UNA FARFALLA NEL GELO DI OSLO di Piero Soria

UNA FARFALLA NEL GELO DI OSLO UNA FARFALLA NEL GELO DI OSLO EFFETTO FARFALLA Perniile Rygg Mondadori pp. 251 L. 29.000 N Effetto farfalla affascinante. Gelido. Disperato. Eppure bellissimo. Impregnato com'è di una moralità così lontana dalla nostra - che non è soltanto assenza o indifferenza, ma il segno di un sentire algido, privo di comandamenti - da procurare, assieme al disagio, una sorta di strano sollievo per essere così barbaricamente mediterranei, assolati di sole e di fede, pieni dei calori puerili che scaldano la mente e le impediscono di vacillare. La Norvegia di Perniile Rygg è infatti un quadro di Munch in cui la morte, la cupa violenza del dolore e la difficoltà di vivere si stemperano ormai nelle tinte gnge dell'assuefazione, dell'inutilità della speranza. Persino la neve che tutto imbianca non ha candore: è un manto perennemente rigato di fango. Come l'anima di quella sterminata massa di infelici (quanti!) che abitano l'immensa collina di Oslo dominata dalla casa della follia, albergo di tutte le depressioni che la disillusione di una società boreale pone tra sé ed il suicidio. La protagonista, Igi Heitmann, è una giovane psicologa studiosa della teoria del caos. E' sposata - e qui inizia il sentiero dell'altra morale intesa non come antivalore etico, ma come semplice consuetudine (niente più che usi e costumi in uno spaccato etnologico) - con un omosessuale che adopera i suoi ombretti e le sue ciprie per conquistare, lei comprensiva complice, ragazzi e amori da bar senza minimamente scalfire un matrimonio che almeno pone amicizia e confidenza come diga alla voragine della solitudine. Ma la vita è sempre in agguato. Il padre di Igi - investigatore privato, lui sì già sprofondato nel baratro - viene ucciso da quella che la burocratica polizia ufficiale crede un'auto pirata. Nel suo studio di vinto, le tristi vestigia di un'ultima misteriosa indagine: un ciondolo a forma di farfalla ed un numero telefonico. Potrebbero essere gli indizi di un omicidio camuffato da incidente? Quel padre, per Igi, era l'ultima sottile testimonianza dell'esistenza di un nucleo familiare originale (la madre, risposata, assiste quasi con gioia alla cremazione - insieme con il corpo dell'ex marito - di quel passato e di quei pochi ricordi comuni). Quella scomparsa sembra rimettere in bilico il suo equilibrio precario, agganciato al nulla. Per cui Igi decide di investigare più per la sua stessa salvezza che per trovare la verità. Per strada si imbatte presto nel cadavere di una ragazza, impietosamente gettata in un'infinita e rugginosa discarica di neve (la vera immondizia del grande Nord), e nella sua morte, battezzata come suicida, indovina gli ambigui legami che potrebbero irrobustire la sua teoria. Detto che da questo pulito le tessere del mosaico vanno obbligatoriamente ad occupare le loro caselle, è da rilevare che il fascino della storia sta più nell'indagine sulla società che sulle persone via via coinvolte. O meglio: i sospettati (il direttore della grande casa di cura sulla collina con figlia uccisa e moglie dolorosamente silente; il costruttore edile colpito dal medesimo, sospetto, destino; l'accaparratore di licenze comunali gratuite con figlio pigiatore e messia di fanciulle disperate; donne, ragazze, fauna da bar e di parchi in cerca di umani contatti, pur che siano, sempre meglio della solitudine e dell'indifferenza) finiscono per diventare i personaggi del grande affresco di un Paese che, pur essendo il confine settentrionale della futura patria europea, pare essere in qualche modo più distante da noi dell'India fumosa di pire ed ostaggio delle vacche sacre. Un Paese cioè che non sente eccessivo scandalo di perversioni sessuali, di alcol e droga dilaganti, di incesto e morte. Ma che s'indigna di più per alcune misere bu¬ starelle, motore di quella disonestà civile che sembra essere l'unica vera causa prima della corruzione dell'uomo e dei suoi successivi - ed inevitabili - delitti. Scrittura quasi povera. A volte - ma solo in apparenza - persin sbadata. Profondo tuttavia il senso di disgregazione e di tristezza esistenziale che sa offrire con semplice immediatezza. Piero Soria EFFETTO FARFALLA Perniile Rygg Mondadori pp. 251 L. 29.000

Persone citate: Heitmann, Munch, Perniile Rygg, Rygg

Luoghi citati: India, Norvegia, Oslo