Gattino Kucera graffia

Gattino Kucera graffia Australia: le Williams battute dal tedesco Braasch, poi Venus ko Gattino Kucera graffia Lo slovacco elimina re Sampras MELBOURNE. I gatti sono pericolosi. Anche se non sono neri, ma biondi e bimani (o bizampe?). Lo sapeva Ilie Nastase, che ai tempi del tennis zingaro scaricò un felino in campo durante un match, facendo infuriare il suo superstiziosissimo amico Panatta. Da ieri lo sa anche Sampras. Il numero uno del mondo, in una giornata di nuovo soleggiata che ha aperto voragini nei tabelloni degli Open, si è fatto clamorosamente attraversare la strada in quattro set da Karol Kucera, n. 20 del mondo, slovacco di Bratislava (occhio Maldini, gli slovacchi sono imprevedibili...), come Miloslav «Gattone» Mecir, grande e sfortunato tennista al cospetto di Dio nei ruggenti Anni 80 (due finali Slam raggiunte, poi la schiena fece crack). Del Gattone originale - capace di geometrie miracolose e sornione, uomo pigrissimo e tennista geniale - Karol è stato raccattapalle in gioventù, ora ne è allievo. E proprio Miloslav, stravaccato come sua abitudine sulle tribune (da qui il soprannome), rideva ieri sotto i baffi vedendo il suo cucciolo, che in passato non aveva mai passato il terzo turno in uno Slam, strapazzare il campione del mondo. Per onestà va detto che Sampras ha giocato a un risicato 40% delle sue capacità: moscio al servizio, amputato del suo folgorante diritto, ottuso nel palleggio da fondo, abulico a rete, si è fatto dominare dai 18 ace del Gattino (che certo non è un bombardiere) e dai suoi passanti bimani di rovescio che lo hanno sforacchiato ad ogni, o quasi, sortita a rete. «Mi sono scavato la fossa da solo - ha detto Sampras dopo aver lasciato il campo senza stringere la mano al giudice di sedia, con cui aveva polemizzato -. Lui invece ha giocato la partita della sua vita. Non stavo male, non ho scuse per questa sconfìtta». «Chiamatemi Gatto Secondo - ha miagolato invece Paperoga Karol, allampanato e sorridente Ma non pretendo di giocare come Mecir, lui è inimitabile». Dopo la vittoria a Sydney e all'Hopman Cup, Gattino è a quota 12 vittorie consecutive: «Il mio obiettivo per l'anno? Non perdere neppure un match», ha concluso, con il sorrisino da prendingiro che rese famoso il suo coach. Il fattore K ora domina la parte superiore del tabellone, visto che in semifinale Kucera incoccerà in Pètr Korda, altro uomo dell'Est, apparentemente rinato dopo l'operazione alla schiena che nel '95 lo aveva quasi espulso dal tennis. Lazzaro Korda ha battuto anche Bjorkman, h. 4 del mondo, rimontando addirittura due set e can¬ cellando il ritiro patito proprio contro lo svedese nei quarti degli US Open '97: «Ora non diranno più che non sono un combattente - ha esultato l'ex n. 5 del mondo Sono tornato grande, è tutto merito del mio coach Pickard (ex di Edberg) e di mia moglie (l'ex tennista Reichitova) se non mi sono ritirato quando stavo male». A 30 anni appena compiuti per il mancino di Praga è una seconda primavera, la seconda finale Slam della carriera (dopo parigi '92) è vicina. Lontanissimo è invece per ora il tennis maschile dalle acerbe Lolitone Nere, le sorelle Williams. Venus ha dominato in 17 minuti il primo set contro la Devenport poi si è confusa da sola, e in ima crisi di crescita ha mollato il match e la semifinale nelle mani della Gigantessa Yankee. Non contenta, ha provato a rifarsi fra gli uomini, come promesso nei giorni scorsi. Di fronte aveva Karsten Braasch, tedesco famoso per l'humor, la sigaretta sempre in bocca e il servizio che pare uno spasmo. Ma il n. 203 del mondo, che sul campo 12 aveva appena battuto 6-1 la sorella Serena, a Venere ha concesso solo un game in più. «Beh, dovrò irrobustirmi, ma la prossima volta lo batto», ha azzardato Serena la spaccona. «Ho dimostrato che posso battere uno fra i top 300» ha caricato Venus. «Con i primi 500 non c'è verso - l'ha stroncata Karsten - Perché oggi ho giocato da n. 600, servendo al 50%. Altrimenti nessuno si sarebbe divertito». Come match sarà anche stato una burla, come operazione di marketing, però, ha funzionato eccome. Stefano Semeraro Pete Sampras deluso (sopra) dopo la sconfitta contro Kucera (n. 20); a lato, le sorelle Williams con Braasch al termine della «battaglia dei sessi»: il tedesco, n. 203 delle classifiche mondiali, ha battuto Serena (a destra) per 6-1 e Venus (a sinistra) per 6-2

Luoghi citati: Australia, Bratislava, Melbourne, Praga, Sydney