COM E' TRISTE CLINTON SENZA METAFORA

COM E' TRISTE CLINTON SENZA METAFORA Parliamone COM E' TRISTE CLINTON SENZA METAFORA ARLANDO dell'erotismo come discorso e scrittura, qualche decennio fa Susan Sontag osservò che il rap porto sessuale è estremamente ripetitivo e, in fondo, sempre uguale, e le variazioni sono, per così dire, estrinseche, come le stranezze e le bizzarrie dei luoghi 0 delle posizioni in cui avviene, mentre la sostanza non cambia. Quello che lo rende, invece, straordinariamente vario e inventivo e sempre nuovo è la possibilità di raccontarlo con infinite metafore, ricavate dai più diversi àmbiti dell'esperienza umana: attività lavorative, piante coltivate e selvatiche, frutti, fiori, animali e tant'altro ancora, come ben sa chi ha letto i rimatori comici del Duecento e il Boccaccio, le rime del Poliziano e l'Aretino, il Berni e il Marino, fino ai nostri maggiori contemporanei. Uguale ricchezza di parole è, sempre per forza di metafora, nella designazione degli organi sessuali: nella quale non possono non essere ammirate inventività, ingegnosità, folgorazioni di analogie e di simihtudini, genialità, popolaresca e dotta, letteraria e parlata, nell'attribuire anche ai termini più innocenti una metaforicità sessuale. Le parole dirette, proprie, puramente designative del fatto e dell'esperienza sessuale sono le meno usate: almeno, si può dire, fino a oggi 0 quasi, tanto è vero che quel paio che è fondamentale ha finito con l'assumere valori metaforici tali per cui è usato per dire tutto e il contrario di tutto, successo e fortuna, nulla e moltissimo, ingiurie e lode. Nella prospettiva opposta rispetto alle invenzioni allusive intorno all'atto sessuale, la metafora anche in tale caso ha trionfato, proprio per rendere, per contrasto, più vitale, fantasioso, colmo di ogni piacere del corpo e della mente il rapporto amoroso. Ahimè, ormai sembra che più così non sia, almeno a livello di mezzi di comunicazione di massa: lo conferma lo scandalo Clinton. L'unico linguaggio che si conosce ò quello diretto, nudo, esclusivamente designativo in senso tecnico degli organi sessuali 0 di determinati tipi di rapporto. Basta un titolo che contenga mi termine del genere, e tutti lo ripetono, frequentatori di spettacoli televisivi e commentatori di carta stampata. Non mi preoccupa soltanto la volgarità di tale comportamento, ma 2 vuoto mentale e vitale di cui è segno. Se il linguaggio sessuale diviene una metafora politica, allora vuole proprio dire che il sesso è diventato banale, indifferente, meccanico, non evento fondamentale di vita, e che la politica, a sua volta, è destituita di ogni profondità e verità, e non è che un'imitazione bassa e alquanto nauseosa della non vita che è il sesso poveramente designato e compiuto, anzi neppure più compiuto, ma affidato soltanto ai lemmi più triti del vocabolario. Se, poi, i comici (cosiddetti) pensano che satira e riso si ottengano con tale vocabolario, senza molla aggiungervi di invenzione e di fantasia, allora dovrebbero proprio cambiare mestiere, come i giornalisti che lo adoperano. Non è solo un'istanza morale, e se anche così fosse non ci troverei proprio nulla di male. E' la protesta contro l'uccisione della creatività e del piacere dei sensi e della mente a proposito della fondamentale esperienza della vita umana, e dell'uguale volontà di destituzione di serietà e di valore per la politica e le civili operazioni dell'uomo. Giorgio Bàrberi Squarotti

Persone citate: Aretino, Berni, Clinton, Giorgio Bàrberi Squarotti, Poliziano, Susan Sontag