Somatostatina, verdetto tra 10 giorni di R. Cri.

Somatostatina, verdetto tra 10 giorni Il Tar del Lazio: «Deve sciogliere il dilemma». Di Bella junior teste in pretura Somatostatina, verdetto tra 10 giorni «La Commissione del farmaco decida se sarà gratuita» ROMA. La cura Di Bella passa ora dai giudici del Tar di Roma agli esperti della Commissione unica del farmaco. La Cuf, infatti, dovrà decidere entro 10 giorni se la somatostatina potrà essere erogata gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale negli ospedali. Hanno aperto una porta alla terapia anticancro del fisiologo modenese i giudici del Tar del Lazio, accogliendo in parte il ricorso del Codacon ma, nello stesso tempo, hanno messo le mani avanti, facendo comprendere di non potersi sostituire agli esperti del Cuf. Gli esperti della Cuf dovranno riesaminare l'intera questione e valutare se si siano create le condizioni per consentire l'erogazione gratuita, fino al termine della sperimentazione in atto, voluta dal ministero della Sanità, della somatostatina in ospedale. I giudici del Tar osservano che la valutazione della Cuf, che ha ritenuto non accettabile l'inclusione della somatostatina nell'elenco nel quale i farmaci de¬ vono essere compresi per una indicazione diversa da quella autorizzata (perché mancava l'evidenza di efficacia nel trattamento di tumori diversi da quelli previsti dall'autorizzazione del farmaco), non è compatibile con le disposizioni in materia. Il senso della norma, infatti, è quello di «ammettere l'erogabilità dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale qualora sussista una concreta possibilità della efficacia stessa». Un'eventualità, puntualizza il Tar, avvalorata dal recente avvio della sperimentazione clinica. Il Codacons è soddisfatto. «Il senso dell'ordinanza del Tar è molto chiaro - ha commentato l'avvocato Carlo Rienzi -: il Tribunale chiede alla Cuf di inserire la somatostatina tra i farmaci erogabili gratuitamente in ospedale e di renderla utilizzabile per qualsiasi tipo di tumore. E' quello che chiedevamo con il nostro ricoiso, perché, se la Cuf prenderà la decisione che la saggezza del Tar gli ha indicato, saranno eliminate le disparità, le emigrazioni verso Puglia e Lombardia, le speculazioni di medici senza scrupoli e avremo ottenuto condizioni di omogeneità in tutto il territorio nazionale. Con questa saggia sentenza, insomma, si sono raggiunti molti utili risultati. Per esempio: farla finita con malati di serie A che potevano permettersi la cura e malati di serie B che non potevano farlo». E ieri il figlio del medico modenese, Giuseppe, e l'oncologa di fiducia del professore, Elisabetta Angelini, hanno esposto in un'aula della pretura di Maglie le loro convinzioni sull'efficacia del metodo. In oltre 20 anni il medico modenese ha trattato - hanno detto - oltre 10 mila casi, molti dei quali «persi di vista». Poche sono, comunque, le statistiche che è stato possibile elaborare perché - ha detto Di Bella - il padre «non aveva a disposizione ospedali». Sia il figlio che Elisabetta Angelini hanno sostenuto la necessità che il protocollo venga personalizzato a seconda dell'età del paziente, Giuseppe Di Bella delle sue condizioni generali, della patologia. L'oncologa ha però ammesso di aver prescritto talvolta la terapia anche solo sulla base di cartelle cliniche presentate da parenti dei malati. I quattro farmaci usati (somatostatina, melatonina, bromocriptina e complesso polivitaminico) devono essere sonuninistrati congiuntamente - hanno precisato i due medici - «per bloccare ermeticamente, quasi in un'assedio a 360 gradi, le cellule neoplastiche». [r. cri.]

Persone citate: Carlo Rienzi, Di Bella, Elisabetta Angelini, Giuseppe Di Bella

Luoghi citati: Lazio, Lombardia, Puglia, Roma