« Portate Gabriele a casa» di Marco Accossato
« Portate Gabriele a casa» « Portate Gabriele a casa» Igenitori di Chiara, nata senza cervello IL CASO UNITI DA UN DRAMMA CTORINO ARI Sandra e Luca, siamo i genitori di Chiara, la bimba nata sette anni fa senza emisferi cerebrali come il vostro Gabriele. Vostro figlio non chiede altro che essere accompagnato e accudito con amore fino a quando Dio gli concederà questa breve vita...». Comincia così la toccante lettera che Giuseppe e Letizia Giudici hanno inviato ieri ai genitori del piccolo anencefalico ricoverato da 15 giorni nel reparto di rianimazione dell'ospedale Regina Margherita di Torino. Una pagina per raccontare un dramma che li accomuna, una ferita che si riapre, ma anche per dire tutta la speranza che questa coppia di Oggiono ha trovato nella fede: «Non sappiamo quanti giorni resteranno ancora a Gabriele - scrivono Letizia e Giuseppe Giudici -, ma vi auguriamo di poterlo portare a casa come noi abbiamo fatto con Chiara, vissuta fino ad 11 mesi». E quando non ci sarà più, quando la morte lo avrà portato con sé, «allora il vostro bambino sarà un angelo in cielo che vi aiuterà a sopportare il dolore e andare avanti». La vicenda di Oggiono, per i medici del Regina Margherita, è un caso clinico diverso da quello di Torino. «Chiara - spiegano all'Infantile è nata con la calotta cranica, mentre Gabriele no, quindi non può uscire dall'incubatrice». Ma la lettera spedita dai genitori di Chiara dice che non esiste differenza nella perdita di un figlio, in un lungo calvario di una vita non vita fino alla parola fine. Ed ora, dopo sette anni, Giuseppe e Letizia condividono la scelta di Sandra e Luca di avere presto altri figli: «Anche noi abbiamo messo al mondo un'altra bambina, sana, che ci ha aiutato a superare i momenti bui». A Torino, intanto, Gabriele cerca di resistere all'ombra della morte. Ma l'ombra, ieri, lo ha sfiorato: nel reparto di rianimazione dell'ospedale Regina Margherita ha avuto due crisi respiratorie. Il ritmo dei suoi polmoni è diventato affannoso e il tracciato verde sul monitor che scandisce il calvario ha messo in al¬ larme i medici. «Sta cedendo lentamente», sostengono. La storia di Gabriele, in occasione della ventesima «Giornata per la vita» che si celebra domenica, è stata scelta come emblema dal settimanale cattolico «Famiglia Cristiana» in edicola questa settimana. Sul caso, ieri in serata, è intervenuto anche il vescovo di Foggia, Giuseppe Casale: «C'è vita in ogni persona che ha possibilità di rapporto con gli altri, anche se in maniera diversa da quella che viene definita "normalità"», dice monsignor Casale. Aggiunge: «Si può forse affermare che la pienezza della vita umana sia data dalla perfezione fisica dell'organismo?». Per i cristiani, prosegue il vescovo di Foggia, non è così. «Gabriele è una "persona" a pieno titolo. Non può considerarsi solo un insieme di organi da espiantare, perché questo offenderebbe la sua dignità. La scienza deve fare tutto il possibile per assicurare a Gabriele l'esistenza, finché Dio lo vorrà». Marco Accossato Ogq Iorio, 27 gancio 1998 1 condivida un U,UO. > "0! Un passo della lettera che i genitori di Chiara, nata senza cervello, hanno scritto al papà e alla mamma di Gabriele
Persone citate: Giuseppe Casale, Giuseppe Giudici, Letizia Giudici
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