Maldini blocca l'ltalia

Maldini blocca l'ltalia Stasera a Catania contro la Slovacchia, la Nazionale comincia la marcia verso Francia '98 Maldini blocca l'ltalia CATANIA DALL'INVIATO La marcia verso i Mondiali comincia sotto il cielo imbronciato di una Catania straripante di passione, in uno stadio che è stato un urlo nella foresta («Clamoroso al Cibali») e che oggi, tutto ripulito e luccicante, si erge a simbolo delle fregole calcistiche che scuotono l'isola. La Nazionale vi ospita la Slovacchia: e se all'allenamento di ieri c'erano non meno di diecimila studenti, figuriamoci questa sera. Da Palermo, giusto un anno fa, Cesare Maldini aveva fatto rotta su Wembley, dopo aver battezzato scafo ed equipaggio al cospetto dell'Irlanda del Nord (2-0). All'esordio nel libro azzurro, Catania avrebbe gradito proporsii quale ideale officina per un febbrile lavoro di manutenzione, e di ricerca, in vista dello sbarco in Francia. Viceversa, Cesarone spiazza tutti. Al grido di «io non snaturo la mia squadra», limita gli esperimenti millantati al debutto di Luigi Di Biagio, l'ottavo della serie, invitato a calarsi, presto e bene, nei panni di Albertini. Almeno all'inizio, niente Cois e niente Moriero. Entreranno nella ripresa, e questo perché «mettere a soqquadro un reparto cruciale come il centrocampo mi sembrava un attimino esagerato». Impagabile Cesarone. A Napoli, in novembre, non aveva parlato dell'esigenza di rinfrescare l'assetto tattico, di provare il diletto pargolo al centro della difesa (con Sartor sulla fascia: carta canta), di affrancarsi, finalmente, dalla monotona rotaia del contropiede? Fermi tutti: «Mai promesso nulla». Il fumus sostitutionis logora, e come. Per il et, è una novità Nesta, vice Cannavaro, già titolare al torneo di Francia, in Georgia e con gli inglesi a Roma; ed è un inno alla sperimentazione la coppia amarcord Ravanelli-Dei Piero. E il Chiesa d'appoggio alle due punte? «La prossima volta». Sempre, e tutto, rinviato a domani, quando, invece, bisognerebbe fare di necessità virtù, dal momento che il calendario non offre che un altro collaudo con il Paraguay (il 22 aprile) e un ultimo test a fine maggio, in Svizzera, Svezia o Ungheria. Tre amichevoli. Cambiare tutto per non cambiare niente è lo slogan distintivo di questa terra di gattopardi. Ma cambiare nulla per non cambiare tutto ci sembra, francamente, un po' troppo. Anche perché, se mai la schiena di Albertini non si fosse messa a cigolare, probabilmente sarebbe scesa in campo la squadra di sempre. I fusignanisti, sdegnati, si consolavano alla visione di Pincolini, lui sì un preparatore, spacciandone le tracce di sudore per gocce di profumo. Nella classifica Fifa, l'Italia è nona, la Slovacchia trentaquattresima. Maldini non si fida. Il suo calcio e la sua prudenza gli suggeriscono di procedere per gradi. «E se poi perdo?». Tutto nasce di lì. Al suo posto, avremmo dato spago a Buffon, Cois, Moriero, Chiesa e a quel Torricelli che il et considera una brillante alternativa a suo figlio. A che cosa servono partite come queste se non a definire le ultime pedine, ad allargare gli orizzonti, a vagliare soluzioni di ricambio? Il bello è che, dopo averlo seguito in Francia, Cesarone sta pensando anche a un Ravanelli non punta esclusiva, ma in versione sherpa, sulla falsariga della prima Juve lippiana. Non male, come idea. Sennonché, se ne riparlerà più avanti. Mitico. Moriero è l'altra metà di Di Livio, più temerario, meno tattico. Certo, prima o poi verrà il turno anche di Bachini, esterno dell'Udinese. Più dopo che prima: scommettiamo? Naturalmente, gli slovacchi vanno presi con le molle. Scuola danubiana, e un portiere, Vencel, che, in InterStrasburgo di coppa Uefa, parò un rigore a Ronaldo. Di Biagio, dunque. E Del Piero titolare, evento che non si verificava dall'I 1 giugno (Francia-Italia 2-2). a differenza del romanista, «è in gran forma, può darci tanto». Negli spareggi con la Russia, Maldini aveva privilegiato la potenza: Ravanelli-Vieri a Mosca, Casiraghi-Ravanelli a Napoli. Il ritorno al doppio misto (peso più estro) rappresenta un'apertura di credito verso la formula che, in cuor suo, reputa più logica. Da Zola a Del Piero: per ora, è tutto. Roberto Beccantini Il tecnico azzurro rinuncia all'occasione per fare esperimenti: dentro solo Di Biagio Il citi: «In partenza non ci saranno Cois Moriero, non voglio fare la rivoluzione» TUTTI I NOMI, R UOLO PER RUOLO «Del Piero attraversa un periodo di forma straordinario e può darci moltissimo» «Mettere a soqquadro il centrocampo mi pare davvero esagerato E se poi perdiamo?» zurro occasione erimenti: Di Biagio (NE$TaJaRFO§ jSL~r* IPACi II ir A COSTACURTA {FERRARA-PAN UCCI) (PAGLIUCA-BUrTON) £ ANN AVARO NESTA-GAlANTE) •.^B^-". DI LIVIO ■ . (FUSER-MORIERO-PESSOTTOLOMBARDO-DI FRANCESCO) MALDINI (TORRICELLI-BENARR1VO) Il citi: «In panon ci sarannMoriero, non fare la rivoluDISAGGIO (COIS-MAINI) m DI MATTEO t Mt^ {A. CONTE) UF \ ALBERTINI (DÌ BIAGIO) RAVANELLI (GASIRAGMI-VlERMNZAGHt) DEL MERO (ZOLA-CHiESA-R. BAGGIO)