Israele suona l'allarme

Israele suona l'allarme Israele suona l'allarme Netanyahu teme l'attacco biologico Li TEL AVTV A minaccia di un attacco biologico iracheno contro Israele e le capacità di difesa delle retrovie dello Stato ebraico sono state discusse ieri dal gabinetto ristretto di Benyamin Netanyahu neh'imminenza di una operazione punitiva degli Stati Uniti e della Gran Bretagna contro gli stabilimenti in cui vengono prodotte le armi non convenzionali di Saddam Hussein. A poche ore dal deciso avvertimento di Bill Clinton al Presidente iracheno e mentre si attende per sabato l'arrivo del segretario di Stato Madeleine Albright alcuni ministri - fra cui significativamente quello della Sanità, Vehoshua Matza - sono stati convocati da Netanyahu per ascoltare il parere di esperti sulle recenti valutazioni degli ispettori Onu secondo cui l'Iraq dispone di armi batteriologiche «in grado di annientare la popolazione di Tel Aviv». Al termine della consultazione sia Netanyahu sia il ministro della difesa Yitzhak Mordechai hanno invitato la popolazione a mantenere le calma. Hanno precisato che Israele segue da vicino gli sviluppi della crisi e hanno assicurato che si asterrà da qualsiasi provocazione nei confronti dell'Iraq. Mordechai ha aggiunto che «Israele ambisce a restare fuori dalla crisi», così come tentò di fare - malgrado i ripetuti attacchi missilistici iracheni - nel 1991. Ciononostante è evidente che in assenza di una grande coalizione araba anti-Saddam, che esiste- va invece nel 1991 - Israele si sente più libero delle proprie decisioni. In particolare ha attirato l'attenzione la visita di Mordechai, all'inizio della settimana, da re Hussein di Giordania che potrebbe essere collegata alla necessità per l'aviazione israeliana di disporre di un corridoio aereo per agire - nel caso - nei cieli dell'Iraq. Esperti israeliani convengono con gli ispettori Onu nel ritenere che l'Iraq abbia teoricamente la capacità di colpire lo Stato ebraico con armi non convenzionali, anche se il rischio viene considerato molto remoto. A quanto risulta, scienziati iracheni hanno prodotto per anni centinaia di litri di Anthrax e migliaia di litri di Botulonium negli stabilimenti di Al Hakum, Al Manal e Al Safah prima che fossero smantellati e distrutti (1996) dagli osservatori dell'Onu. Negli stabilimenti di Muthamma distrutti solo nel 1994 - sono state prodotte per anni altre armi biologiche letali, note come Aflatoxin, Mycotoxin e Ricin, nonché armi chimiche come il gas mostarda, Sarin, Tabun e Vx. «Le armi batteriologiche - spiega un esperto del ramo - sono facili da produrre, costano poco e vengono celate senza problemi». Secondo il quotidiano Haaretz, l'Iraq dispone oggi di 75 testate non-convenzionali: 25 adatte ad armi batteriologiche, 50 per le chimiche. Da sette anni tutti gli israeliani fin dal primo giorno di vita - sono dotati di maschere anti-gas personali, che custodiscono nelle loro abitazioni. Ieri nei centri di distribuzione delle maschere non è stato notato quindi un particolare afflusso di persone. In questa fase Israele si limita dunque a tenere gli occhi ben aperti - anche grazie al suo satellite spia - e a contare sulla propria capacità di ritorsione. «Siamo forti - ha ricordato alla popolazione il capo dello Stato Ezer Weizman -. Possiamo stare tranquilli. Se cercano di intimorirci prefigurando la distruzione di Tel Aviv dobbiamo ricordare che la vita non è mai una strada a senso unico...». Sembrava alludere alla sorte del reattore nucleare Osirac di Baghdad, devastato dagli aerei israeliani in un clamoroso raid del 1981. Aldo Baquls Il premier riunisce il gabinetto ritorna la sindrome degli Scud In Israele tornano le paure dei giorni della guerra del Golfo RETROSCENA RETROSCENA