Il Nobel si addice alla Quercia di Gad Lerner

Il Nobel si addice alla Quercia Nasce la fondazione per la nuova classe dirigente di sinistra Il Nobel si addice alla Quercia CROMA HI voglia farsi un'idea del grado di penetrazione cui il pds è già pervenuto dentro la classe dirigente italiana, lunedì prossimo potrà misurarlo alla Sala dello Stenditoio dove andrà in scena la metamorfosi governativa della Quercia. Dopo decine di convegni per intellettuali popolati di registi, filosofi, sociologi, comici e professori vari, il più grande partito della sinistra darà vita infatti a un incontro che vedrà finalmente protagoniste le sue nuove teste d'uovo di riferimento: dirigenti delle Partecipazioni Statali, imprenditori, scienziati, banchieri, specialisti della comunicazione. Uomini di potere, insomma, o come minimo di gestione. Per la verità il nome del pds non figura neppure sul cartoncino blu che invita, sotto il titolo «Italiani ed europei», a ritrovarsi nel nome della sinistra e del riformismo per dare vita a ima nuova fondazione culturale. Ma non è un segreto per nessuno che a lavorare da mesi a questo progetto sono due strettissimi collaboratori di D'Alema, Pietro Folena e Gianni Cuperlo. Così il segretario della Quercia parlerà al convegno di lunedì, benché il suo nome non figuri nel comitato promotore che radunale diverse anime socialiste, cattoliche e post-comuniste della nascitura Cosa 2. Proprio questo è il punto: dando vita a una fondazione autonoma dal partito, a «un grosso network della cultura riformista di cui possano far parte gh istituti cul- Il turali già esistenti», i dirigenti del pds sperano di fornire un luogo d'incontro buono anche per coloro che rifiutano la confluenza nel partito. Primo fra tutti, naturalmente, Giuliano Amato, che lunedì parteciperà alla giornata di dibattito. Il nome non c'è ancora. Si parla di «Fondazione XXI secolo» oppure di «Fondazione degh italiani». Ma nell'attesa ridurla a mera operazione tattica in vista deU'imminente congresso di Firenze, significherebbe sottovalutare le ambizioni degh organizzatori. Basta apprendere i nomi dei relatori per capire che siamo in presenza di un disegno a più vasto raggio. Dopo le tre introduzioni affidate a interlocutori tutto sommato tradizionali come il giurista Andrea Manzella, l'economista Giorgio Ruffolo e lo storico Leonardo Paggi, toccherà per davvero ai «nuovi»: già previsti gli interventi di due premi Nobel, Carlo Rubbia e Rita Levi Montalcini; ma a seguire ecco la raffica degh uomini d'impresa come Franco cia Tato, amministratore delegato dell'Enel, Vito Gamberale, che ricopre la stessa carica alla Tim, e poi ancora l'ex presidente della Confindustria, Luigi Abete. Anche Carlo Azeglio Ciampi e Antonio Maccanico saranno lunedì tra i promotori della nuova fondazione che riunirà, nella stagione dell'Ulivo, riformisti e tecnocrati, veterani e debuttanti della classe dirigente. «Voghamo rovesciare l'idea delle vecchie scuole di partito e semmai mandare i partiti a scuola», sintetizza Pietro Folena, che non ha difficoltà ad ammettere il gran bisogno pidiessino di formare una nuova classe dirigente: «Le vicende della Rai e della Telecom dimostrano i nostri ritardi. L'80, 90 per cento degh uomini che destiniamo a incarichi di responsabilità, sono pescati nella riserva delle Partecipazioni Statah di una volta. Una grande scuola di formazione delle classi dirigenti, intendiamoci, ma piuttosto attenta alla gestione del potere che alla regolazione di una società aperta». La fondazione ancora senza nome progetta di autofinanziarsi fornendo consulenze e svolgendo attività di formazione per istituzioni e enti vari. Magari mancheranno Scola e Venditti, ma di certo crescerà la presenza degh ambiziosi detentori di master universitari d'oltreoceano. Gad Lerner Carlo Rubbia Sotto: Vito Gamberale e Franco Tato (a destra) Giuliano Amato

Luoghi citati: Firenze