Le lacrime come prova di Ferdinando Camon

Le lacrime come prova La Cassazione: il pianto di una donna conta più delle parole Le lacrime come prova TRA lui che protesta di non averla toccata e lei che lo accusa di aver commesso atti di libidine violenta, la terza sessione della Cassazione ha creduto a lei: perché lui parla con calma, mentre lei piange. Dunque, le lacrime diventano una prova. E' un principio importante. Riconosce che quel che si esprime con le parole è una piccola parte di quel che si ha da dire, il resto viene fuori in altri modi: i tremiti, i tic, le convulsioni, lo svenimento. Una volta si diceva: «Si calmi, signorina, sospendiamo per mezz'ora». Così si perdeva proprio l'espressione più autentica della verità, il momento clou della testimonianza. Lo sapeva Salomone. Quello che si chiama «Il giudizio di Salomone» è tutto qui: nel dichiarare amore per il bambino le due madri, quella vera e quella falsa, si equivalevano; ma quando lui propose di tagliare il bambino in due, una si mise a piangere e a tremare. Quella era la vera madre. Lo sanno gli psicanalisti. Le sedute più angosciose, in analisi, van via tra le lacrime delle pazienti. L'analista interpreta più il pianto e i tremiti delle mani che non le parole. La paziente dice: «Non m'importa niente di lui». E l'analista: «Però le trema la voce». Se tremito e parole si contraddicono, il primo vai più delle seconde. Quando interrogavano la figlia del cosiddetto mostro di Firenze: «Il padre ti ha violentato?», la ragazza reagiva come se fosse scottata dall'acqua bollente, le mani si alzavano a proteggere la testa. Rispose, con un filo di voce: «Sì». H padre non fiatò. Quel tremito lo inchiodava. Il tremito, i balbettii, i pianti non sono un racconto, sono una testimonianza. Lo vediamo con i minori violentati, che diventano insonni, malati. Noi aspettiamo le parole, quando abbiamo tutto il resto: aspettiamo un soffio, e non sentiamo l'urlo. La Cassazione dice che bisogna ascoltare l'inconscio al di sopra del conscio. E' da un secolo che l'analisi lo fa. Il diritto si adegua. Finalmente. Ferdinando Camon SERVIZI A PAGINA 13

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