Moore, sesso estremo a ritmo di jazz

Moore, sesso estremo a ritmo di jazz Esce in Italia «Dentro», il romanzo che ha scandalizzato l'America. Parla l'autrice Moore, sesso estremo a ritmo di jazz «Volevo spingere il racconto oltre ogni limite e cambiare le regole del noir» I NEW YORK N Italia esce il suo romanzo numero quattro, un giallo erotico intitolato Dentro (In the cut), e lei ha appena finito la sceneggiatura che il prossimo anno lo trasformerà in un film diretto da Jane Campion e interpretato da Nicole Kidman (stesso pool di Ritratto di signora, da Henry James). «Non è stato (ufficile. Il libro era già abbastanza cinematografico. Si trattava solo di tradurre visivamente i pensieri di Franny, la protagonista», mi spiega Susanna Moore nel suo loft caldo e silenzioso fra Broadway e Lafayette, circondata da statue di legno rituali e primitive, lance, sgabelli, oggetti dalle forme misteriose, che arrivano dalle Hawaii, dove è nata nel 1946 e cresciuta fino a 17 anni, prima di trasferirsi qui a New York. Dai trent'anni in poi aveva snocciolato tutta la sua vita nei tre ro- manzi precedenti (My old Sweetheart, 1982, The Whitness of the bones, 1989, Sleeping Beauties, 1993) e proprio mentre era alle prese col suo ultimo libro hawaiano, cominciò a leggere un thriller al giorno. «Posso scriverne uno anch'io, mi sono detta», e così ha smesso di raccontare l'odore forte delle gardenie, le palme e le noci di cocco per accendere i riflettori della sua attenzione su locali per camionisti, poliziotti della squadra omicidi, biutalità di ogni genere. «Volevo vedere se ero capace di scrivere di sesso», dice, seduta sul suo divano nero, bella, il viso acqua e sapone, i lunghi capelli castani, le mani che si muovono sottili e sinuose per accompagnare il racconto. Ci è riuscita. Per centonovanta pagine Franny, la protagonista, un'insegnante di «linguaggio creativo» alla New York University, che sta a sua volta scrivendo un libro sullo slang newyorchese di strada, scivola nelle situazioni più violente e ^verosimili. Sesso, sangue, coltelli travolgono questa «ragazza per bene», che nello spazio di tre settimane ingrana l'acceleratore e va verso un inaspettato destino. Dal racconto della Moore, intessuto di riferimenti al greco, al jazz, a Hemingway e Virginia Woolf, vie¬ ne fuori una specie di personaggio sadomasochista, che ha il gusto per l'estremo e il terrore di venirne coinvolta. «Se potessi rimettere le mani al libro, scriverei un'altra mezza pagina, per correggere questa sensazione. No, Franny non è una vittima, è soltanto una che vuole essere padrona della sua vita e non venire schiacciata». Autobiografico? «Poco - mi risponde -. Lei è più coraggiosa di me, più forte, ottimista, solitaria». Del genere «nero», in cui si era tuffata di testa, non le piacevano gli stereotipi. Da Raymond Chandler in poi, secondo lei, le regole base sono tre: la donna è cattiva, perico- Iosa, bella e seducente, l'uomo deve essere cinico e distaccato moralmente, ma il suo rapporto con lei gli dà la redenzione. E, infine, tutto è esagerato, al punto che lui diventa quasi una caricatura. «Volevo cambiare un po' le regole e spingere il racconto più in là possibile... Così l'eroina è una intellettuale, seria, una buona amica, una donna libera, lo sfondo il quartiere downtown di New York, la parte più dura della città, il personaggio maschile principale fa il lavoro più tosto possibile, il piedipiatti addetto agli omicidi». Per raccontare tutto questo dall'interno la Moore ha scritto al New York Police Department per chiedere il permesso di lavorare con loro. Le hanno risposto che glielo concedevano solo per sei ore. «E, invece, li ho seguiti nelle loro incursioni per un anno e mezzo racconta -. Erano incuriositi dal fatto che una scrittrice guardasse il loro lavoro e glielo raccontasse poi in un libro. Si fidavano, anche perché non prendevo appunti, non facevo foto. Registravo solo con gli occhi e con la mente». «Coinvolgimenti personali, come nel romanzo?», le chiedo. «Certo, anche nelle nostre spedizioni c'erano momenti in cui si sentiva una tensione erotica. Ma la situazione era troppo complessa. Sarebbe stato peccato sciuparla con un "love affair". E poi andavo sempre in giro con almeno due di loro». Fiamma Arditi La scrittrice hawaiana Susanna Moore

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