Ercolina star a Bruxelles di F. Man.

Ercolina star a Bruxelles Ercolina star a Bruxelles / Cobas la portano all'Europarlamento BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La mucca Ercolina non entra in Europa. I solerti guardiani del Parlamento europeo e deUa Commissione hanno respinto ieri, anche con l'ausUio di qualche spintone, la pacifica invasione delle istituzioni comunitarie da parte del simbolo dei Cobas del latte. Ma almeno una soddisfazione il suo ex proprietario (ora Ercolina appartiene a Don Gebnini al quale è stata donata), Pietro Tavazzani da Pavia, dopo quattro giorni in camion per raggiungere questo luogo remoto da cui piovono le multe, se l'è tolta: queUa di mungere Ercolina proprio di fronte aUa Commissione, là dove di soUto vengono parcheggiate le berline dei Commissari e dove adesso qualche pozza bianco latte suU'acciottolato turba l'uniformità del grigio bruxeUese. Poi U tempo di un pascolo veloce nei giardini e di nuovo sul camion, Ecolina con una co¬ perta addosso per ripararla dal freddo che morde, i gendarmi belgi che incuriositi si informano di chi siano questi Cobas del latte e aUa fine parlano di un manifestazione «ludica». «Dite a questi di non rompere i cogUoni - incoraggia i due custodi di Ercolina un Umberto Bossi che si è materiaUzzato all'improvviso sull'onda di fantomatiche informazioni di una mandria di bovini all'assalto dei palazzi del potere - ed entrate alla Commissione, lì trovate Monti». Poi chiosa con leggerezza: «Se eravate con i porci passavate farilmente, invece con le vacche vi riconoscono». Chissà se i Commissari gradiranno. Un po' meglio che ad Ercolina va ai sette rappresentanti dei Cobas che in una sede distaccata deUa Commissione incontrano alcuni europarlamentari italiani e soprattutto Corrado Pirzio BiroU e Franco MUano, rispettivamente capo di gabinetto e direttore generale aggiunto del Commissario aU'Agricoltura Franz Fishler. Giovanni Robu¬ sti, leader dei Cobas e i suoi colleghi, ripetono le loro proposte, prima fra tutte quelle di redistribuire agli allevatori le trattenute per le quote «sfondate», che oggi sono in mano agU acquirenti del latte, come i consorzi e i caseifici, e poi di procedere al pagamento delle multe su base individuale una volta che si sarà accertato chi ha veramente superato i limiti consentiti e chi no. Una proposta che i rappresentanti della Commissione dicono di non poter avallare, dato che considerano la questione di competenza nazionale: è l'ItaUa che deve applicare i regolamenti comunitari e far pagare le multe. Ma per Robusti l'incontro è comunque un successo: «Oggi abbiamo saputo che la Commissione non era a conoscenza delle nostre proposte. A noi dicono che la Comunità non vuole che i produttori siano responsabilizzati (cioè che abbiano la gestione diretta deUe multe, ndr), mentre invece adesso ci dicono che questi sono problemi degli Stati membri». Ma a detta di alcuni parlamentari europei presenti all'incontro i rappresentanti della Commissione hanno accolto molto male l'accusa dei Cobas che anche le istituzioni comunitarie siano in qualche modo corresponsabili del pasticcio delle quote latte. Una responsabilità che i Cobas adddebitano in primo luogo «all'nTuninistrazione pubblica e al sindacato, che non vogliono fare chiarezza per coprire le rsponsabilità del passato». E se sulla questione della chiarezza tutti sembrano d'accordo, opposta a quella dei Cobas è la valutazione di Pirzio Biroli sulle responsabilità: «L'Italia ha ormai cinque processi di infrazione per il latte e il governo sta cercando di risolvere il problema» grazie al lavoro della commissione Lecca. E comunque il direttore generale dell'Agricoltura gela qualsiasi speranza che i tetti fissati possano essere aumentati: «Almeno in questo stadio è inutile sperare in un aumento delle quote latte». [f. man.]

Persone citate: Corrado Pirzio, Franco Muano, Franz Fishler, Giovanni Robu, Pietro Tavazzani, Pirzio Biroli, Robusti, Umberto Bossi

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Pavia