Marchioron: «Gheddafi? Pronti a vendergli il latte»

Marchioron: «Gheddafi? Pronti a vendergli il latte» Marchioron: «Gheddafi? Pronti a vendergli il latte» INTERVISTA IL LEADER DELLA PROTESTA GMILANO ENERALE» Ruggero Marchioron, il colonnello Gheddafi vuole comperare il latte italiano. Glielo vendete? «Certamente. Facciamo uno scambio: lui ci dà il petrolio, noi gli diamo il latte, diventiamo suoi alleati. Ma non vorrei che truffassero anche i libici, così come sono stati truffati molti allevatori». Perché? «Perché il latte prodotto in Italia copre solo per il 60% il fabbisogno nazionale. E allora non vorrei che con Gheddafi si facesse un accordo commerciale per il latte di carta, quello che non si munge ma finisce nei verbali del ministero dell'Agricoltura». Allora, non si può? «La proposta dei libici merita ugualmente attenzione. Anche se la Ue doveva svegliarsi prima». Accusa Bruxelles? «L'Europa non si è mai occupata di sondare gli altri mercati, i mercati extracomunitari. Se ci sono eccedenze di produzione a livello Ue, perché non si va a proporre il nostro prodotto fuori dall'Europa?». Tornando alla vostra protesta. Cosa farete, adesso che è passato il decreto del governo? ((Adesso smontiamo i presidi, lunedì iniziamo a Vancimuglio poi toccherà agli altri. Quel poco che è arrivato è nel decreto». Beh, non è proprio pochissimo. Sono 1100 miliardi, la proposta inziale di Prodi era di oltre 200 miliardi meno. Non vi basta? ((Abbiamo fatto i nostri calcoli. In realtà agli allevatori finiranno in tasca più o meno 600 miliardi. Gli altri sono soldi virtuali, per latte virtuale». Può spiegare, meglio? «Allora: molte delle restituzioni sono legate alla quota B di produzione, che non tutte le aziende hanno. Ci sono aziende che non hanno visto una lira e andranno avanti così fino al 31 maggio». Intende dire, fino alla fine dei lavori della commissione d'indagine? «Si chiama commissione di garanzia. Dovrebbe servire ad accertare finalmente quanto latte viene prodotto in Italia, la capacità di ogni allevatore e le quote di cui avrebbe diritto». Perché, usa il condizionale? «Perché so come succede in Italia. C'è il rischio di una valanga di ricorsi da parte degli allevatori, quando usciranno i bollettini con le quote di produzione. Non si può continuamente ragionare per com- missioni parziali senza approfondire il problema. Guardiamo a quello che è successo due anni fa, dopo i blocchi a Linate». Guardiamo. «Allora venne istituita una com¬ missione che ha portato a un risultato che conoscevamo già: ci sono aziende che producono latte senza avere vacche, società che hanno sede in piazza Navona a Roma e non si capisce dove abbiano le stal¬ le, allevatori che hanno quote di carte e altri ancora che prosperano sul commercio delle quote. Noi siamo tornati sulle strade, ci hanno fatto un sacco di promesse, ci hanno dato un po'di soldi, meno di quanto appaia, e abbiamo ottenuto una nuova commissione d'indagine». E già sapete quale sarà il risultato, giusto? «Noi ancora una volta ci auguriamo che si vada fino in fondo ma sono certo che gli allevatori non si fermeranno. Faranno ricorso quando si conosceranno i bollettini di produzione». Dica la verità, ma è proprio insoddisfatto? «Quel decreto, lo abbiamo detto subito, non accontentava gli allevatori. Ma non si può nascondere una certa soddisfazione». Per la vostra resistenza? «A Vancimuglio, ai bordi dell'autostrada Serenissima, siamo rimasti per oltre settanta giorni. Gli allevatori si sono presentati uniti. E poi è dal dopoguerra, che non si parla così tanto di agricoltura e di un bene primario come il latte. Abbiamo portato alla luce anni e anni di truffe, prosperate grazie al sindacato e ai politici. Fino ad oggi non c'era mai stata considerazione per il nostro lavoro, adesso sono stati costretti a sentirci tutti. Comunque aspettiamo, aspettiamo i risultati della commissione di garanzia». E se non vi soddisfaranno? «Non ho dubbi, riprenderemo la protesta, torneremo per le strade con i trattori». Fabio Potetti Decine di sacchi rovesciati sull'asfalto «E' la più grave crisi del settore» -2 — IL RISO ITALIANO IN CIFRE (Dati '97 sul prodotto grezzo) 439 mila lonn. LE IMPORTAZIONI 233.500 ettari LE RISAIE COLTIVATE 1200 miliardi II GIRO Di AFFARI DOVE SI PRODUCE Di PIÙ' LA PRODUZIONE 2,3 MILIONI Di TONN./ * ,. -..v.^---- 7! PAVIA, VERCELLI, NOVARA, MILANO Ruggero Marchioron uno dei leader della protesta dei Cobas del latte

Persone citate: Fabio Potetti Decine, Gheddafi, Marchioron, Prodi, Ruggero Marchioron