Asteroidi o ex comete?

Asteroidi o ex comete? ASTRONOMIA Asteroidi o ex comete? Scoperti corpi celesti intermedi DEL sistema solare, oltre al Sole, i nove pianeti e i loro satelliti, fanno anche parte gli asteroidi e le comete. I primi, piccoli pianeti formati prevalentemente da | materiale roccioso, sono per lo ! più concentrati nella regione di ! spazio compresa tra le orbite di Marte e Giove, mentre le seconde, di composizione (per lo più ghiaccio d'acqua con composti carbonacei e silicati) e densità (inferiore a quella dell'acqua) paragonabili a quelle di una palla di neve sporca, vagano nello spazio interplanetario senza una localizzazione preferenziale, provenienti con ogni probabilità dalle regioni più esterne e remote del nostro sistema planetario. Dai punto di vista osservativo un asteroide ha aspetto puntiforme, come una stella, mentre un corpo cometario, quando si avvicina al Sole a una distanza inferiore a quella di Giove (circa 750 milioni di chilometri), inizia a subire gli effetti del calore e del «vento» di particelle emessi dalla nostra stella, che, rispettivamente, fanno sublimare i ghiacci del nucleo cometario, dando luogo alla formazione di una vasta atmosfe¬ ra (chioma), e portano allo sviluppo di una lunga coda. Un'altra caratteristica delle comete è che in genere le loro orbite sono molto ellittiche, per cui periodicamente si avvicinano e si allontanano dal Sole. Le comete inoltre sono considerate oggetti effìmeri in quanto si valuta che dopo 1000-10.000 passaggi al perielio (cioè alla minima distanza dal Sole) le sostanze volatili (acqua, anidride e ossido di carbonio, metano...), di cui è per lo più formato il loro nucleo, vengono completamente vaporizzate e disperse nello spazio interplanetario. Mentre fino a pochi anni fa le due popolazioni di oggetti erano considerate a sé stanti, di recente la distinzione si è fatta sempre meno netta. Grazie alle ultime scoperte, infatti, si afferma l'idea che alcuni di questi oggetti si comportino come comete o asteroidi a seconda delle condizioni in cui vengono a trovarsi. Già negli anni passati sono stati osservati dei corpi asteroidali che presentavano delle tenuissime atmosfere, come nel caso di Chirone, e forse Oljato, oppure la cometa Wilson-Harrington, che quando fu scoperta nel 1949 presentava una coda ben evidente, mentre ora questa è completamente scomparsa, per cui adesso sarebbe inserita nella categoria degli asteroidi. Ma è recente la scoperta di un oggetto asteroidale (denominato provvisoriamente 1996 PW) con orbita tipicamente cometaria, che non mostra alcun fenomeno tipico di questi oggetti, e di una cometa, la cui orbita è localizzata nella regione più esterna della fascia principale degli asteroidi. 1996 PW è stato scoperto il 9 agosto '96 e le sue caratteristiche orbitali sono sorprendenti. Compie una rivoluzione completa attorno al Sole in circa 5060 anni e l'estrema eccentricità (0,991) lo porta a una distanza minima dal Sole di 2,5 unità astronomiche (2,5 volte la distanza Terra-Sole) e a una massima di 587 unità astronomiche, circa 15 volte la distanza media Sole-Plutone, il più esterno dei pianeti. La cosa non sorprenderebbe se 1996 PW avesse caratteristiche cometarie, ma, benché lo si sia osservato al perielio, non è comparsa alcuna traccia di chioma o di coda. L'ipotesi più attendibile è che si tratti di una cometa «morta», che, dopo di- versi passaggi nelle vicinanze del Sole, ha perso tutto il materiale volatile ed è ora costituita dai soli residui solidi rocciosi. Soltanto una serie di osservazioni spettroscopiche tuttora in corso potrà fornire informazioni sulla sua natura. Se questo oggetto non ha comunque rappresentato per gli addetti ai lavori una grossa sorpresa, il secondo, battezzato Cometa P/1996 N2 (Elst-Pizarro), dal nome dei due scopritori, è un vero enigma. Sulle lastre fotografiche, ottenute verso la metà del luglio '96, non sembra avere una chioma diffusa, ma presenta una ben evidente coda della lunghezza di ebrea 300.000 chilometri, che secondo i calcoli dovrebbe essersi sviluppata alcune settimane prima della scoperta. Il preciso calcolo degli elementi orbitali ha permesso inoltre di stabilire che questi coincidono perfettamente con quelli di un asteroide scoperto 18 anni fa e denominato 1979 OW7. La spiegazione di un fenomeno così insolito non è facile. Una ipotesi che, se confermata, potrebbe aprire nuovi orizzonti sulla natura degli asteroidi della fascia esterna, è che una col¬ lisione con uno dei tanti pianetini presenti in quella zona abbia esposto alla radiazione solare dei ghiacci da lungo tempo sepolti al di sotto di una spessa crosta superficiale che ricopre il corpo impattato. Gli asteroidi della fascia esterna possiedono infatti caratteristiche composizionali molto diverse da quelli localizzati nella regione più interna, in quanto, a differenza di questi ultimi, riflettono soltanto circa il 4 per cento della luce solare, un valore del tutto simile a quello del nucleo della cometa di Halley misurato dalla sonda «Giotto». Un'ipotesi da considerare potrebbe essere perciò quella che almeno parte degh asteroidi della fascia più esterna siano stati in origine oggetti di natura simile a quella delle comete che con il tempo hanno perso gli strati volatili più superficiali e sono adesso ricoperti da una crosta scura a prevalente composizione carbonacea simile a quella che avvolge il nucleo ghiacciato delle comete più vecchie, come appunto la Halley. Mario Di Martino Osservatorio di Torino Certi pianetini della fascia esterna suggeriscono una parentela con altri corpi minori del sistema solare L'asteroide Ida fotografato dalla sonda «Galileo» e la cometa Hyakutake: pianetini e comete sono imparentati?

Persone citate: Chirone, Cometa, Giove, Halley, Harrington, Pizarro

Luoghi citati: Torino