Bogarella: Siino prima delle spiate sentiva Brasca
Bogarella: Siino prima delle spiate sentiva Brasca Firenze, il boss in aula Bogarella: Siino prima delle spiate sentiva Brasca FIRENZE. Leoluca Bagarella, cognato di Riina, boss di Corleone, accetta per la prima volta di rispondere alle domande in un'aula. Nell'aula bunker di Santa Verdiana, dove si celebra il processo per le autobombe di Roma, Milano e Firenze, viene interrogato dal pm Chilazzi, e risponde che non poteva essere presente al bacio tra Riina e Andreotti «perché mi trovavo in carcere». Ma azzarda un'analisi politica: se Cosa nostra nel 1987 dava i voti a Martelli, come poteva nello stesso tempo «baciare» Andreotti? Bagarella tiene in mano un foglietto con i nomi «dei gentiluomini» pentiti. E proprio su di loro cerca di sparare a zero. Su Angelo Siino: «Prima di andare alla polizia si consigliava con Brusca». Su Balduccio Di Maggio: «Un infamone». Ma è su Brusca che Bagarella scatena i suoi strali: «Pensavo che fosse uno sbirro». [c. e]
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