POPCORN, RIDERE ALLA TARANTINO

POPCORN, RIDERE ALLA TARANTINO POPCORN, RIDERE ALLA TARANTINO POPCORN Ben Elton traduzione di Annamaria Raffo Longanesi pp. 302 L 29.000 ONO solo critico, diceva Iago, e in effetti elogiare può essere più arduo che demolire. Per di più laddove all'alfiere di Otello si chiedeva di celebrare la bellezza di Desdemona che era sotto gli occhi di tutti, io dovrei parlare di Popcorn senza scendere troppo in particolari: mentre leggevo infatti ero ben contento di non sapere come sarebbe finito - o per dirla meglio, mi sosteneva la curiosità di vedere se l'autore avrebbe avuto il coraggio di dargli una fine coerente con le premesse. L'autore, a proposito, è Ben Elton (nato nel 1959), inglese, noto anche come attore comico; ma la storia è americanissima, seppu a storia è americanissima, seppure con morale valida per tutto l'Occidente. Vi si parla di Brace Delamitri, regista specializzato in thriller violenti e ironici, che come i suoi modelli non dichiarati Quentin Tarantino, David Lynch, Oliver Stone, deve spesso difendersi dalle accuse di proporre ai giovani psicolabili modelli di comportamento cinico e micidiale. In particolare, molti rinfacciano a Brace le gesta dei cosiddetti killer dei centri commerciali, coppia di balordi alla Sailor e Lula ovvero alla Bonnie e Clyde che si sta lasciando dietro una scia sanguinosa nell'area di Los Angeles. Ed ecco che proprio la notte in cui con decisione audace l'Oscar per il miglior film viene assegnato a Brace, premiando una pellicola piena di orrendi omicidi gratuiti, i due delinquenti fanno irrazione nella casa del regista e gli tendono un'imboscata. E' un caso di creatore costretto a confrontarsi con le proprie fantasie - Wilde che incontra Bosie Douglas «dopo» aver scritto II ritratto di Dorian Gray ; ma come presto si scopre, le intenzioni del libro sono più ampie, culminando in una denuncia del potere della televisione o, meglio ancora, degli indici di ascolto della medesima: sui quali e solo sui quali si regolano sia le forze del1 ordine sia i criminali, a partire dal momento in cui questi ultimi ottengono che il loro ricatto venga trasmesso in diretta su di una ventina di reti. Non racconto altro, ma osservo che la trama, impeccabilmente montata anche con l'astuta alternanza delle imprese dei due sanguinari incoscienti con momenti dei film di Brace - i brani cinematografici, descritti come se fossero azioni vere, e le «vere» imprese dei malviventi, esposte talvolta come in un copione cinematografico - osservo che la trama non è tutto; e che basterebbero a far apprezzare il libro le osservazioni satiriche collaterali di cui è cosparso, degne di un brillante epigono di Tom Wolfe. Un personaggio, per esempio, è Oliver, anchorman dai capelli laccati e dagli occhiali senza lenti (capterebbero i riflessi del gobbo). Per sottolineare la presunta gravità dell'affermazione di una intervistata, costui si sistema questi occhiali finti e studia un foglio bianco sul quale ha fìnto di prendere appunti. «Ma è lecito?» domanda poi guardandosi intorno con intenzione. «Gli piaceva dare l'impressione che dietro la telecamera ci fosse una task force di avvocati ed esperti pronti a mettersi in azione al minimo cenno del grande uomo. In realtà, dietro la telecamera c'erano solo due donne, una con in mano un pennello per ritoccare il trucco, l'altra con un bicchiere d'acqua». Questo Oliver e la sua collega Dale, clonati su Ken e Barbie, sono figuranti. I principali sono, oltre al malcapitato ma, nei limiti in cui glielo consente la costante preoccupazione per il successo, arrogante Brace, e ai due assassini psicopa tici: una prosperosa coniglietta di Playboy pronta a tutto pur di imporsi come attrice; la rapace moglie quasi divorziata e la figlia adolescente di Brace; il brusco agente newyorchese di Brace. Fanno poi la loro apparizione in un montaggio di scene di poco precedenti e di poco successive alla cruenta sequenza del seque stro, un professore universitario che fa da moderatore a una confe renza di Brace al campus, ospiti al party degli Oscar, poliziotti politici, operatori dei media. Le. prima ossessione di chiunque pensi di contare un po' riguarda la propria immagine sul piccolo schermo; la seconda è di contat tare dei legali perché rivendichi no risarcimenti di danni materiali o morali. Tutta gente orrenda, senza eccezioni; ma pur nel color antracite del suo umorismo, 1< spiritoso Ben Elton ha il gran me rito di non cedere mai a un tono troppo smaccatamente grottesco che toglierebbe efficacia a un'iro nia dal fondo assai poco ottimi sta, ben resa nella versione di An namaria Raffo. Masoli^o d'Amico POPCORN Ben Elton traduzione di Annamaria Raffo Longanesi pp. 302 L 29.000

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