LO SCIENZIATO DETECTIVE E I GIALLI DELLA NATURA di Piero Bianucci

LO SCIENZIATO DETECTIVE E I GIALLI DELLA NATURA LO SCIENZIATO DETECTIVE E I GIALLI DELLA NATURA NA mela matura cade nel prato con un tonfo. Una piuma scende volteggiando lieve. La Luna si leva nel cielo. Qualcosa accomuna questi tre eventi così quotidiani. Per scoprirlo però sono stati necessari duemila anni di osservazioni, di ipotesi, di esperimenti. Aristotele pensava che i corpi tendessero al loro luogo naturale: quelli pesanti al basso, i leggeri all'alto. Ma non poteva neppure immaginare che cosa apparentasse la Luna alle mele e alle piume. C'è qui la materia prima di un SHERLOCK HOLMES E I MISTERI DELLA SCIENZA Colin Bruce Raffaello Cortina pp. 326 L 39.000 giallo scientifico. Gli indizi - mele e piume che cadono, il moto della Luna - inducono a formulare ipotesi sull'assassino. Nel nostro esempio sarà Newton a individuarlo: la forza di gravità. Perché, a differenza di Aristotele, non si lasciò ingannare dagli indizi. Galileo ci andò vicino, ma gli mancò la prova schiacciante: così, per insufficienza di prove, la gravità latitò ancora per mezzo secolo, finché fu imprigionata dalla Legge di Newton. Questa idea, che la ricerca scientifica proceda un po' come un'inchiesta poliziesca, non è certo nuova: guida addirittura un'opera divulgativa di Albert Einstein e Leopold Infeld, L'evoluzione della fisica. Anche Danilo Mainardi l'ha adottata per due suoi romanzi eto¬ logici pubblicati da Mondadori. E Giorgio Celli ha scritto un giallo entomologico nel quale la vittima è Umberto Eco. Ma Colin Bruce, fisico che vive a Oxford (Inghilterra), l'idea della scienza-giallo l'ha sposata al punto da adottare in un suo libro gli stessi personaggi di Conan Doyle, il narratore inglese (18591930) che creò il detective Sherlock Holmes e il suo fido Watson. Bruce ci racconta 12 «casi» giani nei quali è la scienza a sciogliere l'enigma. Si va dal pendolo di Foucault, responsabile - per via della rotazione della Terra - della misteriosa morte di un certo Lord Forleigh, alla formula di Einstein E=Mc2, individuata come origine di un'esplosione atomica ante litte- ram, prodotta da un anarchico tramite la deflagrazione di materiale radioattivo (con tanto di trucco per raggiungere la «massa critica»). Benché Bruce sorvoli sul suo illustre precedente, vale la pena di citare qualche riga di Einstein e Infeld. Il loro libro incomincia così: «Nel regno della fantasia il romanzo giallo perfetto esiste. Tale romanzo fornisce tutti gli indizi voluti e c'induce a costruire per conto nostro una teoria sul mistero che ne costituisce il soggetto. Seguendo gli indizi con la dovuta attenzione, giungiamo a una soluzione completa prima ancora che l'autore ce la riveli. E, contrariamente a quanto accade con i gialli di classe inferiore, la soluzione non ci delude e ci si presenta come e quando ce l'attendevamo. E' forse lecito paragonare i lettori di un simile romanzo agli scienziati che di generazione in generazione continuano a cercare la soluzione dei misteri che il libro della natura racchiude? Il paragone non calza totalmente e in ultima analisi bisogna lasciarlo cadere; tuttavia esso ha del buono e con opportune modifiche ed estensioni può applicarsi agli sforzi della scienza per risolvere il mistero dell'universo». Poco più avanti, Einstein e Infeld anticipano ancora di più l'operazione ora realizzata da Bruce, giungendo a citare Conan Doyle e ricordando come gli indizi, oltre a svelare il colpevole, permettano anche, se ben interpretati, di prevedere altri indizi non ancora noti. Non c'è dunque grande originalità nell'idea di Bruce, e gli stessi episodi sono talvolta lenti e lutulenti, un po' in sé e un po' per la traduzione. C'è tuttavia in essi un nobile, ihunùhistico desiderio di divulgare la scienza. Gli aforismi di Holmes, per di più, descrivono bene il metodo scientifico: la scienza deriva in primo luogo dall'osservazione e in secondo luogo dalla deduzione; non si deve teorizzare al di là di quanto consentito dai fatti; una volta che sia stato escluso l'impossibile si deve accettare l'improbabile; un'eccezione falsifica la regola e non può essere trascurata. Se i nostri uomini politici nel governare facessero tesoro anche soltanto di queste semplici regole, già avremmo un'Italia migliore. Il guaio è che non leggono di scienza. Spriamo che almeno leggano i gialli. Piero Bianucci SHERLOCK HOLMES E I MISTERI DELLA SCIENZA Colin Bruce Raffaello Cortina pp. 326 L 39.000

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Mondadori, Oxford