Fini, il costituente scomodo

Fini, il costituente scomodo Fini, il costituente scomodo Gradito alpds, duramente attaccato da Cossiga ROMA. Gianfranco Fini sta lentamente camminando nel Transaltantico con un codazzo di cronisti, ma dieci metri più avanti un altro «corteo» con Berlusconi in mezzo - sta avanzando in direzione di quello di Fini. Ancora tre passi e i due leader non potranno fare a meno di salutarsi: ma all'improvviso c'è un voluto rallentamento e uno scarto del «gruppo-Fini», E' così che ieri pomeriggio i due leader del Polo sono riusciti ad evitare un imbarazzante, pubblico incontro pochi minuti dopo aver pronunciato due discorsi molto diversi nell'aula di Montecitorio. Per Fini quello del 28 gennaio 1998 potrebbe diventare un discorso da ricordare, un discrimine, uno spartiacque: il capo di An ha sì pronunciato un intervento assai distante da quello di Berlusconi e al tempo stesso ha apertamente criticato l'uomo che sette anni fa iniziò a «sdoganare» l'msi: Francesco Cossiga. Da parte di Fini due prese di distanza importanti, che in qualche modo hanno oscurato la cifra politica del suo discorso: l'avallo all'impianto delle riforme costituzionali uscito dalla Bicamerale guidata da Massimo D'Alema. Un Fini costituente che, ovviamente, è piaciuto molto al pds: «Mi interessa molto trovare idee a destra che possono essere condivise a sinistra». Eppure, la vera sorpresa delle ultime 48 ore non è il Fini-costituente, in qualche modo atteso. La sorpresa è la fortissima polemica tra Francesco Cossiga e An. In un'intervista rilasciata due giorni fa al Corriere della Sera, l'ex Capo dello Stato aveva detto che «Fini cerca solo di entrare nell'arco costituzionale, qualunque cosa passi sopra o sotto l'arco» e D'Alema si è scelto «l'oppositore ideale». E ancora: «Fini è ossessionato dal problema della legittimazione e ritiene che il battesimo democratico non possa che provenire dal mondo comunista e post-comunista». Il futuro? Per Cossiga «gli schieramenti saranno due: noi e la sinistra, Fini fuori come Le Pen in Francia». Parole di inusitata asprezza, tanto più perché pronunciate da un personaggio come Cossiga che nei confronti di Fini non ha mai scagliato le sue proverbiali, velenose frecciate. Anzi, fu Cossiga che nel 1991 avviò la strategia dell'attenzione nei confronti di un msi che era ancora immerso nel nostalgismo: l'allora Capo dello Stato pronunciò le scuse all'msi per la strage di Bologna, spedì un messaggio di saluto alla festa del Secolo, rese omaggio alle foibe di Basovizza. E allora ecco l'interrogativo che circolava ieri a Montecitorio: c'è qualcosa di personale tra Cossiga e Fini? I colonnelli di An ripetevano di no. «Non ci sono fattori perso¬ nali - diceva il portavoce Adolfo Urso, che ha recentemente invitato Cossiga ad un convegno - ma soltanto una divergenza politica». E Gianfranco Fini, nel suo discorso alla Camera, ha risposto così a Cossiga: criticando il testo uscito dalla Bicamerale, «l'ex capo dello Stato si dimostra vittima di una pericolosissima illusione otti¬ ca: picconando l'accordo della Bicamerale, colpisce non solo una classe dirigente che ha il torto di rappresentare qualcosa di diverso da quella di cui lui ha fatto parte per 50 anni, ma rischia di crlpire l'Italia. Perché negare la possibilità al nostro Paese di riformare sé stesso, può portare al rischio di una disgregazione». E più tardi, nei commenti in Tran- satlantico, Fini può rassicurarsi con i commenti di Casini («Se lui fosse Le Pen non ci saremmo alleati») e di Berlusconi («Fini come Le Pen? Opinioni di Cossiga che non condivido»). Eppure, in una giornata che lo ha visto protagonista, Fini ha visto per la prima volta apparire un rischio: quello di un nuovo fronte super-presidenzialista guidato dalla coppia Berlusconi-Cossiga. Uno scenario raccontato da Teodoro Buontempo, uno dei rarissimi battitori liberi di An: «La vera novità del discorso di Berlusconi è stata la sordina sulla questione-giustizia e la sottolineatura della debolezza del presidenzialismo uscito dalla Bicamerale. Se Berlusconi regge su questa posizione e si impegna in una autentica battaglia presidenzialista, magari con Cossiga, mette in grave difficoltà Fini. Ma Berlusconi reggerà su questa posizione?», [f. m.] Il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini A sinistra: l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga

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