«Battaglia» vietata agli under 18

«Battaglia» vietata agli under 18 Ivrea, la richiesta è del neo-vicequestore. E già si scatenano le polemiche del Carnevale «Battaglia» vietata agli under 18 Occorre il permesso dei genitori Niente battaglia delle arance per gli «under 18» privi di autorizzazione dei genitori, e numero di identificazione sulle casacche degù' arancieri. Sono le disposizioni del neo vicequestore di Ivrea, Maurizio Varalda, al suo esordio con la gestione dell'ordine pubblico di uno dei carnevali più noti di tutta Italia. Disposizioni che saranno illustrate venerdì sera, in un incontro con i responsabili delle 9 squadre di arancieri a piedi e i conducenti dei carri da getto, ma che già stanno scatenando reazioni e polemiche. A mettere in subbuglio i lanciatori di agrumi, un esercito di oltre 3 mila persone che rende unico il carnevale eporediese, è soprattutto la richiesta di essere numerati e schedati: un'iniziativa già tentata una decina di anni fa dall'allora vicequestore Calesini, e mai più riproposta. «Non c'è alcun intento repressivo sul carnevale - spiega Varalda -: soltanto la necessità di rendere identificabib le persone, nell'eventuaUtà che dovessero sorgere problemi». Molti arancieri, però, non sono d'accordo. «Noi controlliamo i nostri- dice Ino Braghieri, della Morte -, e tutti gli iscritti hanno un foulard con su stampato "1998". VogUono numerarci? Assurdo! Dovrebbero invece controllare tutti gU "abusivi", gruppi di persone che tirano le arance al di fuori di ogni squadra». Ed è perplesso anche Mario Ziggiotto, dei Mercenari. «Se mettono il numero di identificazione sulle nostre casacche, lo devono mettere anche a tutti quelli che vanno allo stadio o che partecipano ad una qualsiasi manifestazione. E poi, via, ogni squadra ha i suoi responsabili: se un aranciere vuole combinare guai, non sarà un numero ad impedirglielo». Non tutti, però, sono contrari. «Da tempo i nostri iscritti hanno le casacche con il numero», dicono Paolo Rebuglio, capo storico dell'Asso di Picche, e Francesco Menon, dei Credendari. E c'è chi si lamenta soltanto per il ritardo della richiesta: «Se proprio bisogna mettere il numero di identificazione, potevano dircelo prima - dice Giuseppe Bertina, dei Tucbini -. Le iscrizioni sono aperte da tempo, ci causerà qualche problema organizzativo». Meno difficoltà sembra incontrare la richiesta dell'autorizzazione scritta dei genitori per i minorenni, già pretesa da diverse squadre (magari con un limite d'età più basso che quello di 18 anni). Ma resta ancora da valutare la posizione dei giovanissimi, gh° «under 14». «Il tribunale dei minori - dice ancora il vicequestore - si era espresso in maniera negativa sulla loro partecipazione alla battagba delle arance. Ne parlerò con i responsabili delle squadre, per il momento nulla è deciso». Dalla parte del dirigente di polizia ci sono i vertici del Consorzio organizzatore. Secondo il presidente, Paolo Bravo, si tratta di contromisure opportune, considerato il volume che sta assumendo la battaglia delle arance. «Fino ad oggi - dice non è mai successo nulla di grave, ma è meglio prevenire i risoni. Certo, va risolto il problema di chi tira le arance per conto suo: e in questo caso, allora, dovrà essere la polizia ad intervenire». Da più parti, intanto, si chiede una regolamentazione a tut- to quanto ruota attorno alla battagba delle arance, che resta comunque l'attrazione principale del carnevale di Ivrea. «Se ne parla da anni - interviene Giancarlo Spagna, ex organizzatore e profondo conoscitore della rassegna -, purtroppo senza risultati concreti. Tutte le componenti del carnevale dovrebbero accettare qualche compromesso, soprattutto se non modifica la loro identità. Non credo sia un problema insormontabile cucire un numero sulla casacca, se questo può aiutare le forze dell'ordine in caso di necessità». Mauro Reveilo Un'immagine della battaglia delle arance al Carnevale dello scorso anno

Luoghi citati: Italia, Ivrea