IL DEBITO EI SOSPETTI DELL'EUROPA di Mario Deaglio
IL DEBITO EI SOSPETTI DELL'EUROPA IL DEBITO EI SOSPETTI DELL'EUROPA DUECENTOTRENTACINQUE miliardi al giorno, quasi dieci miliardi all'ora, un po' più di centosessanta milioni al minuto. E' stata questa la crescita media del debito del settore statale tra l'ottobre 1996 e l'ottobre 1997, come si ricava dai dati esposti dal sottosegretario al Tesoro, Piero Giarda, alla commissione Bilancio della Camera. In un'Europa che si fa scudo delle cifre per evitare di far politica, questi dati meritano un esame attento perché rappresentano per l'Italia un fardello pesante e mettono in luce, in maniera sintetica, difficoltà e speranze del Paese. La crescita del debito è in forte rallentamento e risulta quasi dimezzata in un intervallo di 12 mesi ma questo non è bastato a fare spuntare un sorriso di soddisfazione sul volto, normalmente severo, del sottosegretario a cui competono gli aspetti tecnici dei conti pubblici. Il debito, infatti, nonostante questi miglioramenti, cresce a un ritmo pressoché uguale a quello della produzione. Per questo, il rapporto tra il debito e il prodotto lordo, una delle porte fatate che bisogna attraversare per entrare nel castello di Maastricht, rimarrà incollato al livello dell'anno scorso, con variazioni alla prima o alla seconda cifra decimale: per ogni mille lire di produzione effettuata in Italia in un anno, ci sono all'inarca 1238 lire di debito pubblico, mentre il famoso trattato prevede che non possano essere più di seicento. Il trattato prevede anche che un Paese, qualora stia sopra a questo livello, debba per lo meno mostrare chiari segni di abbassamento verso questa quota; ma l'abbassamento italiano nel 1997 è stato, al massimo, impercettibile, mentre quello più sensibile Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 8 SETTIMA COLONNA
Persone citate: Piero Giarda
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