«La tragedia dell'Italia? Noi italiani» di Indro Montanelli

«La tragedia dell'Italia? Noi italiani» Presentato al pubblico dei MartedìSera il loro ultimo volume sulla storia nazionale «La tragedia dell'Italia? Noi italiani» Indro Montanelli con Mario Cervi all'Unione Industriale Sono gli italiani, la tragedia dell'Italia. Siamo noi. Indro Montanelli non ha dubbi: «Ci hanno dato Gesù Cristo e abbiamo fatto la Chiesa cattolica; ci hanno dato la dittatura e abbiamo fatto il fascismo; ci hanno dato la democrazia e abbiamo fatto la partitocrazia». Non cambieremo mai? «Mai. Prendete la vicenda Soffiantini. C'è una legge che blocca i beni dei sequestrati: una delle 200 mila leggi italiane. E ora saltano fuori due ministri e un procuratore e ci dicono sono ammesse eccezioni. E' serio tutto questo? Capisco la rabbia e i comportamenti dei familiari di Soffiantini: al loro posto farei lo stesso. Ma non accetto le deroghe di Napolitano, Flick e Vigna. Li manderei in galera!». Il pubblico del MartedìSera dell'Unione Indistruale, dove ieri sera Montanelli e Mario Cervi hanno presentato (moderatore l'economista Sergio Ri¬ cossa) il loro volume su «L'Italia dell'Ulivo», applaude convinto. I mille che affollano la sala conferenza e il corridoio, fino alle scale, sembrano riconoscersi nelle parole di questo giornalista che rimpiange il tempo in cui aveva molti nemici («Mi fa sentire vecchio»), continua a dichiararsi di destra («Ma la destra di Giolitti, di Sella, di Sonnino) e non nasconde più la sua delusione. Ma dice anche: «Il post scriptum di questo mio ultimo libro non lo scriverei più: in fondo non ho il diritto di contagiare i giovani con il mio pessimismo». Fra il pubblico, c'è anche un ragazzo di 27 anni che gli domanda se esista «un ricostituente per chi dovrà ricostruire l'Italia». Montanelli glissa elegantemente: «Caro ragazzo, io il diritto all'amarezza me lo sono anagraficamente guadagnato: ho quasi 90 anni. Ma lei, un giovane di 27 anni, questo diritto non ce l'ha». Poi gli domandano di Berlusconi. E di Andreotti. E di questo strano Paese dominato dai sentimenti, un giorno tutti forcaioli, il giorno dopo tutti garantisti: «E' la mia disperazione - dice alla fine Indro Montanelli -. Dall'Italia nasce il mio senso di inutilità: in tutti questi anni, non sono servito a nulla». Ig. a. p.] Indro Montanelli ospite dei MartedìSera all'Unione Industriale

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