NEL NOVECENTO DI SOLMI LA PASSIONE DELLE IDEE

NEL NOVECENTO DI SOLMI LA PASSIONE DELLE IDEE L' mmm NEL NOVECENTO DI SOLMI LA PASSIONE DELLE IDEE Scrittori, critici, pensatori: il viaggio di un Dilettante OBETTIANO in politica, crociano (in maniera anomala, come può esserlo un gobettiano) in letteratura. Ecco Sergio Solmi, il critico di cui casa Adelphi va ripubblicando l'opera: dalle poesie alle meditazioni, ai ricordi, ai saggi. Qui anticipiamo alcuni passi di La letteratura italiana contemporanea. Scrittori, critici e pensatori del Novecento, a cura di Giovanni Pacchiano. Nato a Rieti nel 1899, morto a Milano nel 1981, Soimi ha trascorso una vita all'insegna del Diletto, secondo la lezione montaliana custodita in «Stile e tradizione», l'articolo-manifesto apparso sul «Baretti»: «In Italia pochi si figurano quel che può essere un dilettante di grande classe; e metteremo anche questa tra le riprove della nostra scarsa civiltà, non solo letteraria». «Un critico non professionale», si definiva lo stesso Solmi, curiosissimo, onnivoro, sospeso fra gli scaffali italiani (da Debenedetti al carissimo Montale, da Svevo a Gozzano) e quelli forestieri, in primis i francesi (da Montaigne a Alain), non negandosi escursioni oltre oceano (Salinger) ed extraterrestri (negli Anni Cinquanta cura un'antologia di racconti fantascientifici, Le meraviglie del possibile). Laziale di origine, Sergio Solmi compie gli anni di prova sotto la Mole, a Torino. Vi giunge al seguito del padre, un professore studioso di Leonardo. Lungo il Po frequenta il liceo e si laurea: un suo «maggiore» è Attilio Momigliano. Gli studi si intrecciano con la Grande Guerra, che lo vede in trincea. A Parma, in uniforme, conosce Eugenio Montale, un sodalizio intenso, che durerà fino alla scomparsa, nello stesso 1981, a un mese di distanza. Versi di Eusebio escono in «Pri¬ mo tempo», la rivista che Solmi fonda a Torino nel '22, con Debenedetti, Gramo e Sacerdote (firmerà pure sul «Baretti» e su «La Cultura»). E Solmi è fra coloro che segnalano a Piero Gobetti gli Ossi di seppia, destinati a essere pubblicati dall'«editore ideale». Come Montale «sente» anche politicamente, individua nel partito d'azione il naturale approdo. Una sensibilità affinata alla Banca Commerciale (giungerà a dirigere l'ufficio legale), frequentando Raffaele Mattioli. Partecipa alla Resistenza, è catturato dalle Brigate Nere, riesce a fuggire rocambolescamente dalla caserma di via Rovello, è di nuovo preso e condotto a San Vittore. «Se non v'è comprensione senza un mimmo di distacco - gli darà atto Eugenio Montale, al compimento dei settantanni - si può dire che in Solmi il testimone di parte e il giudice sono riuniti in una sola persona. Ciò spiega il carattere della sua critica letteraria che non è mai "drammatica" come quella del suo brillantissimo coetaneo Giacomo Debenedetti, non è mai antagonistica rispetto alla materia, all'autore esaminato». Un contributo al ritratto di sé Solmi l'aveva dato nel profilo di Alain, il radicale filosofo francese che scalfisce sia le accademie della Crusca sia le accademie delie antiaccademie quali sono le neoavanguardie: «(Alain ha bisogno di meditare per immagini e figure, senza rinunciare al corpo concreto e mobile del pensiero, quale è costituito dalle occasioni viventi in cui esso si determina volta per volta, e senza sacrificare il calore di quelle passioni intellettuali e morali che circolano originariamente in tutte le nostre idee come il sangue in un organismo». Bruno Quaranta LA LETTERATURA ITALIANA CONTEMPORANEA SCRITTORI, CRITICI E PENSATORI DEL NOVECENTO A cura di Giovanni Pacchiano Tomo secondo Adelphi.pp. 717, L. 90.000 In lui, secondo Montale, «il testimone diparte e il giudee sono riuniti in una sola persona. La sua analisi mai antagonistica rispetto alla materia, all'autore esaminato» Montale e (a destra) Solmi

Luoghi citati: Gozzano, Italia, Milano, Parma, Rieti, Torino