Uno via crucis per santa Diana di Fabio Galvano

Uno via crucis per santa Diana GRAN BRETAGNA Il fratello presenta il progetto: sorgerà nelle stalle palladiane di Althorp Uno via crucis per santa Diana Nel museo la vita a «stazioni» della principessa LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Passo per passo, capitolo per capitolo, le gioie e i dolori della principessa Diana. Una sorta di «via crucis», nel museo che il fratello Charles Spencer le dedicherà nella tenuta di famiglia ad Althorp Park: per ogni stazione una stanza, in quelle che erano le stupende stalle palladiane erette 260 anni fa accanto al palazzo. Il museo sarà aperto al pubblico il 1° luglio, quando comincerà il pellegrinaggio alla tomba della principessa. E da ieri i progetti sono in visione presso il municipio di Daventry, che dovrà approvare le opere. Non sarà un iter facile, trattandosi di una costruzione protetta dall'equivalente inglese delle BeUe Arti. E anzi l'assessore all'edilizia ha già fatto sapere che il via definitivo non potrà essere dato, probabilmente, prima di aprile. Tempi stretti, quindi, se si vorrà completare l'allestimento del museo - costo previsto un milione di sterline, quasi tre miliardi di lire - entro la data prevista per l'apertura al pubblico. Ma il progetto, messo a punto da uno dei più noti architetti inglesi, non corre reali pericoli di blocco edilizio: anche perchè i lavori prevedono, sotto certi aspetti, un ritorno al passato: la ripulitura dell'intonaco per tornare alla pietra originale, l'eliminazione dell'asfalto nel cortile per ricostruire l'acciottolato originale, la costruzione di nuovi portoni di legno agli ingressi. Il freno è puramente burocratico. Quello che nessuno osa additare, vedendo i progetti, è lo squallore di questo tributo a Diana in stile «via crucis». Apre la rassegna, accanto al negozio dei souvenir, la stanza dedicata aU'«impatto» della principessa sul mondo attorno a lei: dalle cause per cui ha combattuto alla moda che l'ha adottata come ico¬ na del XX secolo. E poi «storia e tradizione», con il retroscena aristocratico della famiglia; la «famiglia Spencer», con la ricostruzione di quella schiatta creata nel 1765 e dei legami reali di Diana (con cinque linee di discendenza da re Carlo II e Giacomo II); la «donna indipendente», in cui s'illustrerà la vita di Lady Di prima e dopo il matrimonio, la sua trasformazione da timida maestra d'asilo a sofisticata stella dei salotti mondani, oltre che la donna più fotografata del mondo. La «via crucis» continuerà con la sala dedicata a Diana «moglie e madre»: i 15 anni, i più turbolenti della sua breve vita, fra il matrimonio del 1981 e il divorzio del 1996; ma anche il suo futuro, attraverso i figli William e Harry. Infine il «funerale», quel rito di dolore collettivo che ha travolto un'intera nazione facendone le esequie più seguite della storia, probabilmente con fotografie finora inedite della cerimonia privata, quando Diana fu sepolta nell'isolotto al centro del lago poco distante da Althorp. Infine, a parte, la sala più grande, quella dedicata alle «opere pubbliche»: attorno a dieci colonne l'enorme contributo della principessa alle cause umanitarie, dalla lotta all'Aids alle mine antiuomo. Nel primo anno - il museo sarà aperto dal 1° luglio al 30 agosto ci saranno 152 mila visitatori; e i biglietti sono tutti venduti. Althorp Park diventerà una delle maggiori mete turistiche dell'Inghilterra; e la storia della vita di Diana è destinata a entrare, da quel palazzotto neoclassico, nella tradizione collettiva del Paese. Fabio Galvano Charles Spencer il fratello di Diana è l'ideatore del museo sulla Principessa

Persone citate: Charles Spencer

Luoghi citati: Althorp Park, Gran Bretagna, Inghilterra, Londra