Non ti pago di Monica Sicca

Non ti pago Non ti pago FREUD - diceva Eduardo non avrebbe avuto nessun problema se fosse nato a Napoli, perché qui i sogni non sono mai un mistero. E così scrisse «Non ti pago», la mise in scena a più riprese fino alla morte, la interpretò in un'edizione memorabile con Peppino e Titina De Filippo, forse l'ultimo grande trionfo del formidabile trio prima dello scioglimento, e acconsentì persino alla realizzazione di un film diretto da Carlo Ludovico Bragaglia che ne dava una lettura decisamente comica ed esilarante. Non era però quella l'anima della commedia, che Eduardo pensava caratterizzata da un modo di vedere la vita pur sempre umoristico, ma il cui riso spesso è «verde» e nasconde una sottile e pensosa amarezza. E proprio a queste indicazioni di Eduardo si rifà ora Carlo Giuffrè, suo degnissimo allievo ormai alle soglie dei settantanni, nel dirigere ed interpretare da protagonista «Non ti pago», in arrivo al Teatro Alfieri per la stagione del Fiore all'Occhiello dal 3 all'8 febbraio (alle 20,45, domenica 15,30, tel. 562.38.00). I sogni di cui parla Eduardo sono quelli che fanno vincere al lotto, sono «figure, aJbere, muntagne...», sono i numeri che i nostri morti ci danno per ambi e terni. «Non ti pago» è allora la storia di Ferdinando Quagliuolo, «dannato della smorfia» nonché gestore di un botteghino del lotto. Tutto quel che guadagna lo gioca a sua volta, affidandosi ai numeri che gli suggerisce l'ex becchino Aglietiello, ora suo fedele servitore e «traduttore di segni» di professione. Peccato che don Ferdinando non riesce a vincere, mai, scatenando così le ire della consorte Concetta. Quel che è peggio, è che il suo impiegato Mario Bertolini invece vince sempre, in continuazione, suscitando nel protagonista invidia e avversione tali da portarlo a rifiutare il ragazzo come genero. Il dramma vero e proprio, però, esplode all'improvviso un sabato pomeriggio: Bertolini piomba in casa del suo capo sventolando una ricevuta, ha vinto giocando i numeri dettati in sogno proprio dal padre di Ferdinando -1,2,3,4: quaterna secca sulla ruota di Napoli. A chi spetta la vincita? si chiede Ferdinando a questo punto, sostenendo che tocca a lui perché i numeri arrivano da suo padre. E con caparbietà, coinvolgendo anche un prete e un avvocato, si batterà per ottenere la vincita, urlando «non ti pago» all'esterrefatto Mario che allora escogiterà un espediente per accontentare tutti... Carlo Giuffrè, che di teatro ne ha fatto davvero tanto e di grande qualità (dal debutto nel '49 proprio con Eduardo all'entrata nel '63 nella mitica Compagnia dei Giovani accanto a De Lullo, Falk, Valli e Albani per citare solo due esperienze fondamentali), ha scelto una commedia di Eduardo per la quarta volta nel giro di cinque anni. Deve ringraziare Luca De Filippo, che gli ha concesso con piena fiducia di attingere al repertorio paterno, e spiega che il suggerimento gli deriva proprio dalla «vena dolente e poetica, dal naturalismo astratto» del grande Eduardo, a cui spesso viene paragonato dalla critica e di cui si sente in parte erede. Per quest'ultimo allestimento, che lo vede affiancato da Antonella Morea e Massimiliano Gallo oltreché da Piero Pepe, Aldo De Martino, Claudio Veneziano, Teresa Del Vecchio, Anna D'Onofrio, Massimo Andrei e Maria Laura Rondanini sullo sfondo delle scene di Aldo Buti e con le musiche di Francesco Giuffrè, ha voluto collocare i motivi principali del racconto il denaro, il lotto, l'invidia verso chi è più fortunato di noi, la scaramanzia... - nel quadro di una cultura più moderna, talvolta traducendo dal napoletano ma fissando comunque l'inalterato conflitto tra l'individuo e la società, in questo caso tirando in ballo la «proprietà legittima dei sogni». Monica Sicca Non ti pago Carlo Giuffrè protagonista e regista di «Non ti pago» dal 3 febbraio all'Alfieri

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