Un «pace-maker» per il nervo vago
Un «pace-maker» per il nervo vago EPILESSIA Un «pace-maker» per il nervo vago PER le forme di epilessia che non rispondono ai farmaci, la ricerca ha messo a punto uno stimolatore elettrico, simile ai pace-maker usati in cardiologia. L'apparecchio agisce direttamente sul nervo vago (uno dei 10 nervi cranici) e può tenere a bada la zona cerebrale da cui si dipartono le scariche elettriche anomale, riducendo l'incidenza delle crisi. La stimolazione del nervo vago è ottenuta grazie ad un generatore di impulsi di piccole dimensioni, che viene inserito sotto il muscolo pettorale sinistro del paziente nel corso di un breve intervento chirurgico (dura circa 40 minuti). Il generatore di impulsi viene collegato al nervo vago di sinistra con un elettrocatetere bipolare che invia i suoi stimoli in base alle condizioni del paziente (devo essere sostituito dopo 5 anni per cambiare le batterie). La stimolazione non comporta effetti collaterali. In alcuni casi si verifica un leggero abbassamento della voce (tipo raucedine) quando il soggetto sta parlando, nel momento in cui «parte» l'impercettibile scarica elettrica. L'idea che la stimolazione elettrica del nervo vago possa influire sulla comparsa di crisi epilettiche si basa su due elementi fondamentali: la larga distribuzione dei punti di arrivo di questo nervo nel sistema nervoso centrale (afferenze) e l'effetto della loro attivazione sull'ipereccitabilità dei neuroni. Il nervo vago infatti ha una grande estensione: presiede all'innervazione di gran parte dell'apparato digerente, polmonare, cardiaco. Queste vie in arrivo al cervello vanno poi a proiettarsi su diverse strutture della corteccia e sottocorticali, attraverso una complessa rete di comunicazioni. Grazie alla stimolazione mirata effettuata dall'apparecchio, tarata dal neurologo, si è pensato di poter controllare l'insorgenza di crisi epilettiche altrimenti incontrollabili. Infatti, in ultima analisi, l'epilessia rappresenta la manifestazione periferica di una scarica eccessiva e incontrollata che interessa una particolare zona del cervello. Da questo disturbo «elettrico» di alcuni neuroni si possono avere disturbi di vario tipo: sensoriali, convulsioni, perdite dello stato di coscienza. Giovanni Regesta, direttore del Centro per l'epilessia dell'Ospedale San Martino di Genova, rileva che i pazienti trattati con questa .particolare protesi ormai sono più di 1000, e di recente è stata approvata dalla Food and Drug Administration americana per l'applicazione su larga scala. L'importanza di questa tecnica è notevole, perché è efficace sul 70-75 per cento degli epilettici. Per i rimanenti, le vie terapeutiche alternative sono limitate. In Italia si valuta.che almeno mezzo milione di persone abbiano sofferto o soffrano di questa patologia. Renzo Pollati
Persone citate: Giovanni Regesta, Renzo Pollati
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