Piatta e velenosa

Piatta e velenosa LA SOGLIOLA DI MOSE' Piatta e velenosa Può paralizzare anche uno squalo CON la sua arma segreta, è capace di tenere alla larga il più potente predatore dei mari, lo semaio. Parlo della sogliola di Mose (Pardachirus marmoratus), un pesciolino trasparente e delicato, lungo una ventina di centimetri, che si trova nei mari corallini tropicali. L'ha studiato alcuni anni fa l'ittiologa americana Eugenie Clark nell'acquario di biologia marina di Eilat, in Israele. Fu lei che scoprì per la prima volta il misterioso potere del piccolo pesce. Il suo veleno è un liquido lattiginoso che sgorga da ghiandole situate nella pinna dorsale e in quella anale. Anche diluito in acqua, ha effetto paralizzante sui grandi predatori, come gli squali. Non appena uno di loro cerca di addentare la sogliola di Mose, rimane a bocca spalancata come se non riuscisse più a serrare le mascelle. Naturalmente rinuncia al boccone e si allontana a tutta velocità. Ma sulle prede di piccola mole il veleno ha effetto addirittura mortale. Messo a contatto con ricci di mare, stelle marine e piccoli pesci della barriera corallina, li uccide all'istante. Un topo a cui si inietti sperimentalmente un quinto di millilitro della secrezione tossica è colto da violente convulsioni e in capo a due minuti muore. Il veleno ha effetto neurotóssico ed emorragico. Distrugge le cellule rosse del sangue. Eppure - sembra incredibile - la sogliola di Mose, oppor- tunamente preparata e cucinata, è considerata un autentico manicaretto, ed è molto apprezzata dai buongustai. Perché la chiamano «sogliola di Mose»? Circolano a questo proposito molte fantasiose leggende. Una di queste narra che quando Mose divise le acque del Mar Rosso per far passare gli Ebrei in esodo dall'Egitto verso la Terra Promessa, un pesce fu spaccato in due dall'aprirsi improvviso del mare. E le due metà diventarono sogliole. La sogliola di Mose è uno dei tanti pesci piatti (famiglia Pleuronettidi), parente delle passere di mare, dei rombi, delle sogliole comuni. Ma è l'unico velenoso della famiglia. Sono pesci davvero sui generis i pleuronettidi. Per catturare le prede spalancano la bocca provocando un risucchio attraverso il quale le vittime vengono letteralmente aspirate nella cavità orale e quindi digerite. Sono ca¬ paci di mimetizzarsi perfettamente con il fondo su cui poggiano cambiando tonalità dì colore a seconda che il substrato sia più chiaro o più scuro. E sono oltremodo abili nel seppellirsi sotto la sabbia, scavandola con movimenti sinuosi delle pinne, in modo che rimangano allo scoperto soltanto gli occhi. Curiosi occhi a telescopio che si muovono l'uno indipendentemente dall'altro come quelli del camaleonte. Sperimentalmente però si è constatato che i pesci piatti accecati non sono più in grado di uniformarsi al colore del fondo. Evidentemente le cellule di pigmento chiamate «cromatofori» che abbondano sulla pelle si contraggono e si dilatano sotto l'impulso del sistema nervoso in stretto rapporto con la funzione visiva. Venuta a mancare quest'ultima, cessa anche la facoltà dei pesci di cambiare colore. Per i pleuronettidi, dotati di scarsa attitudine alla fuga, il mimetismo costituisce la più efficace arma di difesa contro le tante insidie del mondo sottomarino. Nessuno può dire a un pesce piatto «Ti cambio i connotati». Ci pensa madre natura a cambiarglieli, perché si adegui in maniera sempre più perfetta al suo particolare genere di vita. Lo fa durante lo sviluppo, durante quel prodigioso moltiplicarsi e differenziarsi delle cellule che trasforma l'uovo fecondato prima in larva, poi in adulto. Prendiamo la comune sogliola ad esempio, quella che ben conosciamo per i suoi pregi gastronomici, oggetto di pesca mtensiva, presente nel nostro Mediterraneo con dodici fra specie e sottospecie. La femmina depone molte migliaia di ovetti minuscoli che hanno il diametro di un millimetro o poco più e sembrano palline di vetro screziato. Gal¬ leggiano sull'acqua in virtù delle piccolissime goccioline oleose rifrangenti che portano sul guscio. Quando schiude dall'uovo fecondato, la giovanissima sogliola non si differenzia affatto dagli altri pesciolini che come lei affrontano per la prima volta il contatto con il mare aperto e si lasciano trasportare passivamente dal dolce dondolìo del moto ondoso e dal flusso delle correnti. E' un cosino minuscolo, dal corpo compresso in senso laterale, con gli occhi posti uno di qua, uno di là, come vuole la buona regola nel mondo dei pesci Ma in capo a qualche giorno incominciano a verificarsi strani eventi. Nel segreto del suo corpo, man mano che procede lo sviluppo, la massa dei visceri si sposta verso l'alto, i due lati del cranio si accrescono in maniera asimmetrica, la bocca si distorce, la pinna dorsale si spinge in avanti al di sopra del capo. E mentre il pesce assume una posizione del tutto anormale nuotando su un fianco, si assiste a uno spettacolo davvero straordinario: la progressiva migrazione dell'occhio rimasto nella faccia sottostante. Si sposta man mano fino ad affiancarsi all'altro che si trova nella faccia superiore. Nella sogliola è l'originale lato destro che si volge verso l'alto e porta ambedue gli occhi. In altri pleuronettidi si volge invece verso l'alto il lato sinistro. Dopo le vistose trasformazioni anatomiche che lo rendono così diverso dalla forma larvale, il giovane pesce si lascia cadere lentamente sul fondo sabbioso, dove trascorre il resto dei suoi giorni. A meno che la rete di un pescatore non lo tiri a galla, interrompendogli prematuramente la vita. E' proprio quando raggiunge il fondo che il fianco superiore si scurisce per l'addensarsi dei cromatofori carichi di pigmento, mentre di pari passo impallidisce il fianco cieco che poggia sul suolo subacqueo. La larva simmetrica si è trasformata così nell'adulto asimmetrico che conosciamo. Il suo colore si adegua perfettamente di volta in volta al colore del substrato su cui poggia. Ma, quando ci troviamo nel piatto una sogliola alla mugnaia, chi di noi pensa alle vicende della sua vita? Isabella Lattes Coifmann 2A CINQUE GIORNI Dimensione reale: 3.5 min Le vertebre cominciano o formarsi i A OTTO GIORNI • Dimensione, reale: 3,8 mm A DIECI GIORNI 5A TREDICI GIORNI [Loto destro}' Dimensione reale: 5 nini i— Si sviluppano — i roggi dalle pinna Le pinne dorsali, anali e caudali formano una serie quasi continua di frange attorno al corpo E A TRÉDICI GIORNI (Lato sinistro Dimensione reale: 5 mm Pinna caudale (coda) l'occhio sinistro sta migrando soprala tasta \ A DICIASSETTE GIORNI Dimensione reale: 6,5 mm l'occhiò sinistro è comparso al centro della testa Le cellule pigmentate della pelle sembrano più piccoli quando il corpo cresce E AVENTIDUE GIORNI Dimensione reale: 8 rara Mosaico di scaglie denoidi Frangia di pin^O-^ps^^i Entrambi gli occhi sono sul lato destro del corpo Le cellule pìgmentcte della pelle emergono per formar delle macchie scure 1 A * TRENTACINQUE GIORNI ■ ^0. Dimensione reale: HVifim Il cranio si è maggiormente sviluppato sulla sinistra Abbozzo della coda Colonna vertebrale Costole —i Forma della testa tìpica della sogliola 1| A QUARANTACINQUE GIORNI I Dimensione reale: IV nini

Persone citate: Colonna, Isabella Lattes Coifmann

Luoghi citati: Egitto, Israele