Biagi: è la lotta di sempre I partiti vogliono la tv di Guido Tiberga

Biagi: è la lotta di sempre I partiti vogliono la tv Biagi: è la lotta di sempre I partiti vogliono la tv IL CONDUTTORE DEL «FATTO» E NZO Biagi, al telefono, gioca a fare il misterioso: «Io, quando parlo con il presidente della Camera preferisco ascoltare...». Eppure il conduttore del Fatto, in Rai dal '61, qualcosa a Luciano Violante che indagava sul pasticcio della Rai deve avergliela raccontata. «Mi ha invitato a colazione e ci sono andato volentieri racconta -. Ovvio che non volesse soltanto parlare del più e del meno: mi ha chiesto della tv, e io gli ho detto che la tv è lo specchio del Paese. Uno specchio deformato da quelli che ci sono dentro, che a volte dà degli effetti curiosi...». Violante ha detto che le polemiche sono strumentali, fatte apposta per buttar giù il valore della Rai in vista della privatizzazione. Ne ha parlato anche con lei? «Queste sono interpretazioni che io non sono in grado di valutare. A me pare che le polemiche sulla Rai ci siano sempre state. E' uno sport nazionale, tutti hanno la loro idea, tutti sparano il loro giudizio. Un po' come quelli che vanno al cinema, magari hanno visto un capolavoro, e loro uscendo dicono "ca- rino". La tv è come la nazionale di calcio, tutti pensano di saperla fare meglio di chi la fa». Le polemiche più dure, però, non vengono dal pubblico, ma dai politici. Laici contro Cattolici: anche loro sono come gli spettatori al cinema? «No, i politici vorrebbero avere tutti la "loro" tv. Per adesso tutti hanno i loro uomini. Se in Rai ognuno si mettesse una maglia con il colore del suo partito, sembrerebbe di essere al Giro d'Italia». Polo e ulivo sono d'accordo su una sola cosa: Fiorenza Mur- sia e Federica Olivares devono dimettersi come gli altri Perché non lo fanno? «Evidentemente sono affezionate ai locali...». E Siciliano? Lui non ce l'aveva questa «affezione» per gli uffici di viale Mazzini? «Il professor Siciliano ha detto che il 70 per cento di quello che faceva la Rai non gli piaceva. Mi chiedo perché, se proprio tutto gli faceva schifo, non si è impegnato per migliorare qualcosa. Certo, ha messo U Macbeth in prima serata su Raiuno, e si è ritrovato con un mi¬ lione di spettatori». Un errore, secondo lei? «Siciliano ha detto di aver fatto un programma di cultura, ma ha distrutto l'ascolto della rete principale. Era meno di cultura metterlo su Raitre, il Macbeth? E poi che cos'è la cultura? Pure Miss Italia può essere cultura, se il commento lo fa Woody Alien. La verità è che la tv deve fare la tv». Sta dicendo che Siciliano non conosceva il «mezzo»? «Io non so se lo conoscesse o meno. So che forse la presidenza non era il posto migliore per imparare a conoscerlo meglio». Costanzo dice che bisogna rivedere il concetto di «servizio pubblico». Ha ragione? «Vede, la Rai non può essere guardata per legge, né accettata per decreto. E' guardata e accettata per quello che fa. Ma se cala la pubblicità, se diminuiscono le persone in ordine con il canone, allora non può più essere un servizio». Quindi, secondo lei, dipende tutto dagli ascolti? «E' il mercato. Non dico che la concorrenza abbia migliorato la Rai, ma certo l'ha costretta a certi adattamenti...». Mediaset, nelle ultime settimane, ha superato la Rai sul terreno deU'informazione. Non è un po' strano, per un servizio pubblico? «Si riferisce al Tg5 che ha superato il Tgl? Ma quelle sono cose che possono succedere a tutti i giornali. Se poi pensano che Mentana sia più bravo di Sorgi, allora che prendano Mentana. Lo hanno fatto con i comici, possono farlo anche con i giornalisti...». Ma non c'è solo la guerra Tgl TgS. Prenda il caso Di Bella, con la Bindi a Domenica In? «Io, con tutto il rispetto, preferisco ancora le Kessler...». Scherzi a parte, è stato un errore anche quello? «Può darsi che per raggiungere un pubblico più ampio vadano bene anche queste confusioni di ruolo. In fondo, durante la guerra, per spiegare alla gente che cos'era il Ddt gli americani hanno usato un cartone animato di Walt Disney. Forse possono andar bene anche Frizzi, lazzi e ghiribizzi...». Guido Tiberga «Siciliano? La presidenza non è il posto migliore per iniziare a conoscere la televisione...» Enzo Biagi: alla Rai ha diretto il Tgl

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