LE MASCHERE DEL «ROSA» di Osvaldo Guerrieri

LE MASCHERE DEL «ROSA» LE MASCHERE DEL «ROSA» Storie d'amore con pseudonimo PGENOVA ER due anni si è chiamata Francis Moore. Inglese? Americana? Non può dirlo nessuno, neppure lei. Da febbraio il suo nome sarà Luisa Sanmarino, Contro ogni apparenza, non è un'avventuriera, né una migrante delle anagrafi. Francis Moore, alias Liùsa Sanmarino, altri non è che Fulvia Bardelli, giovane signora genovese che da due anni conduce una doppia vita. Di giorno è responsabile dell'ufficio stampa al Teatro dell' Archivolto, di notte si trasforma in un ghost writer, mia di quelle entità misteriose che dedicano tempo ed energie a scrivere opere da cui, ufficialmente, non otterranno alcun merito. Moore-Sanmarino-Bardelli scrive romanzi rosa per Mondadori, anzi per le edizioni Harlequin Mondadori, e fa parte di un pattuglione specializzato in questo genere di attività: persone fra le più diverse, anche uomini, ma tutti dotati di pseudonimo femminile e preferibilmente anglosassone. Nel mucchio, troviamo anche una signora di Roma che ha trasformato questa attività in professione esclusiva. Tutti si nascondono dietro nomi esotici: Isabel Whitfield, Miranda Jarrett, Penny Jordan... Poche righe bugiarde in quarta di copertina forniscono persino qualche informazione sulla loro fantasmatica esistenza. Di Miranda Jarrett si dice che «vive a Philadelphia con il marito e i figli Ama molto leggere e si interessa parecchio di storia». A proposito di Isabel Whitfield leggiamo che «vive in un paesino circondato dalle montagne con 0 marito e una figlia. Ama molto scrivere e leggere libri storici». Non si è sbagliato nessuno. E' proprio così. Queste nùcro biografie sono uguali fra loro. Se c'è qualche variante, questa non intacca la sostanza. Mancanza di fantasia? Certo che no. Fulvia Bardelli ci spiega che questi libri devono rappresentare il più possibile il mondo delle lettrici. Ed ecco perciò le signore scrittrici che hanno marito e figli, vivono verosimilmente mia vita tranquilla, con un'unica passione per la lettura e per la storia, proprio come le acquirenti di questa collana specializzata in storie d'amore in un preciso contesto storico del passato. Per esempio: il primo romanzo di Moore-Bardelli, uscito nel '95, s'intitolava Profezia d'amore. Era ambientato in Messico all'epoca della conquista di Cortez. E Cortez era fra i personaggi dell'opera. Accanto a lui le lettrici trovavano Malinche, un personaggio feniminile reale che, oltre ad essere stata l'amante del condottiero, lo aiutò a compiere la strage di Tenactitlàn, nome inca della futura Città del Messico. Ma come si diventa scrittori rosa e come si scrive uno di questi romanzi che seguono prevalentemente il canale di vendita delle edicole e delle librerie nelle stazioni? Fulvia Bardelli cominciò per curiosità. Conosceva Stefano Tettamanti della «Grandi Associati», l'agenzia che cura queste collane per Mondadori. Accettò di scrivere il primo romanzo per la collana «Doppie vite» e, da allora, non ha più smesso. Spiega che lei e tutti i suoi colleghi lavoravano su un impianto prestabilito dalla casa editrice. In 200230 pagine dovevano raccontare un personaggio che fosse la reincarnazione di una donna vissuta nel passato. H 70 per cento della storia doveva riguardare il passato. Soltanto il 30 per cento era riservato al presente. «Ma la protagonista nostra contemporanea non doveva essere straordinaria. Non una ma- nager, ma la sua segretaria; non un'attrice, ma mia costumista o la sarta. Tutto ciò per favorire il processo di identificazione della lettrice». Aggiunge: «Un'altra indicazione fondamentale è di essere onesti nei confronti di chi legge. Cioè non devi supporre mai che il tuo lettore sia più sciocco di te. Quindi devi dargli una scrittura semplice, ma non banale. E ancora: il lettore deve essere confortato nelle proprie conoscenze. Quindi scriveremo che i Romani non portavano l'orologio e il Danubio è blu». In questo intreccio di regole la libertà dello scrittore è relativa. Lavora su mia lunghezza prestabilita. Discute il titolo con il proprio referente. Discute ciò che va scrivendo ogni due-tre capitoli, con la possibile conseguenza di cambiare la trama strada facendo. Alla fine, consegnerà il floppy con la redazione definitiva e pulita del romanzo. Ma, intanto, avrà rispettato precise regole a proposito di sesso, linguaggio, violenza e altri temi forti. Sesso. «E' consigliato - dice Fulvia Bardelli - purché non sia pornografia. Deve ricordare certi bei film in cui le cose si intravedono o si immaginano». Parolacce. «Per carità. Il turpiloquio è bandito, ma è ammessa la metafora. All'inizio mi avevano detto: il nostro lettore non è una mammola, di sicuro usa un certo linguaggio, ma nel libro non deve trovarlo. Una volta ho usato la parola sgualdrina. Inaspettatamente mi hanno detto: è mi termine vecchio, usa puttana». Incesto. «Vietatissimo. Per il problema dell'identificazione cui avevo accennato». Omosessualità. «Idem». Ecco, l'ingegneria del romanzo rosa è compiuta. L'oscuro ghost, insufflato, guidato, corretto, ha consegnato il suo prodotto, sul quale non potrà accampare diritti di alcun genere. Gli spetterà soltanto un compenso in denaro. Quanto? Tre milioni e mezzo. Lordi. Osvaldo Guerrieri

Luoghi citati: Città Del Messico, Messico, Roma