Washington: su Cuba il Papa sbaglia di Franco Pantarelli

Washington: su Cuba il Papa sbaglia Prodi accoglie Giovanni Paolo II a Ciampino: «All'Avana cambia tutto» Washington: su Cuba il Papa sbaglia «Abbiamo un grande rispetto per lui ma non possiamo revocare l'embargo» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Il Papa avrà toccato il cuore di Fidel Castro, ma non (ancora) quello di Bill Clinton e dei suoi più stretti collaboratori. Il viaggio a Cuba, coronato da indubbio successo, e l'appello a rivedere l'embargo nei confronti dell'ultima isola rossa, non hanno smosso - com'era prevedibile - i pregiudizi americani nei confronti del lider màxime Anzi, l'amministrazione Clinton ha sentito il bisogno di rinnovarli esplicitamente, sia pure in una forma molto rispettosa dell'«autonomia politica» di Giovanni Paolo II. Con un comunicato della Casa Bianca, ieri il governo degli Stati Uniti ha espresso il suo «rispettoso dissenso» dalla posizione del Papa sull'embargo americano contro Cuba. Tra un'esternazione e l'altra sul caso Monica Lewinsky, il portavoce del Presidente Mike McCurry ha ribadito la posizione della Casa Bianca secondo cui la povertà e la sofferenza del popolo cubano dipende dal sistema comunista e non dall'embargo Usa. «Comprendiamo e rispettiamo la posizione del Papa - ha detto il portavoce - ma l'embargo è una questione di legge, una legge che gode di un ampio e forte appoggio da parte della popolazione e di entrambi i partiti politici». «L'embargo riflette il consenso dei governi democratici e repubblicani degli ultimi quarant'anni anni», ha aggiunto McCurry. «Il Presidente vorrebbe vedere un cambiamento pacifico a Cuba», ha concluso 0 portavoce, precisando che mira ad «una liberalizzazione economica e politica» sul modello di quella avvenuta in altri Paesi ex comunisti, in cui Giovanni Paolo II ha certamente avuto un ruolo. Alla domanda di un giornalista, McCurry ha risposto di non essere al corrente di un'intenzione da parte di Clinton di scrivere o telefonare al Papa per un'analisi della visita. «Noi abbiamo una diplomazia molto attiva con il Vaticano», ha ricordato McCurry. Dall'America Latina vengono commenti di ben altro tenore alla visita del Pontefice. Secondo il leader sandinista Daniel Ortega, ex capo del governo comunista del Nicaragua, la visita del Papa a Cuba e l'avvio di un dialogo tra Fidel Castro e la Chiesa cattolica rafforzerà il socialismo. E' esclusa invece, sostiene Ortega, una svolta neoliberista dell'Avana anche perché il Pontefice nell'isola «ha chiaramente condannato» il capitalismo. Il Papa è rientrato ieri in Italia e ha trovato ad attenderlo all'aeroporto di Ciampino Romano Prodi. «E' la fine di un'epoca per Cuba», ha commentato il presidente del Consiglio in un'intervista trasmessa dalla Radio Vaticana. Per Prodi, la fine «c'era già stata dal punto di vista della politica generale», ma Cuba «restava come un simbolo del passato e di distacco». Il viaggio del Pontefice, secondo il presidente del Consiglio, ha portato alla conclusione del processo «con un grandissimo ecpiilibrio umano, anche se con una forza politica notevole». Oscar Luigi Scalfaro ha inviato al Papa un messaggio di bentornato. Franco Pantarelli Per la Casa Bianca «la crisi economica è colpa di Castro e non delle nostre sanzioni» A Ciampino il Papa ha trovato ad attenderlo Romano Prodi. Nella foto piccola il portavoce di Clinton Mike McCurry