Rai, i Poli si spaccano sul nuovo cda di Maria Grazia Bruzzone

Rai, i Poli si spaccano sul nuovo cda L'Ulivo approva le nomine. Veltroni: persone competenti. Ma Rifondazione è contraria Rai, i Poli si spaccano sul nuovo cda Ari: meglio dei precedenti. Forza Italia: blitz notturno ROMA. Lottizzati ma competenti. E' questo il giudizio prevalente sul nuovo cda Rai che, con varie sfumature, emerge nei commenti dei palazzi romani, dall'Ulivo al Polo, e anche da viale Mazzini, dove alcuni dei personaggi scelti dai presidenti delle Camere sono già delle vecchie conoscenze. Il più soddisfatto è il pds, che alla fine ha ottenuto di mettere un manager come Pierluigi Celli sulla poltrona che era di Franco Iseppi e apprezza il giurista (della stessa scuola fiorentina di Enzo Cheli, prescelto da D'Alema per l'Authority) del presidente designato, il cattolico di sinistra Roberto Zaccaria. Dalemiani e veltroniani concordano sui nomi scelti. E pure nel richiamare l'attenzione sui nodi della riforma, delle comunicazioni e dei criteri di nomina, che si dovrà pur fare. Tanto che viene il dubbio che questo cda non sia poi così definitivo come si può credere. «E' un buon consiglio di amministrazione, perché ci sono persone competenti. Ma non dimentichiamoci che la Rai ha un problema di fondo che riguarda l'assetto istituzionale», commenta Walter Veltroni, sbilanciandosi a dire che «alla Rai serve un organo di garanzia che non sia la commissione parlamentare di Vigilanza». Giovanna Melandri parla di «una buona squadra», ma sottolinea che «adesso la parola torna in Parlamento». Dello stesso tenore Vincenzo Vita. Il più prudente nel pds è Beppe Giulietti, forse ancora memore di quando un blitz di Cel- li, allora capo del personale della Rai dei Professori, smascherò la presenza effettiva a Saxa Rubra di una decina di giornalisti sulla cinquantina segnati per lo straordinario domenicale: uno scandalo che costò a Demattè la rottura con l'Usigrai, il sindacato allora capitanato appunto da Giulietti. Per il quale «il cda andrà giudicato nei fatti». Tra i favorevoli ci sono anche i diniani di Ri. E i Verdi, che hanno ottenuto di mettere nel cda Vittorio Erniliani, l'ex direttore del Messaggero che era sì socialista, si ricorda in Rai, ma «demartiniano». Concorde ma freddino il ppi. Marini si limita a parlare di «una scelta in piena autonomia». E si sa che avrebbe preferito una presidenza Fabiano Fabiani a uno Zaccaria che, per quanto vicino al ppi, è fortemente connotato a si¬ nistra. Negativo al massimo Prc, che ha visto escluso il suo candidato Sandro Curzi. Per Bertinotti «l'organigramma Rai è frutto della più vecchia logica spartitoria fra Pds e Ppi». Cossutta rileva che «il consenso maggiore viene da An». E, effettivamente, il giudizio di An è molto positivo. «Stando ai curricula e alle esperienze, è certo un consiglio migliore del precedente», commenta Fini. Costringendo anche Francesco Storace a un'a¬ pertura di credito al nuovo cda. Dove An ha ottenuto di inserire Gianpiero Gamaleri, professore di comunicazioni di massa, cattolico vicino a Publio Fiori, ben conosciuto in Rai dove è stato, fra l'altro, assistente di Agnes e di Pasquarelli. Nel Ccd, se Mastella è quasi soddisfatto, non lo è per niente Marco Follini per il quale questo cda è «un monumento all'Ulivo: una diarchia - spiega riferendosi a Zaccaria-Celli - con un fortissimo segno di sinistra». Il più furioso nel Polo è Berlusconi che, quando ha visto l'altra notte l'elenco dei prescelti, pare sia andato su tutte le furie. Perché considera Zaccaria un avversario storico di Mediaset, ritiene Celli un antagonista non da meno. Ma soprattutto perché, pur avendone stima, non riconosce come «vicino» l'esperto di pubblicità e new media Alberto Contri, scelto come secondo consigliere in quota Polo: tanto che non figurava nella cmquina di nomi portati a Violante e Mancino da Gianni Letta. Così il leader del Polo manda avanti i suoi colonnelli, Pisanu e Romani, che sparano a zero parlando di «blitz notturno» e di «normalizzazione». Intanto il neopresidente designato ha già fatto un salto a viale Mazzini per incontrare Iseppi, facendo sapere che vi sarà «continuità». E, per dare un segnale, il cda, prima di riunirsi martedì, inconterà il vecchio consiglio. Nella stessa giornata si procederà alla nomina del presidente. E a quella del direttore generale che, in concomitanza, sarà designato formalmente dal cda Iri. Maria Grazia Bruzzone

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