Il pm chiede tre anni per Berlusconi di Susanna Marzolla

Il pm chiede tre anni per Berlusconi Il legale della Fininvest: «Congetture da inquisizione». Fini: «Accanimento ideologico» Il pm chiede tre anni per Berlusconi // Cavaliere: menzogne dettate dall'odio politico MILANO. Secondo il pubblico ministero Gherardo Colombo «solo Silvio Berlusconi aveva all'interno del gruppo Fininvest il potere di autorizzare pagamenti illeciti»; quindi «è colpevole di corruzione e va condannato a tre anni di reclusione». Con questa richiesta il pm ha concluso la sua requisitoria al processo per le tangenti pagate dal gruppo Fininvest alla Guardia di Finanza per ammorbidire le verifiche fiscali. 380 milioni in tutto, versati tra l'89 e il '92, in occasione dei controlli a Videotime, Mediolanum, Mondadori e Telepiù. Come Silvio Berlusconi vanno condannati, secondo il pubblico ministero, tutti gli altri imputati: suo fratello Paolo (due anni e quattro mesi); il responsabile dei servizi fiscali della Fininvest Salvatore Sciascia (due anni e due mesi); il manager del gruppo Alfredo Zuccotti (un anno e 6 mesi); i militari della Guardia di Finanza che incassarono le tangenti: Vincenzo Tripodi (3 anni e 10 mesi), Giovanni Arces e Giuseppe Capone (due anni e 8 mesi ciascuno), Francesco Nanocchio (due anni e 6 mesi). E, per Gherardo Colombo, va condannato anche l'avvocato (e ora parlamentare di Forza Italia) Massimo Maria Berruti, accusato di favoreggiamento: due anni. La vicenda che lo ha portato in tribunale è quella di un suo presunto incontro a Palazzo Chigi con Silvio Berlusconi - all'epoca presidente del Consiglio - a cui sarebbe seguito un particolare «interessamento» per far tacere alcuni finanzieri sulle verifiche in Fininvest. Massimo Maria Berruti si è presentato ieri in tribunale per difendersi, prima che Colombo prendesse la parola: «Non ho commesso il reato di cui vengo accusato - ha detto -, non ho mai ricevuto il passi d'ingresso a Palazzo Chigi». Che non avesse visto Berlusconi, quel giorno di luglio '94, lo avevano dichiarato anche i collaboratori dell'ex presidente del Consiglio Niccolò Querci e Marinella Brambilla. Ma il pm sostiene che non avrebbero detto il vero: perciò ha chiesto al tribunale di inviare gli atti al suo ufficio, per procedere contro di loro per falsa testimonianza. Stesso procedimento contro l'ex ministro delle Finanze Rino Formica (del psi), reo di aver definito «anonima» una telefonata che sarebbe invece partita dalla Fininvest. L'annuncio del procedimento per falsa testimonianza è stato l'unico colpo di scena di una requisitoria per il resto piuttosto prevedibile: Colombo ha infatti ricalcato quanto aveva dichiarato nella sua relazione introduttiva all'inizio del processo, due anni fa. Più di un'ora è stata dedicata alla posizione di Silvio Berlusconi che, afferma il pm, «della Fininvest sapeva tutto» al contrario di suo fratello Paolo, che si è accollato la responsabilità delle tangenti e che invece «aveva una posizione da gregario». Per il pm il leader di Forza Italia «mente quando dice di non essere stato a conoscenza delle tangenti, quando dice di non sapere dei fondi neri Fininvest; non ha scrupoli a raccontare il falso». «Non credevo che l'odio politico e il furore ideologico potessero portare a tanto»: così Silvio Berlusconi reagisce alle parole del pm, «che - dice - chiede la mia condanna senza essere riuscito a indicare una sola testimonianza, un solo documento, una sola chiamata in correità». Il leader di Forza Italia ricorda anche che «raggiunto dall'invito a comparire, davanti a centinaia di giornalisti italiani e stranieri, ho giurato sui miei cinque figli di non essere neppure a conoscenza dei fatti addebitati» e torna a sostenere che la Fininvest ha «patito una concussione. Questa è la verità; il resto è solo menzogna e accanimento politico». Un termine, accanimento, ripreso anche dal segretario di Alleanza nazionale Gianfranco Fini che definisce la richiesta di Colombo «un'ulteriore dimostrazione dell'accanimento giudiziario del pool verso Berlusconi. La richiesta di condanna - aggiunge - è basata su un teore¬ ma, sempre più poco credibile giuridicamente e non tollerabile quando è applicato a intermittenza mirata». Molto critica verso Colombo la reazione di Ennio Amodio, difensore di Silvio Berlusconi: definisce la sua requisitoria come esempio di «stile della più schietta tradizione inquisitoria» e sostiene che «il pm annaspa; non ha nulla in mano, nessuna prova soltanto congetture, ma chiede ai giudici di condannare comunque Berlusconi». In quanto alla scelta di incriminare i testimoni a difesa «si tratta - dice il legale - di un escamotage dell'ultima ora per dare consistenza a un'accusa che fa acqua da tutte le parti». Di «congetture» parla anche un comunicato della Fininvest, dove si legge che «del coinvolgimento di Silvio Berlusconi nei fatti contestati non c'è nessuna traccia, dopo anni di lavoro investigativo» e i manager del gruppo «da vittime diventano colpevoli». Susanna Marzolla Gherardo Colombo «Nel gruppo, solo lui aveva il potere di autorizzare pagamenti illeciti»

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