Il cuore di Gabriele salva un bimbo romano di Marco Accossato

Il cuore di Gabriele salva un bimbo romano Torino, l'organo è stato trapiantato in serata a Maurizio, nato ieri mattina al Fatebenefratelli Il cuore di Gabriele salva un bimbo romano Ma l'espianto di reni e cornee non è stato possibile TORINO. Il dolore immenso di Luca e Sandra era lontano dalle mura bianche dell'ospedale, quando alle 15,02 i medici del Regina Margherita hanno dichiarato la morte di Gabriele. I genitori del bimbo, straziati da un calvario lungo 15 giorni, erano nella parrocchia di Nichelino, assieme a don Paolo Gariglio, amico e guida spirituale durante i sei mesi travagliati di una scelta coraggiosa e discussa. Gabriele è stato un bimbo nato per gh altri: il suo cuore, ora, salverà la vita a un altro neonato, Maurizio, venuto al mondo ieri mattina all'ospedale Fatebenefratelli di Roma con una gravissima malformazione cardiaca. Dall'aeroporto di Ciampino l'equipe del professor Marcelletti che ha eseguito l'espianto è partita per Torino verso le 17 a bordo di un jet. Il reimpianto del cuore è iniziato intorno alle 22, all'Infantile di Roma. Non è stato possibile espiantare né i reni né le cornee di Gabriele, troppo compromessi dalla sofferenza. Mentre per il fegato, il «Transplant Center» di Bologna ha trovato diversi possibili riceventi in tutta Europa. Purtroppo nessuno è risultato compatibile. La fine di Gabriele, prigioniero dell'incubatrice, era cominciata mercoledì. Pei evitare l'assedio dei giornalisti di fronte al reparto di rianimazione, la notizia del coma irreversibile era stata data solo alle 21. «In realtà - ha spiegato ieri Luigi Odasso, direttore generale dell'ospedale Infantile di Torino il tracollo è avvenuto molto prima, al termine di crisi respiratorie che si sono ripetute per quasi quarantott'ore». Il respiro del bimbo si è fatto improvvisamente più affannoso, e in trenta minuti Gabriele ha smesso di reagire anche agli stimoli: era l'ultimo parametro necessario per dichiarare il «coma dépassé» e dare quindi il via alle ventiquattro ore di osservazione che devono precedere l'espianto. Una storia che ha toccato e diviso l'Italia. Gabriele, nato senza emisferi cerebrali e senza alcuna speranza di sopravvivere, è figlio di una scelta sofferta e di un rifiuto fermo e consapevole dell'aborto. «Adesso proviamo un grandissimo dolore, ma anche tanta gioia per quel cuoricino di nostro figlio che potrà far vivere un altro bambino», hanno detto Luca e Sandra, appena saputo dell'espianto avvenuto. Parole che hanno chiuso una giornata convulsa, nervosa, caratterizzata da pianti, rabbia, emozione intra- II piccolo Gabriele nell'incubatrice dell'ospedale Regina Margherita in cui ha vissuto per quindici giorni e i genitori, Luca e Sandra, durante l'incontro con i giornalisti ducibile. Durante le ultime ventiquatt'ore di Gabriele un'equipe composta da un medico legale, da un anestesista-rianimatore e da un neurologo avevano continuamente tenuto sotto controllo il monitor dietro all'incu¬ batrice che è stata tutto il suo mondo. E alle 15,02, quando si è trattato di decidere, il dottor Luigi Odasso ha telefonato e chiesto per l'ultima volta a Sandra e Luca l'autorizzazione scritta all'espianto. «Ora è possibile. Siete sicuri? E' sempre il vostro desiderio?». E loro: «Sì, 10 vogliamo». Senza un minimo di dubbio, senza ripensamenti. Ora che tutto è compiuto, che 11 desiderio di papà e mamma di Gabriele è esaudito, il sacrificio di questo piccolo senza cervello è diventato speranza per un altro neonato. Il cuore espiantato è stato «lavato», irrorato di un liquido speciale e compatibile con l'organismo umano, posto in uno speciale thermos, ed è cominciato un nuovo conto alla rovescia. La corsa di un'auto bianca, scoratata dai carabinieri, verso l'aeroporto, il volo fino a Roma e un intervento chirurgico lungo e difficile iniziato alle 22,30. Solo oggi si saprà se il trapianto ha restituito la vita al piccolo ricevente. «Gabriele è volato in cielo stasera», hanno detto Luca e Sandra a Lucia, l'altra figlia di 7 anni. E lei ha pianto. Sapeva che non avrebbe mai visto il fratellino, ma sapeva anche che quel fratellino da nome d'angelo sarebbe stato un miracolo per un altro bimbo. Ora si spengono i riflettori su questo piccolo eroe inconsapevole. Ma ieri, di fronte all'ospedale Regina Margherita, si è consumato l'ultimo rito della comunicazione globale. Un carrozzone di antenne, parabole, fari alogeni, collegamenti diretti in tivù, polemiche e dibattiti. I telespettatori, al centralino dei giornali, hanno urlato la loro solidarietà con i genitori: «Basta con le telecamere, basta con i microfoni e le polemiche». Addio, Gabriele. Marco Accossato La confessione alla primogenita Lucia: «Stasera il nostro Gabriele è volato in cielo» «Che cosa proviamo? Un dolore grandissimo ma anche tanta gioia per quel cuoricino che speriamo possa dare un iuturo a un altro bimbo»

Persone citate: Gariglio, Luigi Odasso, Marcelletti