UNA CAREZZA E UN DONO

UNA CAREZZA E UN DONO UNA CAREZZA E UN DONO CIAO Gabriele, che l'ultimo volo ti sia lieve. Chissà se, come un essere giunto da altre sfere, sei tornato a casa? Se, assiso sulla punta di una stella, conserverai qualche traccia di questo viaggio troppo breve? Avevi indossato, per venire, un diafano corpicino, ma sei stato sbadato, o qualcuno lo è staro per te. Sei arrivato tra noi vestito sommariamente, privo di quell'elemento che doveva dare impulso alla tua vita e ti avrebbe permesso, crescendo, di emettere sciami di emozioni e pensieri. Hai avuto solo quindici giorni di vita, il tempo di assaporarla, respirando a tratti l'aria asettica dell'incubatri¬ ce, non di una cameretta familiare, di un giardino soleggiato. Hai sentito appena il fremito di una carezza rubata all'oblò che ti imprigionava come un pesciolino. Eppure, inconsapevole E.T., hai avuto il tuo «incontro ravvicinato» con gli abiranti del pianeta Terra. Hai suscitato amore nei tuoi genitori che, a prezzo di grandi sofferenze, hanno voluto farti crescere nel ricordo, strappare al buio la tua fisionomia incerta e fuggevole. Hai provocato turbamento e interesse in chi non ti conosceva intimamente (una coLorenzo Mondo CONTINUA A PAG. 6 PRIMA COLONNA