CHISCIOTTE di Monica Bonetto

CHISCIOTTE CHISCIOTTE All'Adua dal 3 I Mài nuovo tempo di Don 1 ■ Chisciotte. E' di nuovo tempo di sogni e utopia, di battaglie mai vinte che non contemplano la resa, di illusioni dietro cui perdersi con generosità e coraggio,.di incoscienza, della straordinaria forza imaginifica della follia. Di fronte a ciò in cui persino Bulgakov ammise il proprio fallimento, non sono indietreggiati gli attori della Compagnia La Casa degli Alfieri e del Living Theatre che insieme hanno realizzato un allestimento teatrale tratto dalla voluminosa opera di Miguel de Cervantes. L'hanno intitolato «Chisciotte», e verrà rappresentato da martedì 3 a domenica 8 febbraio alle 20,45 al Teatro Adua. L'adattamento e la riscrittura del testo per la scena sono di Luciano Nattino; della regia si è invece occupata Judith Malina da sempre anima del Living, sin dal 1947, anno in cui a New York fondò lo storico gruppo insieme con Julian Beck. Nattino ha scelto alcune tra le vicende vissute dal «cavaliere dalla triste figura» e le ha unite in un copione in cui il teatro di parola, il racconto opulento e barocco dell'originale, si mescola con la corporeità aggressiva delle azioni fisiche che si andavano costruendo durante le prove. Accanto alla narrazione inoltre sono state inserite riflessioni sull'arte, ed in particolare sulla letteratura e il teatro, e digressioni sulla politica e la società. «All'origine del lavoro dei nostri partners italiani - spiega .. idith Malina - c'è la commmedia dell'arte, il gioco; noi americani invece siamo più analitici, austeri. Tant'è vero che i quattro attori del Living impersonano la società repressiva e sfidano la leggerezza di Chisciotte e Sancio». La distribuzione dei ruoli vede dunque tre attori della Casa degli Alfieri interpretare il cavaliere, lo scudiero e la contadina di cui il cavaliere si innamora. Antonio Catalano offre corpo e voce al vagabondare sragionato del suo Chisciotte, uomo «un po' ridicolo, un po' santo, con un teatro nella testa e un'utopia nel cuore». Indossa una corazza che ricorda quella dei pupi siciliani, ma da sotto le lamine fa capolino una tuta in cuoio da centauro: scelta precisa, visto che Ronzinante, il non nobile destriero dell'hidalgo, è qui una motocicletta malconcia. Giuliano Amatucci è il fedele scudiero Sancio, conoscitore di proverbi e napoletano nell'accento, mentre Lorenza Zambon dà vita alla serva di locanda Maritornes e alla contadina che Chisciotte innamorato chiamerà Dulcinea. I quattro attori del Living invece, Gary Brackett, Jerry Goralnick, Tom Walker e Joanie Fritz Zosike, danno il loro apporto nel delineare personaggi e situazioni di contorno che la coppia protagonista incontra lungo il cammino: sono i mulini a vento e i giganti, la nipote avida, il barbiere, il parroco, sono i nemici che non perdonano chi sogna di «raddrizzare i torti». La scenografia, come i costumi, è firmata da Maurizio Agostinetto che pone al centro del palco un unico tendaggio bianco multifunzionale, e ai lati cumuli di libri. Perché sono proprio i libri a forgiare la foiba dell'hidalgo, a segnare la differenza tra lui e gli altri, a fargli sembrare realizzabile l'utopia, a mutargli il mondo sotto gli occhi, a consumarlo nel tentativo di rendere possibile un sogno. Malattie dell'immaginazione, la cui recidività genera poesia e sohtudine. Ma anche una dose straordinaria di coraggio, necessaria per non arrendersi ancora. «Non dobbiamo permettere che uccidano i nostri sogni. Dobbiamo conservare la nostra pazzia fino all'ultimo» ha scritto il subcomandante Marcos. Nella selva Lacandona, tra i pochi libri che ha portato con sè, c'è il «Don Chisciotte». Monica Bonetto CHISCIOTTE d ^^^^^^^^^^ ^ \ All'Adua dal 3 Antonio Catalano e Giuliano Amatucci come Chisciotte e Sancio A fianco Judith Malina. Nelle foto sotto gli attori di Pirandello e delle «Cognate»

Luoghi citati: New York