«Serve una task-force»

«Serve una task-force» «Serve una task-force» La proposta di Vigna Da Udine una colletta ROMA. La superprocura antimafia scende in campo contro i sequestri di persona. Lo ha annunciato ieri il procuratore nazionale antimafia, Piero Luigi Vigna: «Quello su cui io punto è che noi, come Stato, come istituzioni, dobbiamo .soprattutto fare una grossa opera di prevenzione». In pratica, la Dna ha già messo al lavmo un gruppo di studio dei suoi magistrati sul fenomeno dei rapimenti. Ma c'è di più. Il gruppo avrà caratteristiche operative. E Vigna chiede di mettere alle sue dipendenze un gruppo speciale interforze di investigatori. Faranno «intercettazioni preventive, mirate, quando ci sia il sospetto che in qualche zona del territorio ci possano essere attività prodromiche al sequestro» e incentiveranno la «cattura dei latitanti». Per il superprocuratore, però occorre anclie «stabilire un piano di misure di prevenzione patrimoniale, finalizzate a persone condannate o sospettate di aver fatto parte di bande di sequestratori». A questa «task torce» il procuratore vigna aiti da le Sue Speranze di debellale dellnltlvanicnte la piaga dei sequestri di persona. Prefigura un lavoro quasi d'intelligence, dedicate oiù alia oievenzione che alla repressione. Quanto al sequestro Soffiantini, Viglia si ma agli aspetti generali: «Ci sono degli interessi in conflitto, quello più generale della collettività e quello relativo al bene della vita che è indispensabile. La legge attuale prevede che il magistrato possa autorizzare il pagamento del riscatto. E' comunque mia legge flessibile». Ma queste sue parole non vogliono essere una sconfessione della Procura di Brescia, che peraltro ha mia buona intesa con la Supeiuiooiua E cosi Vigna dice: «La magistratura di Biescia ha lavorato al meglio». Né Vigna getta a mai e la legge sul blocco dei beni, che per primo ìsuirò. «Non è una legge criminogena. Criminogeni sono i soldi dati alle organizzazioni criminali». Anche i vescovi difendono la legge anti-sequestri. Ma avvertono: «Non essendo un assoluto, il magistrato in casi eccezionali è autorizzato a disporre il pagamento del riscatto». Spiega monsignor Ennio Antonelli, segretario della Conferenza episcopale: «Ciò che vale di più è la vita umana. Quindi si deve sempre fare il possibile per salvarla. La legge, da quando è stata introdotta, ha contribuito a far diminuire i sequestri di persona. A mio parere sarebbe paradossale se una legge, nell'insieme più che giustificata, fosse nel concreto applicata in modo talmente rigido da metere a repentaglio la salvezza delle persone finite nelle mani di sequestratori». Ma c'è anche chi lancia una raccolta di soldi per pagare il riscatto di Soffiantini. Una sottoscrizione popolare è stata lanciata dal movimento «Sos Italia». Ha detto il presidente Diego Volpe Pasini: «Nessun regalo, perché siamo certi che Soffiantini, una volta libero, rimborserà i sottoscrittori», [fra. gri.] Giancarlo Tarquini, procuratore capo a Brescia. Ha ricevuto pressanti richieste perché consenta il pagamento del riscatto

Persone citate: Diego Volpe Pasini, Ennio Antonelli, Giancarlo Tarquini, Piero Luigi Vigna, Soffiantini, Vigna

Luoghi citati: Brescia, Italia, Roma, Udine