Quasi un sexygate a Parigi di Enrico Benedetto

Quasi un sexygate a Parigi L'accusa: donne e tangenti per il presidente della suprema Corte e ex ministro Quasi un sexygate a Parigi Inquisito Roland Dumas PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Non è un sexygate come quello di Bill Clinton, ma lo scandalo sentimental-politico-finanziario in cui da ieri annaspa Roland Dumas - con una tripla, clamorosa perquisizione - colpisce al cuore l'establishment francese. Il settantacinquenne ex ministro ps, che guidò la politica estera transalpina nelle ore più difficili, presiede oggi la Corte Costituzionale. Vederlo alle prese con una storia di fondi neri e liaisons dangereuses fa male. E', in ogni caso, una première per la République. Aggiungiamo che, non essendo più parlamentare, i flic potrebbero arrestare Dumas come un qualsiasi cittadino ordinario. E la voce si era sparsa, ieri. Un lungo interrogatorio, più 3 residenze - ufficio e casa, nonché la villa nel Bordolese messe a soqquadro da due giudici implacabili come Eva Joly e la sua collega Laurance Vichniesky inseguendo un dossier bancario con la prova delle bustarelle: sembrava davvero che l'amico di Francois Mitterrand dovesse finire in cella. Non è così. Libero, Dumas preferisce evitare dichiarazioni. Ma l'unico commento che filtra dalla Gauche parrebbe scaricarlo: «Nessuno è al disopra della legge» spiega il già portavoce ps Jean Glavany. Cherchez la femme. Ve ne sono già due nella storia: i magistrati. Ma quella decisiva è la terza. Christiane Deviers-Joncour. In carcere da novembre, deve spiegare alla magistratura ove ha attinto i 5 miliardi per comprarsi un alloggio da 320 mq nella Parigi bene. Altri 7, la polizia li insegue tra la capitale e Ginevra attraverso una girandola di ce. Da dove provengono? Sarebbero il prezzo di una - diciamo intermediazione per vendere 6 fregate a Taiwan nel 1991. Sulle prime, Roland Dumas vi si oppose con fermezza. In carica al Quai d'Orsay, temeva ritorsioni dalla Cina Popolare. E qui entra in scena Alfred Sirven. Vulcanico businessman, conosce bene Christiane e la sua intimità con Roland Dumas. Otterrà peraltro da Elf che la assuma quale pr. La compagnia petrolifera pubblica le versa astronomici salari fittizi in Svizzera. E poi arrivano i 45 milioni di franchi. Come spesso accade in circostanze analoghe, il denaro segue itinerari tortuosi. Ma che Roland Dumas apra un conto all'amica sembra incuriosire la Brigade Financière. La quale cercherebbe tracce eventuali della somma anche sul ce che l'uomo politico deteneva presso il Crédit Lyonnais. Christiane Daviers-Joncourt abbandonerà peraltro Elf nel 1993. Chi l'assume? Lo stesso Dumas, per - come scrive l'agenzia «France Presse» - «farsi assistere nella carriera». Ma con il '95 l'anziano avvocato lascia l'Assemblée Nationale per nomina presidenziale. Un Mitterrand al lumicino ne farà il ga- rante della Costituzione. Madame Christiane si consola con una piccola agenzia di comunicazioni. Rende bene: sforna lussuose brossure per il ministero ove Dumas regnò a lungo. La story è istruttiva. E potrebbe divenire piccante se i Francesi - a differenza degli Americani - non considerassero la privacy dei politici intangibile. I media evocano dunque senza alcun aggettivo chiarificatore 1'«amicizia» tra l'intraprendente signora e il suo patron. Con due divorzi alle spalle, una qualche disinvoltura economica (spese miliardarie mentre il figlio sopravviveva con il sussidio di disoccupazione), l'onnipresenza nella high society, la signora Christiane è un personaggio che alterna fascino e spregiudicatezza. Roland Dumas ne sarebbe la vittima? O, al contrario, il complice se non l'ispiratore? Risponderà la Giustizia. Ma sin d'ora la sua posizione è assai sconfortevole. Dimettersi significherebbe ammettere una colpa che forse gli investigatori non riusciranno mai a provare. E tuttavia conservare lo scranno in pieno battage scandalistico discredita un ruolo fondamentale per la Repubblica. Jacques Chirac sorride: nominare Dumas fu l'ultimo sgarbo di Mitterrand. Ma l'ex presidente, che aveva un debole per le donne, non prevedeva potessero rivelarsi fatali al suo pupillo. Enrico Benedetto Ma la stampa di qui difende compatta la privacy sessuale ^Jg j prOta§OnÌStÌ '~'ex m'n'stro e attua'e presidente della Cotte costituzionale Roland Dumas

Luoghi citati: Cina, Ginevra, Parigi, Svizzera, Taiwan