubblico, legato con un cappio al collo di questo Paese, che lo trascina sul fondo, gli impedisce di risalire. «Questa storia del debito - dice allora Ciampi, calmo ma più fermo del solito - mi ricorda tanto quand'ero governatore della Banca d'Italia, negli Anni 80...». In che senso? «Ma cosa dovremmo fare? Dovremmo consolidarlo, questo debito pubblico? Non si azzera dall'oggi al domani, un debito di 2 milioni e passa di miliardi, questo 10 capiscono tutti. Allora come risolviamo il problema? Con la fi nanza straordinaria, chiudendo il mercato dei titoli di Stato e di struggendo il debito per assenza di "merce"? Questo era il dibattito di quegli Anni 80, quando alcu ni amici mi dicevano: devi conso lidare, Carlo, è l'unica soluzione. E io già allora dicevo "no, non lo farò mai, chiunque me lo chieda" 11 debito italiano è tutto interno, ed è un debito che va gestito: si alleggerisce con gli strumenti di mercato. Allora avevo in mano le stesse tabelline sul piano di rien tro che ho rielaborato oggi. Ma la differenza è che oggi questo è un Paese risanato, pienamente intriso di cultura della stabilità. A maggior ragione, quindi, sono convinto che il nostro debito, ge stito bene, non sarà un proble ma». Eppure il suo piano sul debito suscita qualche perplessità: troppo ambizioso, dico
Persone citate: Ciampi, Helmut Kohl, Jacques Santer, Theo Waigel, Waigel
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