Addio Assia, fidanzata d'Italia di Gianni Rondolino

Addio Assia, fidanzata d'Italia La Noris era nata a San Pietroburgo nel 1912, domani le esequie nella chiesa russa Addio Assia, fidanzata d'Italia Morta a Sanremo la diva dei «telefoni bianchi» E • morta Assia Noris, la star del cinema italiano degù Anni Trenta, discreta e appassionata, ingenua e graziosa, un po' esotica nel volto e nella dizione, come esotico era il suo nome d'arte e la sua origine, avvolta in un mistero che la pubblicità riuscì a mantenere per molto tempo. Era nata a San Pietroburgo il 12 febbraio 1912 col nome di Anastasija Noris von Gercfel'd (Herzfeld, alla tedesca), figlia di un nobile ufficiale tedesco e di un'ucraina, ed era fuggita dalla Russia durante la Rivoluzione bolscevica per riparare, con la famiglia, in Francia e poi in Italia. Nel 1929 - come si può leggere su una rivista d'epo¬ ca - «la sua vita era turbata da un amore romantico con un italiano (Gaetano Assia), il quale la sposava. Ma il matrimonio non fu felice: i due giovani sposi si separarono dopo due anni». E dopo altri due anni fu Mario Camerini, che diventerà il suo secondo marito, a lanciarla nel mondo del cinema con «Giallo» (la sua quinta prova cinematografica dopo un esordio in minore) e soprattutto con i film seguenti, in cui la giovane attrice riuscì a creare un personaggio che si impose per il suo carattere al tempo stesso normale e inconsueto, banale e originale. Si disse allora che Assia Noris, elegante o dimessa secondo le occasioni, recasse con sé un alito di vita: che «le ragazzette innamorate e pudiche di "Darò un milione'' e del "Signor Max" sono indubbiamente tra le figure più vive espresse dal nostro cinematografo». Un'osservazione giusta, condivisibile ancor oggi, a sessantanni di distanza, perché quei due film diretti da Camerini nel 1935 e nel 1937, con uno smagliante e malizioso Vittorio De Sica, rimangono fra le opere più gustose e geniali del cinema italiano sotto il fascismo, alle quali va aggiunto «Grandi magazzini» (1939), ancora con De Sica, che forma con quelle una sorta di trilogia della piccola borghesia. Sempre con Camerini ella interpretò altri personaggi simili, in «Batticuore» (1938), in «Centomila dollari» (1940), ovvero diversi, drammaticamente più complessi, in «Una romantica avventura» (1940) e in «Una storia d'amore» (1942), con risultati più discutibili. Come discutibili furono le sue interpretazioni di «Dora Nelson» (1939) di Mario Soldati o di «Un colpo di pistola» (1942) di Renato Castellani, che pure dimostrarono, soprattutto quest'ultimo tratto da un racconto di Puskin, un talento drammatico non trascurabile, a tratti originale, inedito. Ma con la fine della guerra, anche il cinema italiano fu travolto. La stagione del neorealismo non ebbe più bisogno di attrici come Assia Noris, che abbandonò quasi subito lo schermo. La sua tarda apparizione come protagonista in un finn prodotto coi soldi del suo quarto marito, «La Celestina P. R». (1965) di Carlo Lizzani, non lasciò traccia. E' meglio ricordarla, in coppia con De Sica, nelle delicate commedie dirette da Mario Camerini. Gianni Rondolino SANREMO. E' morta Assia Noris. Nata a San Pietroburgo nel ' 12, l'attrice viveva a Sanremo da oltre trent'anni. Domani le esequie nella chiesa russa di corso Nuvoloni. Assia Noris