La Consulta promuove le mamme in carriera di Antonella Torra
La Consulta promuove le mamme in carriera La Consulta promuove le mamme in carriera ROMA. La mamma «in carriera» va privilegiata rispetto a quella che lavora come dipendente. Lo sostiene la Corte Costituzionale, aggiungendo che la madre imprenditrice è legittimata a ricevere il corrispettivo dell'indennità di maternità senza essere tenuta obbligatoriamente ad astenersi dal lavoro. La sentenza, che è stata depositata ieri, ha sancito la legittimità delle norme contenute nella legge n. 379/'90 che riguardano la corresponsione dell'indennità di maternità per le libere professioniste. La questione di legittimità costituzionale era stata posta a suo tempo dal pretore di Livorno, sulla base di un'iniziativa promossa dalla Cassa nazionale del notariato, che verteva sul contrasto esistente in questa materia fra le norme stabilite per le donne-madri «in carriera» e quelle che regolano invece l'indennità di maternità perii lavoro subordinato, contenute nella legge n. 1204/71. In quest'ultimo caso, infatti - a differenza delle libere professioniste - le donne devono obbligatoriamente astenersi dal lavoro nei cinque mesi in cui percepiscono il trattamento di maternità. Le lavoratrici autonome, secondo la Corte, non si trovano «sotto la pressione di direttive, di programmi, di orari», ma possono «distribuire più elasticamente tempo e modalità di lavoro», con la conseguenza di sopperire «alle difficoltà derivanti dalla temporanea incapacità fisica a prestare la normale attività lavorativa». «Una sentenza giusta perché porta alla ribalta un problema mai affrontato: la legge sulla maternità è vecchia e va riveduta. Ma una sentenza che contiene un errore, grave, di fondo: considera "madre in carriera" solo la libera professionista e non quella che lavora come dipendente». Marina Salomon, una delle più famose imprenditrici italiane e mamma di tre bambini, spara a zero sulla legge che tutela la maternità. «Serve a proteggere le operaie, le donne che fanno lavori usuranti dice Marina Salomon -. Molte colleghe mi hanno chiesto, invece, di venire in ufficio fino alla nascita del bambino, in cambio di più tempo libero dopo, per stare con il figlio. Insomma deve essere data alla donna la facoltà di scegliere la soluzione migliore. I mezzi ci sono: una flessibilità intelligente, l'estensione del part-time. Certo agli imprenditori uomini fa comodo questa situazione, tanto alle donne non si danno posti di comando. Ma non deve essere così. Le alternative esistono: nella mia azienda ci sono donne che hanno figli piccoli e ricoprono ruoli di comando. Si autogestiscono: computer a casa, telelavoro. Il controllo avviene dai risultati». A questo punto entra in gioco il governo. «In Francia la donna che lavora è aiutata, in Italia deve scegliere, o la carriera o i figli. Se io fossi stata una dipendente non avrei potuto permettermi tre bambini)). Antonella Torra «Chi fa la libera professione ha diritto all'indennità di maternità pur continuando a lavorare»
Persone citate: Marina Salomon
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