D'Alema: Scalfaro merita applausi

D'Alema: Scalfaro merita applausi Nel vertice di maggioranza il ministro Flick accusato di «eccesso di immobilismo» D'Alema: Scalfaro merita applausi «I magistrati ci aiutino a fare delle riforme giuste» ROMA. Corre su un doppio binario, la questione giustizia. Quello tracciato dalla Bicamerale: tra mediazioni, retromarce e ripensamenti, il centrosinistra ha trovato un punto di compromesso, che andrebbe anche bene ad An, ma che non trova Fi ancora consenziente. Poi c'è il binario cosiddetto ordinario, delle leggi non costituzionali. E anche qui la situazione non è di quelle semplici: nel vertice di maggioranza di ieri sera, con Prodi e Flick, la delegazione del pds, quelle del ppi, di Rifondazione e verdi hanno contestato al Guardasigilli un eccesso di immobilismo, tanto che il presidente del Consiglio ha dovuto fare da mediatore e paciere perché la riunione si stava trasformando in un vero e proprio processo con il ministro della Giustizia sul banco degli imputati. Questo è il quadro nel quale si è mosso Massimo D'Alema, che ieri aveva due appuntamenti importanti. Il primo, in aula, in sede di replica nell'ambito del dibattito sulle riforme, il secondo, quello con la platea dell'Anni. In mattinata, con i deputati, il segretario del pds ha difeso l'operato della commissione da lui presieduta: «Non credo - ha detto - che la proposta della Bicamerale contenga una spallata all'autonomia della magistratura». Nel pomeriggio, con l'Anm, D'Alema ha modificato un po' i toni. Ha esordito con un elogio sperticato della presidente dell'associazione Elena Paciotti. Quindi ha difeso Scalfaro: «Io mi sono sempre trovato ad applau- dirlo e ho condiviso la totalità dei suoi interventi», ha affermato, precisando però che il parere del Presidente non è vincolante per il Parlamento. Infine, D'Alema si è rivolto ai magistrati, chiedendo loro un aiuto per varare le riforme giuste, perché, ha detto, «con la contrapposizione non ce la possiamo cavare». Il leader della Quercia ha ammesso che il nodo della giustizia, in Bicamerale, è ((rimasto politicamente irrisolto», ha dato ragione a gran parte delle critiche della Paciotti, e ha lasciato intravedere uno dei punti del possibile compromesso nel centro sinistra: il cosiddetto «lodo Tinebra». L'altro è quello di mettere in Costituzione la possibilità di una separazione tra giudici e pubblici ministeri, demandando però alla legge ordinaria il come. A queste ipotesi, come si diceva, non sarebbe contraria An, sebbene Fini debba tener conto dell'alleato Berlusconi. Ieri sera il presidente di An ha criticato «i fenomeni di pressione nei confronti delle opposizioni» a cui danno vita alcuni magistrati proprio «nel momento in cui vanno avanti le riforme». E, fatto importante, Fini non si è riferito solo al leader di Fi, ma anche a ciò che accade a Bossi. Mentre D'Alema parlava ai rappresentanti dell'Associazione nazionale magistrati, in un altro luogo, a Palazzo Chigi, si teneva una riunione piuttosto delicata sulla giustizia. All'ordine del giorno, in estrema sintesi, due problemi: il ruolo del governo e in particolare del ministro Flick - che nei giorni scorsi è stato duramente attaccato dai pidiessini - e la necessità di ricompattare la maggioranza sulla materia. Di Bicamerale, Prodi non ha voluto parlare, ricordando che «non sta al governo mtervenire nel processo costituzionale». Ma comunque di carne al fuoco ce n'era parecchia. Flick è stato contestato. Il capogruppo della sinistra democratica al Senato Cesare Salvi ha detto che il governo deve muoversi, sulla giustizia, altrimenti, ha aggiunto, «dissoceremo le nostre responsabilità da quelle dell'esecutivo». Gli altri due pidiessini, Folena e Mussi, hanno sollecitato ((una più forte presenza di mediazione da parte del governo perché occorre evitare che la maggioranza sia disunita su temi come quello della giustizia». Flick si è difeso ricordando i provvedimenti usciti dal suo ministero, E Prodi ha ammesso: «C'è bisogno di questo raccordo». Mussi ha preso la palla al balzo, suggerendo la calendarizzazione degli argomenti da affrontare, ma alla fine si è deciso che vi saranno altri incontri e che solo la settimana prossima verrà preparato un «documentocomunicato», con gli mdirizzi e le priorità, della maggioranza in materia. «Vi sono nodi aggrovigliati», sottolineavano, al termine della riunione, sia Folena che Mussi. Problemi aperti nel vertice; problemi aperti nel processo costituzionale: a quanto pare, il doppio binario della giustizia non corre ancora diritto. Maria Teresa Meli Massimo D'Alema, segretario del pds e presidente della Bicamerale

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