«BOCCIO CINEMA GIOVANI»

«BOCCIO CINEMA GIOVANI» LO DICO A TORINOSETTE «BOCCIO CINEMA GIOVANI» «Non esaltate i trasgressivi» «Quel locale, che fregatura» Cinema Giovani: botta... Sono di sinistra ma quando si parla di regime non posso che assentire, anche se di malavoglia. Rondolino e il suo clan confessano contributi per il Festival del Cinema di un miliardo e ottocento milioni. Dov'è la ricaduta per la città, forse qualche commerciante di via Po ha venduto qualche pizzetta in più, o l'immagine è cambiata per qualche articolo sulle pagine regionali dei quotidiani? Vedo le sale del Massimo e Romano che sono semivuote, al dilà del pubblico assistito di giornalisti, operatori e registi invitati spesati da paesi lontani. Robert Kramer e altri che si sono fatti vacanze pagate dai contribuenti per presenziare a dibattiti che non avrebbero riempito neanche un'aula magna. Anche i cataloghi che a Venezia si pagano almeno la metà, qui sono gratis, una vera pacchia. I film sono comprati a pacchetti dagli altri festival, e ancora se ne vede il marchio in testa alle pellicole. Vorrei conoscere i budget di festival come quello di Pesaro e Firenze altrettanto minori. Quando amici ambientalisti hanno fatto per il dipartimento di cinema all'Università una rassegna di cinema sul nucleare, hanno avuto settanta milioni. Con cui hanno organizzato una rassegna piena di titoli, e chi se ne importa se non c'erano gli autori? Tanto i giornali non hanno fatto una riga in più per la trentenne Sprecher, vincitrice debuttante o per altri sconosciuti film maker internazionali. Perché nessun consigliere chiede i bilanci come si è fatto per la Prosa? L'incasso dei pochi paganti risulta essere, come ha scritto La Stampa, di circa sessantacinque miiioni. Neanche mille biglietti al giorno, su quattro sale, altro che pienoni... Al Regio per Veltroni c'era solo lo staff, come ha detto per radio l'incauto cronista. E' stato fatto qualche avvicendamento in quindici anni? Ora si parla pure di ampliamenti, diciamo pure occupazione clientelare. Una studentessa del Dams, Anna Richter Lolli, Torino ...e risposta Lo scritto delia lettrice Richter Lolli è stato girato ai responsabili del Festival Cinema Giovani. Ecco la loro risposta. 1) n budget di Cinema Giovani non i contributi (non sono la stessa cosa!) - ammonta a un miliardo e ottocento mUioni: cioè, molto meno di quanto hanno a disposizione tutti gli altri festival europei ai quali il nostro può essere confrontato per dimensioni, numero di film (270, nel nostro caso...) e prestigio internazionale. Una recente ricerca promossa dalla Commissione Europea, consente agevoli e istruttivi confronti. Aggiungiamo che noi, a differenza di molti altri, rendiamo noti i dati del nostro bilancio prima ancora che vengano richiesti. 2) L'incasso dell'ultima edizione è di 116 milioni e 478 mila lire, come risulta dai borderò Siae. Più del doppio di qualunque altro festival italiano (Venezia esclusa). Se sembrano pochi, si tenga conto del fatto che, per una scelta apprezzata da molti, Cinema Giovani pratica una politica di prezzi estremamente contenuti, con abbonamenti e tessere giornaliere a costi bassissimi, per favorire soprattutto il pubblico di giovani e studenti: con ottomila lire al giorno si possono vedere tutti i film. 3) Circa il 60% delle proiezioni serali nelle cinque sale del festival ha fatto registrare il tutto esaurito. La presenza media di spettatori ad ogni proiezione è pari al 70% per cento dei posti totali disponibili (circa 1800). 4) La «copertura» dell'evento da parte di giornali, radio e televisioni nazionali è seconda soltanto a quella della Mostra di Venezia, come documenta la rassegna stampa di quest'anno. 5) Cinema Giovani non «acquista pacchetti di film» da nessun altro festival, ma seleziona quello che ritiene il meglio della produzione internazionale attraverso un lungo, serio e faticoso lavoro di ricerca. Ciò non impedisce, ovviamente, che una parte dei film sia già passata - o debba passare - in altre manifestazioni estere. 6) I cataloghi vengono dati in omaggio a giornalisti e registi, secondo una prassi comune a tutti i festival, e venduti al pubblico al 50% del prezzo di copertina, per favorire (ancora una volta...) gli spettatori più giovani e con minori disponibilità economiche. 7) Non crediamo si possa mettere in discussione l'opportunità di invitare registi italiani e stranieri, la presenza dei quali costituisce una delle principali ragion d'essere di qualsiasi manifestazione culturale. Se per Kramer (e gli altri registi ospiti) sia stata una «vacanza», lo lasciamo giudicare ai numerosissimi frequentatori del festival che hanno apprezzato la loro presenza assidua, la disponibilità al dialogo e agli incontri, l'intensa e produttiva partecipazione a tutte le iniziative del Festival. 8) Alla tavola rotonda sul cinema italiano hanno assistito poco meno di 200 persone. Quanto all'accusa di «occupazione clientelare» e alla richiesta di avvicendamento, lasciamo giudicare ad altri. Gianni Rondolino presidente Cinema Giovani Alberto Barbera direttore Cinema Giovani Contro i «trasgressivi» Nel numero del 9 gennaio «TorinoSette» recrimina contro i cittadini ingrati che protestano contro le erogazioni comunali al Festival Cinematografico Gay (spesso inneggiante alla pedofilia) e contro le «Sere all'Estate» e i vari «Fuori orario» (fuori legge!) onore e vanto della Giunta Castellani. Molti cittadini, e io per prima, non condividono tali entusiasmi e pensiamo che a Torino, si stava meglio quando si stava peggio, cioè ante era Castellani. Abito in una delle zone della città più massacrata da questa Giunta, in corso Cairoli. Per limitarci ai mesi estivi (4) le nostre serate sono da una parte, allietate dai cha-cha-cha della terza età o, alternativi, dai tam-tam multietnici provenienti dalla Terrazza sul Po (più effluvi nauseanti di grigliate e spiedini vari). Sotto casa poi, ai «Muri», nei 12 locali 12, alternativi, ivi infelicemente e sconsideratamente situati, le nottate sono movimentate dai «trasgressivi» di mezzo mondo più gli indigeni, in cerca di brividi e socialità. Ci scappano risse, rapine, feriti, morti e conseguentemente, auto della polizia a sirene spiegate, inseguimenti e tafferugli. Al mattino dei dì di festa poi, rAmiat, lavora ore e ore di straordinario, a nostre spese con mezzi potenti, per ripulire il luridume che i «trasgressivi» si sono lasciati dietro; loro, ciucchi o drogati o entrambe le cose, dormono e viaggiano nei loro nirvana personali, noi, nonostante tutto, mattinieri e amanti della luce del sole, camminiamo «febei» in mezzo a cartacce, bottiglie vuote e rotte, vomiti, con i muri (al minuscolo) delle nostre case irrorate dalla loro p...te e odorosi di conseguenza sotto il sole estivo. (Anche adesso d'inverno non è meglio). Questo campionario umano notturno arriva in auto, centinaia di auto «posteggiate» fino sugli alberi, senza multa, ma loro si sa, sono «trasgressivi». Coccolati, protetti, impuniti. Noi, poveri deficienti, osservanti della legge e perseguitati pagatori di lei e quant'altro le sanguisughe comunali escogitano a nostro danno senza nulla dare in cambio, siamo, in più, derisi e «condannati» se osiamo protestare. Tante grazie. I parametri europei da raggiungere non sono solo quelli economici, ma quelli della qualità della vita dei suoi abitanti, del loro benessere, della loro salute fisica e mentale. Occorre più rispetto, meno soprusi istituzionali, meno degrado ambientale e morale, meno sopraffazione ingiusta. Mariarosa Reich Sertorio, Torino Capodanno sbagliato Poiché avete dedicato ampio spazio, nell'ultimo numero del '97, ai veglioni di San Silvestro, vi invio la copia di una lettera di protesta che ho indirizzato ai gestori del locale dove io e altri 12 tapini - credevo fosse il 17 a portare sfiga in Italia - abbiamo infaustamente trascorso il Capodanno. Perché non dedicare un articolo ai «bidoni» dell'ultimo dell'anno? Segue copia della lettera indirizzata ai titolari del locale. Ne riportiamo i passi salienti. Abbiamo invece preferito non citare il nome del locale: riteniamo infatti che la protesta della lettrice abbia un valore generale, riguardando la scarsa professionalità di alcuni improvvisati gestori. Ho avuto la sventura, insieme con altri 12 malcapitati, di trascorrere la serata di San Silvestro nel vostro circolo, che alcuni di noi già conoscevano, e che avevano trovato non entusiasmante, ma pur sempre gradevole. Non è che ci aspettassimo grandi cose, ma di trascorrere una serata piacevole, beh, questo sì. E invece... Ecco di seguito l'elenco di tutto quello che non ha funzionato, e che ha reso il Capodanno da voi un bidone (e non solo per noi, credo, visto che all'una già parecchia gente se ne andava e alle 3 non c'era praticamente più nessuno). 1 ) I vostri modi non sono stati dei più cordiali: a un paio di amici che, dopo aver versato la loro quota, aspettavano il resto (che non c'era; capita tutte le volte: ma non potete procurarvi un po' di banconote da 10.000 lire, invece di dire «te le do dopo», suscitando nel chente il dubbio «e se poi non si ricorda e sorgono questioni?») è stato sbrigativamente intimato di togUersi di torno. Ad un'amica che si è permessa di chiedervi, mentre ballavate, 500 lire per giocare a calcetto, uno di voi ha risposto, un po' seccato per l'interruzione: «Non ce ne sono». 2) Cena di qualità mediocre, mediocramente presentata e servita, con tempi lunghissimi (alle 23,45 eravamo al secondo). 3) In tutta fretta, quando mancavano 5 minuti a mezzanotte, ci siamo visti recapitare al tavolo l'agognato spumante; peccato, però, che non vi siate degnati di portarci dei bicchieri puliti (anzi, a chi li ha chiesti è stato «suggerito» di riciclare quelli usati fino ad allora). Nessuno si aspettava dei calici in cristallo di Boemia, ma dover bere lo spumante insieme a residui di Coca-Cola o birra... 4) L'acustica del locale è pessima: non si è sentito nulla di quello che avete detto al microfono, e le musiche avevano una resa orribile. Costerebbe tanto migliorare l'impianto stereo? 5) Speravamo di ritrovare un po' di brio con le danze, ma... Altro che ballare «fino ad esaurimento delle forze»! A parte 5 minuti di disco-music (antidiluviana, peraltro), ci avete propinato canzonette datarissime che hanno ammosciato ogni residuo proposito di spassarsela. Monica Quirico, Torino Nella foto pubblico nella hall del Massimo durante il Festival Internazionale Cinema Giovani Una lettrice afferma che la rassegna costa troppo e non ha successo