«Agli stranieri dico Puntate sull'Albania» di Vincenzo Tessandori

«Agli stranieri dico Puntate sull'Albania» «Un fondo per garantire gli investimenti» «Agli stranieri dico Puntate sull'Albania» IL PRESIDENTE MEBDANB TIRANA DAL NOSTRO INVIATO «Si scorgono segnali positivi, oggi, in Albania. Molti sono interessati a venire qui. Oltre ai rappresentanti di imprese italiane, ultimamente ho incontrato potenti gruppi inglesi e tedeschi. Gli ultimi sono stati quelli di un grande consorzio che come partner ha la tedesca Siemens: a loro interessa una collaborazione ampia, con la nostra azienda elettrica, per esempio, con il ministero della Sanità, con quelli dei Trasporti e delle Telecomunicazioni. Insomma, hanno progetti in svariati campi. E tutto questo dimostra una cosa sola: che non si deve perdere tempo». Più chiaro di così il professor Rexhep Meidani non avrebbe potuto essere: sembra dire che se a qualcuno interessa investire in questo Paese, si faccia avanti. Perché, qui, gli ultimi non saranno mai i primi. Docente di fisica all'università di Tirana, 53 anni, due figli, impenitente fumatore, socialista, da quando l'impetuoso shirdka, il vento del Sud, investì la capitale e spazzò via i democratici di Sali Berisha, è presidente della Repubblica. Dopo sei mesi di governo socialista, qual è la situazione? «Questa: alcuni obiettivi sono stati centrati. Direi l'ordine pubblico, per esempio, la ricostruzione delle istituzioni, il miglioramento di certe leggi. Siamo all'inizio di un processo destinato ad andare avanti. E poi, c'è il varo della nuova Costituzione che sarà determinante soprattutto per segnare in modo netto la divisione dei poteri e l'indipendenza della magistratura». Nodo dolente, questo: come funzionano i giudici? «Non siamo ancora riusciti a creare un sistema giudiziario funzionante. Molte sentenze sono sbagliate, la corruzione dilaga. E qui c'è il paradosso, perché ci battiamo per l'indipendenza di questo sistema». Perché l'opposizione mette i bastoni fra le ruote per il varo della Costituzione? «Eccone un altro, di paradossi. Non ha alcuna logica che, da una parte, l'opposizione si dica d'accordo sul testo integrale e dall'altra porti pretesti per rallentarne l'iter. Ma non è questo il rischio più grave». E, allora, qual è? «L'insieme dei problemi sociali del Paese, accumulati durante il comunismo ma aggravati e approfonditi negli ultimi anni e, specialmente, nel periodo della crisi. I morti e i feriti degli ultimi giorni dimostrano quanto seria sia la lotta che facciamo contro il contrabbando e il crimine organizzato che, in modo diretto o indiretto, viene incoraggiato dalle tensioni politiche. E poi, il nodo del Kosovo: ci troviamo davanti a una situazione di conflitto potenziale che fa paura e chiedo un intervento urgente della comunità internazionale». In campagna elettorale i socialisti promisero alla gente il denaro bruciato nelle finanziarie. A quando la restituzione? «Col rispetto della legge, verrà fatto anche il rimborso, secondo le nostre possibilità. Certo, è da escludere un rimborso oltre quei limiti». Dopo la sommossa del '97 alcu¬ ni imprenditori italiani se ne sono andati, altri mostrano dubbi se ricominciare la propria attività. Che garanzie può dare lo Stato contro i rischi? ((Abbiamo costituito un fondo di garanzia per gli investimenti, solo per quelli stranieri: lo consideriamo un passo positivo per cancellare la paura di ipotetiche perdite. Perché è chiaro che uno investe per guadagnarci e non per perderci, anche se ogni operazione è di per sé rischiosa. Ma quei rischi collegati alla situazione dello Stato o a quella politica devono essere eliminati». Dopo cinquantanni di cultura statale, si apre l'università cattolica. Che cosa ne pensa? «Che è un grande passo in avanti per l'Albania. C'è necessità di una scuola privata. Quando eravamo nel sistema centralizzato, esisteva la corsa per accedere all'università, perché questa era una garanzia per il futuro. Ora, la concorrenza offrirà vantaggi anche all'università cattolica. Insomma, nasceranno nuovi stimoli per tutti». Il difetto maggiore dei democratici e quello dei socialisti, in due parole?... (Altro che due, ce ne vorrebbero. Eppoi, no, non vorrei parlarne, perché, per esempio a livello locale, esiste una fruttuosa collaborazione fra i partiti. Semmai, i difetti esistono a livello centrale». Allude all'ex presidente Berisha e ai suoi fedeli? «Bah!, malauguratamente anche loro sono albanesi...». Vincenzo Tessandori «I morti di Scutari? E' la dimostrazione che contro il crimine facciamo sul serio» Rexhep Meidani, 53 anni, socialista docente di Fisica all'Università di Tirana, è presidente dell'Albania

Persone citate: Berisha, Rexhep Meidani, Sali Berisha

Luoghi citati: Albania, Kosovo, Scutari, Tirana