Braccio di ferro su Viale Mazzini di Giulio AnselmiMaria Grazia Bruzzone
Braccio di ferro su Viale Mazzini Rifondazione e Verdi rischiano di non avere uomini nel cda, ma Bertinotti vuole Curzi Braccio di ferro su Viale Mazzini Nomine, vertice agitato tra D'Alema e Marini ROMA. Fase di stallo per le nomine Rai. Resiste il nome di Giulio Anselmi per la presidenza, ma c'è un braccio di ferro fra pds e ppi sul direttore generale, sulla composizione del consigbo e giù giù sube poltrone che contano nell'organigramma della tv pubblica. L'ipotesi Anselmi ha ripreso quota dopo l'incontro fra il segretario del pds Massimo D'Alema e quello del ppi Franco Marini, che si sono visti in mattinata in piazza del Gesù. A quell'ora erano già venute meno le perplessità manifestate l'altro ieri dal Vaticano, rimbalzate anche in un intervento polemico dell'Avvenire, il quotidiano deba Conferenza episcopale itatiana. Contatti fra lo stesso Anselmi e la Segreteria di Stato vaticana avevano chiarito le ultime ombre. Marini ha spiegato a D'Alema che da parte popolare non c'è nessun veto su singoli nomi, dunque nemmeno su Anselmi. Piuttosto esiste una preoccupazione sull'equilibrio complessivo dei vertici aziendali, in particolare sul direttore generale. Sembra infatti che Botteghe Oscure, considerando Anselmi un personaggio indipendente, stia premendo per avere un direttore generale di fiducia nella persona di Pierluigi Celli, già capo del personale alla Rai dei Profes- sori, oggi all'Enel. Non solo: volendo prefigurare l'auspicato schema del dopo-riforma, con due «tecnici» nei posti chiave e un cda pluralista, il pds dalemiano vorrebbe poi un suo rappresentante in consiglio. Ad esempio, Giuseppe Vacca, intellettuale vicino a D'Alema, direttore dell'Istituto Gramsci, già consigliere di amministrazione Rai. Se si dovesse invece inserire una donna, come suggerisce il ministro per le Pari opportunità Anna Finocchiaro, si parla di Paola Manacorda, dirigente di Reseaux (Telecom). Una configurazione del genere però non piace affatto a Marini il quale, preoccupato dell'assottigbarsi deba presenza post-democristiana nella tecnostruttura della tv pubbbca, ha fatto presente che l'anima cattolica è «geneticamente intrinseca alla Rai». In sostanza, il ppi accetta sì Anselmi, ma solo se affiancato da un direttore generale più «organico»: per esempio Roberto Di Russo, attuale direttore del personale, che gode anche deUe simpatie dei dimani e di parte del Polo. Mentre i popolari, pur non pregiudizialmente con¬ trari, sono freddi sul nome di Francesco Mengozzi, attuale vicedirettore generale di viale Mazzini ma uomo Iri, indicato esplicitamente da Enrico Micheb, ma giudicato «poco Rai» in piazza del Gesù. A comphcare il puzzle, Celli ha fatto sapere che preferisce restarsene all'Enel. Così, fra le ipotesi per la direzione generale spunta adesso in chiave di mediazione «tecnica» quella di Mauro Masi, direttore del dipartimento Editoria deba presidenza del Consiglio. Per soddisfare il desiderio di «equilibrio» espresso da Marini, è circolata anche la possibilità, rivelata da Mf, di nominare vari vicedirettori generati con compiti specifici: in questo caso Di Russo si occuperebbe degli affari generati, affiancato da Giovanni Minoli (tv) e da Pietro Vecchione (per la radio: ma l'interessato smentisce e ci scherza sopra). E' un'ipotesi che non raccogbe molti consensi. Il ppi rivendica anche dei posti del consigbo, puntando su Gianni Locatelh e Beppe Del Colle [Famiglia Cristiana) o Roberto Zaccaria. Rivendicazioni le fanno anche i Verdi per Vittorio Emibani, mentre Fausto Bertinotti ha fatto il nome di Sandro Curzi. Sempre che Verdi e Rifondazione siano rappresentati in cda: cosa giudicata ieri sera alquanto improbabile. Bertinotti non si arrende e ha visto Violante, ha parlato con Marini, poi con D'Alema. D'Alema si è intrattenuto nei corridoi di Montecitorio col presidente della Camera («E' solo mercoledì» ha detto a chi gb chiedeva notizie). Marini ha incontrato anche Micheb. Intanto un Silvio Berlusconi «preoccupato per la democrazia» spara a zero sulla maggioranza: «Occupano tutto l'occupabile». Maria Grazia Bruzzone
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