Olimpiadi 2006, Torino favorita

Olimpiadi 2006, Torino favorita La sfida con Venezia per i Giochi invernali, solo nel '99 la scelta finale Olimpiadi 2006, Torino favorita Oggi il Coni sceglie la candidatura dell'Italia ROMA DAL NOSTRO INVIATO Torino contro Venezia, il Nord Ovest contro il Nord Est, Castellani contro Cacciari per mettere le mani su mi affare da 4000 miliardi. Tanto vale un'Olimpiade invernale. Fra dieci giorni cominciano i Giochi di Nagano (Giappone); già assegnati quelli dei 2002 a Salt Lake City (Usa), scade il 1° febbraio il tempo massimo per chiedere l'organizzazione della manifestazione 2006. In ballo, oltre ai soldi, si profila per le regioni interessate un'occasione irripetibile di immagine, di lavoro. Un fatto politico ed economico. Ma il destino delle due candidature è in mano agli sportivi: 43 persone stamane votano a scrutinio segreto nel salone d'onore del Coni, e sono i 39 presidenti delle federazioni sportive nazionali, più i 4 membri del Comitato Olimpico Internazionale (Ciò) Carraro, Cinquanta, Nebiolo e Pescante. Il quorum è fissato comunque a quota 22 anche se, come pare, mancherà Grandi della ginnastica. Nizzola, calcio, farà le acrobazie per arrivare in tempo poi a Catania per la partita degli azzuri, ma da buon torinese non vuole mancare all'appello. Chi supererà il quorum? Torino, e di un buon margine, dice il tam tam che filtra dalle spesse mura del palazzone rossiccio del Coni, al Foro Italico. Ieri c'è stata la riunione preparatoria. I votanti hanno ascoltato la relazione del presidente della commissione che ha studiato i dossier, Mauro Checcoli, il quale si è limitato a una comparazione tecnica delle due proposte. Il dottor Santilli, presidente della federazione medico sportiva, ci ha detto: «Abbiamo visto due radiografie, è apparso chiaro quale fosse il corpo più sano». Il corpo più sano è Torino, perché si è applicata con maggior diligenza a preparare il dossier, a rispondere ai cento e più quesiti del Ciò. Ma soprattutto, perché sarà il Piemonte a vincere ce lo spiega un presidente che naturalmente vuole restare anonimo: «Il problema qui è di scegliere guardando avanti, cioè di portare nelle mani del Ciò una candidatura che sia poi in grado di puntare al traguardo finale. Il progetto di Torino è molto più vicino a quello di Sion, la città elvetica che tutti oggi indicano come favorita. Per l'area limitata sulla quale spalmerà le gare, per il confort che darà agli atleti con un villaggio in città, per la possibilità di installare al Lingotto mi efficiente centro telecomunicazioni. Il progetto di Venezia è suggestivo, ma è un sogno. Contro Sion non basteranno i sogni». Pare che fosse già stata decisiva in mattinata, alla Giunta che aveva preceduto i lavori globali, la relazione del più diretto interessato, il presidente della federazione sci Valentino, il quale avrebbe senza mezzi termini sposato il progetto di Torino. Sempre in mattinata, aveva dichiarato il presidente del Coni Pescante ai giornalisti: «Ci fa piacere questo atto del mondo politico di grande rispetto nei confronti dello sport, chiamato a decidere in completa autonomia. Ringrazio TorinoPiemonte e Venezia-Dolomiti per la serietà e la qualità dell'impegno anche politico. Nego nella marnerà più assoluta di aver avuto pressioni, ma mi fa piacere sapere che da una parte e dall'altra ci sono industriali pronti a sostener le candidature». Come dire: Fiat e/o Benetton non staranno inerti. Non solo fiori e buone intenzioni però, verso la candidatura piemontese. Si levava la voce di Aracu, presidente di hockey e pattinaggio, per accusare il Nord Ovest di aver a suo tempo boicottato la candidatura di Roma 2004. «E ora ci vengono a chiedere sostegno. Il mio voto certo il Piemonte non lo avrà» ripeteva a voce alta, anche di fronte ai giornalisti, animando un po' una giornata di indiscrezioni. Ma il destino sembra davvero scritto. Poi, per «Torino & Piemonte» comincerà il difficile: la sfida contro le avversarie straniere. Verdetto a Seul nel settembre del '99, salvo improbabili preselezioni. «Ma chiunque superi il primo turno - ci dice Luciano Barra, dirigente Coni esperto di cose internazionali - non spenderà male i suoi soldi, a quel punto, anche se non arri¬ verà al traguardo finale. Per quasi due anni sarà alla ribalta del mondo, ospiterà le ispezioni del Ciò, avrà riscontri giornalistici e televisivi. Una pubblicità del genere costerebbe ben di più di quei pochi miliardi che rappresentano l'investimento iniziale». Gianni Romeo E' un affare che vale almeno 4 mila miliardi J TORSNO I PIÙ' 1 Area geografica compatta, ; come compatto è l'accordo fra i politici 2 Villaggio olimpico in città, sub-villaggio al Sestriere o Nuovo centro stampa al Lingotto, che fa invidia a quello di Atlanta 96 A I costi per gli impianti coperti dagli enti locali iK\;-:':lK'-:':--|5*-; ;:|5: I MENO 1 Molti impianti importanti j ancora da realizzare 2 Capacità alberghiera limitata 2 Assenza di un referendum popolare A Viabilità verso le valli da I migliorare td ti I PIÙ* La vivacità economica della regione 2 II fascino della città di Venezia 3 La ricchezza di impianti sportivi e di tradizione in tutti gli sport invernali A La ricettività alberghiera e turistica collaudata I MENO 1 La dispersione geografica dei luoghi di gara I sindaci di Venezia, Massimo Cacciari (da sinistra) e di Torino, Valentino Castellani