«LENINGRADO» DI SHOSTAKOVIC AL LINGOTTO

«LENINGRADO» DI SHOSTAKOVIC AL LINGOTTO «LENINGRADO» DI SHOSTAKOVIC AL LINGOTTO E di scena l'Orchestre de la Suisse Romande diretta da Armin Jordan per la stagione Rai LA crescente qualità dell'Orchestra Sinfonica Nazionale Rai trova sempre più ampi riscontri non solo in Italia ma anche all'estero. Così nella prima metà di febbraio il complesso, diretto da Salvatore Accardo, compie una tournée in Gran Bretagna che toccherà sette tappe (Belfast, Southend, Derby, Londra, Sheffield, Leeds e HùU) con la proposta di cinque diversi programmi. Ma, come è già avvenuto in circostanze analoghe, il pubblico torinese non verrà lasciato privo di musica. Queste sono infatti le occasioni propizie per invitare un'orchestra ospite e stavolta tocca a un complesso tra i più insigni, l'Orchestre de la Suisse Romande, che si esibirà al Lingotto martedì 3 febbraio alle 20,30 e mercoledì 4 alle 21. Fondata nel 1918 da Ernest Ansermet, l'illustre professore universitario di matematica e fisica fortunatamente passato tra le file dei musicisti, che l'ha diretta fino alla sua scomparsa, la compagine ginevrina ha ribadito il suo ruolo sotto le bacchette di Paul Klecki, Wolfgang Sawallisch, Horst Stein e, dal 1985, Armin Jordan. E sarà proprio questo energico direttore di Lucerna a presentare la sua orchestra al pubblico torinese con un programma impostato su un'unica monumentale opera, la «Sinfo- nia n. 7 in do maggiore op. 60» di D mitri Shostakovic. La sinfonia è il primo tassello della cosiddetta «trilogia bellica», che troverà seguito nelle suggestioni patriottiche dell'«Ottava» e nel sorridente sospiro di sollievo della «Nona» per la conclusione delle ostilità. Il sottotitolo «Leriingrado» attribuito alla «Settima» è motivata dagli intenti programmatici che l'hanno ispirata. L'opera, iniziata nel luglio del 1941, fu completata nel settembre dello stesso anno, quando la città di Shostakovic era già stretta d'assedio dalle divisioni tedesche: un assedio che si sarebbe protratto fino al febbraio 1943. L'avvio del primo tempo ha un sapore idilhco, un po' di maniera, che si propone di rappresentare un popolo serenamente dedito alle proprie attività. Il clima rassicurante viene ben presto incrinato da un crepitio minaccioso del tamburo, sul quale si fa strada in «crescendo», insistente e ossessivo, il tema che è stato defunto «dell'invasione». Qui le opinioni divergono: qualcuno descrive questo passo come l'avanzare minaccioso delle truppe naziste, altri lo riferiscono alla crescente resistenza del popolo russo. Il secondo movimento, assimilabile a uno Scherzo, ha un inizio saltellante, al quale segue un languido tema dell'oboe; dopo un episodio più mosso si ritorna al clima dell'inizio. Il finale è all'insegna del trionfalismo, così che nell'insieme dell'opera, per dirla con Ferruccio Tammaro, «la bilancia pende a favore della retorica». Comprensibile il disappunto di Bela Bartók che, rifugiatosi in America, dopo avere ascoltato la «Settima» alla radio, la sbeffeggiò con un riferimento caricaturale nel suo «Concerto per orchestra». [1. o.] Nella foto Armin Jordan direttore dell'Orchestre de la Suisse Romande al Lingotto

Luoghi citati: America, Belfast, Gran Bretagna, Italia, Leningrado, Londra