Nani da giardino, la rivincita degli eroi kitsch di Enrico Benedetto

Nani da giardino, la rivincita degli eroi kitsch Mode, rapimenti, successi commerciali: esce la prima monografia dedicata alle celebri e bistrattate statuette ornamentali Nani da giardino, la rivincita degli eroi kitsch Dai castelli di Ludwig alla disgrazia negli anni di Hitler PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ora che U si trova su Internet «Cyber-gnome Web»: provare per credere - i nanetti diserteranno forse i nostri giardini? Marmò. In Germania U ospita una villa su due. E i 200 modelli che la August Heissner - da 125 anni al servizio dei nanomani - produce, esportandoli ovunque nel mondo, lasciano indovinare un avvenire loro propizio. Chi li trova inguaribilmente kitsch potrà rassegnarsi e farsene una ragione leggendo la prima opera monografica in materia. S'intitola Les nains de Jardin/Nous voici, nous voilà («Solar» editore, 145 franchi) ed è scritta in prima persona. La parola ai nanetti, insomma, che raccontano la loro epopea. Walt Disney non si offenda: Biancaneve e i 7 nani arrivò con cinque secoli di ritardo sul fenomeno. Il film contribuì a trasformare gli Usa nella «nuova frontiera» per l'export germanico, ma l'archetipo era ben anteriore. E nobilissimo. Il nanetto, giurano gli storici, esordisce nella Firenze rinascimentale. Villa Boboli può vantarne una splendida collezione. Mammolo contemporaneo di Lorenzo il Magnifico? Andiamoci piano. Non sono ancora i Magnifici Sette dell'«Eh! oh! andiamo a lavorar» disneyano, con felpa e piccone, bensì nani antropomorfi, seriosi e austeri. Li ritroveremo qualche tempo più tardi in Baviera. Fregiano il Castello di Wilkersheim. Li si direbbe minigentiluomini. Cappello, gorgiera, capigliatura fluente. Sono in pietra grezza, il che li rende poco stucchevoli. Ma prolifici, si direbbe. Colonizzeranno presto la Germania bismarckiana. Colorandosi per strada. August Heissner fonda una manifattura di nanetti a Gràfenroda, in Turingia, nel 1872. Il materiale all'epoca più diffuso - la ceramica favoriva la smaltatura. Colori vividi e interscambiabili salvo per il berretto (rosso) e la barba grigio-bianca. Il saccesso fu tale che iniziò a esportare verso la Gran Bretagna. E da lì gli «zwerg» inondarono gU Usa. Come stupirsi, tuttavia, se ai pacifici nani fu fatale l'hitlerismo? Tra bombe e conversioni industriab che servissero meglio di Pisolo lo sforzo bellico, gli anni '39-'44 registrano una pausa. Ma già nel '45 la ditta rinasce a Lauterbach, in Assia. Il Paese era a pezzi, sovietici e americani se lo spartivano con gli anglo-francesi a fare da comparsa... e nel disastro generale chi risorge? Brontolo, con i suoi piccoli amici. E' l'ultimo, miracoloso exploit dei nanetti. Che devono ancora spiegarci, comunque, il magico «Grande Balzo» fra preistoria italiana e le successive fortune nelle terre alemanne. Può darsi non vi sia in realtà nesso alcuno. La cultura grecolatina trovava nel Dio Vulcano ispirazione per geni sotterranei, deformi e usi al lavoro manuale. E le infelici esperienze di Efesto con la moglie Venere trasformarono in misogini i futuri nani, offrendo loro un universo maschile al cento per cento. Ma la tradizione mediterranea s'incrocia con quella scandinava. I compagni norreni di Biancaneve si chia¬ mano Ivaldi, Brokk, Siindri... e l'Edda islandese affiderà loro la forgia del martello per Thor. Attraverso i Nibelunghi, Wagner familiarizzerà i salotti borghesi europei con l'ancestrale mitologia nordica. E anche se l'mdimenticabile «Mime» della Tetralogia non ricorda troppo Eolo &• C., è indubbio che la straordinaria fama del compositore favorì la corsa al nano decorativo. Più facile da esibire sul green domestico che una Walchiria, l'Olandese Volante o Sieglinde. Ma il nostro panegirico editoriale va oltre. I nanetti sarebbero, per così dire, la quintessenza del romanticismo. Piccoìi e saggi, richiedono un animo fanciullesco - nel senso evangelico - per seguirli nella grande avventura cui la loro minuscola taglia e i magici poteri sembrano indirizzare l'uomo contemporaneo: riscoprire le sue origini. Altro che rapirli per ridonare loro la libertà nei boschi come fecero tempo fa alcuni buontemponi francesi: devono essere loro a liberarci. Enrico Benedetto ( i nanetti da giardino vengono ora celebrati da una monografìa e un sito su Internet

Persone citate: August Heissner, Hitler, Ivaldi, Jardin, Walt Disney

Luoghi citati: Assia, Baviera, Firenze, Germania, Gran Bretagna, Parigi, Usa