SFIDA PER L'ARMONIA

SFIDA PER L'ARMONIA Uno stile fatto di luce, aria, legno, con l'uomo al centro di tutto. A100 anni dalla nascita New York celebra il grande architetto finlandese SFIDA PER L'ARMONIA ■srv I NEW YORK I ! AVANTI al suo primo stu11 dio scrisse: «Architettura e II Arte Monumentale». Era il " 11921, si era appena laureato a Helsinki, ma tornò nella sua città, Jyyaskyla, fra foreste e grandi laghi, per cominciare a dettare le sue regole. Cocciuto, pignolo e perfezionista, aveva il pallino della sintesi degli opposti. Natura e tecnologia, semplicità e monumentalità, Classicismo e Modernismo, la sua vita (1898 -1976) è stata una lunga, titanica sfida per raggiungere l'armonia. E metterci poi al centro l'uomo. Il 3 febbraio è il centenario della nascita. Il suo Paese si è mobilitato. Ma l'evento-chiave del giubileo è la mostra newyorkese «Alvar Aalto: fra Umanismo e Materialismo», che si inaugura al Museum of Modem Art il 19 febbraio e durerà fino al 19 maggio, per trasferirsi poi al Palazzo Tè di Mantova (23 agosto - 29 novembre) e al Cezon Museum of Art di Tokyo (19 dicembre -15 febbraio 1999). Il MoMa racconta al mondo la sua lunga e prolifica carriera con 50 progetti di edifici, 175 disegni, 15 modelli, foto e filmati. Lo fa a 60 anni dalla prima mostra che gli dedicò nell'aprile del 1938, eleggendolo neU'Olimpo dei grandi architetti del secolo. In Finlandia, dalla laurea in poi Alvar Aalto aveva progettato e costruito di tutto: chiese, ville, ospedali, case operaie, sale di concerti, biblioteche. Aveva scombussolato le regole del Classicismo Nordico, da cui era partito per viaggiare verso il Razionalismo attraverso la natura e la semplicità delle forme, ma nessuno aveva riconosciuto in lui il genio. Ci vorrà Frank Lloyd Wright, di trent'anni più grande di lui, per dirlo ad alta voce a tutti. Per il giovane ambizioso professionista, il non essere riconosciuto in Finlandia era un silenzioso dolore, tanto che quando nel 1954, finalmente affermato, si compra una barca, la chiama «Nemo Propheta in Patria». Mentre Le Corbusier mette a punto la sua «Macchina per abitare» e Mies van der Rohe cerca di dare respiro al rigido funzionalismo con forme pure, materiali trasparenti e tecnologia perfetta, Alvar Aalto si preoccupa di elementi eterei come la luce e lo spazio. Ma con il suo gusto per la provocazione ammette che «l'aria in architettura è l'elemento che costa di più». La sua sarà una lunga lotta silenziosa ma evidente per convincere committenti e burocrati che l'uomo, avvento delle macchine o no, è e deve rimanere il centro. Al punto che alla casa dà una definizione fisiologica. La chiama cel- lula perché, ispirandosi alle costruzioni della Carelia (regione al confine con la Russia), la vuole sempre aperta alla possibilità di ingrandirsi. E per climostrare di non essere un pazzo visionario, con la moglie Aino Marsio partecipa freneticamente a un concorso dietro l'altro. Nel 1927 vince il primo premio per la realizzazione della Biblioteca Municipale di Viipuri e due anni dopo quello per il Sanatorio di Tubercolosi di Paimio. Saranno due capolavori di funzionalismo nei quali mette a punto il suo linguaggio architettonica, che più tardi verrà definito «organico». «Ci vuole radicalismo per evitare di creare un comfort superficiale», sottolineava mentre progettava il sanatorio. E lo progettava dal punto di vista del paziente, non di chi lo curava. Era stato malato lui stesso e sapeva cosa voleva dire avere luci sparate negli occhi, ventilazione proprio sulla testa, rumori di ogni tipo. Così, insieme alle strutture portanti comincia a occuparsi minuziosamente dei dettagli. Pavimenti color paglierino, per dare la sensazione che riflettano la luce del Sole, soffitti di colori che diano pa¬ ce, riscaldamento «naturale» diffuso da pannelli vicino alle finestre. Tutto deve essere insonorizzato, anche il rumore dell'acqua, che scorre nel lavandino. «I problemi acustici - dice - sono di primaria importanza sia dal punto di vista fisiologico, sia psicologico. Ecco perché non si possono risolvere solo con mezzi tecnici». Disegna persino le sedie. Le vuole di legno, che preferisce per le qualità tattili, visuali e psicologiche. Detesta i tubolari di acciaio, che cominciano a imperversare negli arredamenti. Quando nel 1933 il Sanatorio è finito, appare in tutta la sua unicità che combina classico e moderno, cemento e cristallo, ambiente e tecnologia. La sintesi degli opposti è avvenuta. Nel 1935 finisce anche la Biblioteca di Viipuri. Aalto è ormai padrone del suo linguaggio. Il classicismo è una reminiscenza che ha lasciato il posto al funzionalismo razionalista, arricchito di elementi propri. Si preoccupa dell'angolo con cui entra la luce, che deve essere sempre indiretta, sceglie le linee curve, e il legno, appena può. Compreso per D soffitto della biblioteca, che diventa ondulato per disseminare meglio il suono. Da un lato cerca di armonizzare la sua architettura con la natura e il paesaggio finlandese, dall'altro pensa a allargare i suoi orizzonti. Ci riesce, quando nel 1937 realizza il Padiglione della Finlandia per la Fiera di Parigi e lo chiama «Le bois est en marche», il legno è in cammino. Nel 1939 partecipa alla Fiera Mondiale di New York. L'America gli darà onori. Terrà conferenze all'Università di Yale, di Boston, al Mit, al San Francisco Museum of Art. Ma quando parla di problemi fisiologici, psicologici connessi con la progettazione, il suo pubblico non lo capirà. Vuole sentire solo dati tecnici. E lui tornerà ai suoi opposti. Natura e produzione industriale (mobili compresi), individuo e società, semplicità e monumentalità. Fiamma Arditi ■srv I NEW YORK I ! AVANTI al suo primo stu11 dio scrisse: «Architettura e II Arte Monumentale». Era il " 11921, si era appena laureato a Helsinki, ma tornò nella sua città, Jyyaskyla, fra foreste e grandi laghi, per cominciare a dettare le sue regole. Cocciuto, pignolo e perfezionista, aveva il pallino della sintesi degli opposti. Natura e tecnologia, semplicità e monumentalità, Classicismo e Modernismo, la sua vita (1898 -1976) è stata una lunga, titanica sfida per raggiungere l'armonia. E metterci poi al centro l'uomo. Il 3 febbraio è il centenario della nascita. Il suo Paese si è mobilitato. Ma l'evento-chiave del giubileo è la mostra newyorkese «Alvar Aalto: fra Umanismo e Materialismo», che si inaugura al Museum of Modem Art il 19 febbraio e durerà fino al 19 maggio, per trasferirsi poi al Palazzo Tè di Mantova (23 agosto - 29

Persone citate: Aalto, Alvar Aalto, Fiamma Arditi, Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Nemo, Rohe