Imi, San Paolo, Bnl e Banco Napoli al gran valzer delle fusioni di Valeria Sacchi

Imi, San Paolo, Bnl e Banco Napoli al gran valzer delle fusioni I NOMI E GLI AFFARI Imi, San Paolo, Bnl e Banco Napoli al gran valzer delle fusioni Con un occhio alla fine del suo mandato che scade nel giugno del Duemila, il presidente Gian Maria Gros-Pietro comincia a rimettere ordine in casa Iri. Le direzioni ridotte a quattro restano sotto il direttore generale Pietro Ciucci, a Maurizio Prato verranno affidati incarichi particolari nelle privatizzazioni, i trecento dipendenti saranno via via smistati in altre controllate. A fine secolo, infatti, Uri scriverà la parola «fine» sotto la sua gloriosa-ingloriosa carriera. Se qualcosa da sistemare resterà, la si potrà sempre passare al Tesoro. Non a caso anche il presidente Agostino Paci annuncia la chiusura di Intersind, la Confindustria delle imprese a partecipazione statale. Le quali, se lo desiderano, potranno tra¬ Gian Maria Gros Pietro Agostino Paci (Intarsine!) sferire i loro stendardi sotto le ah di Giorgio Fossa. Lo Stato smantella, e si ingrossano le file degli expotenti che non trovano dove andare. I tempi sono difficili, nemmeno l'ex ministro dell'Industria Alberto Ciò è riuscito a vincere un biglietto d'ingresso per il consiglio dell'Eni, dove invece sono arrivati Umberto Colombo, ex presidente dell'Enea, il torinese Giulio Sapelli e Mario Cattaneo che rappresenta i fondi di investimento. Si capisce dunque perché le due consigliere Rai rimaste, Fiorenza Mursia e Federica Olivares, si aggrappino alle loro scrivanie: dopo il proscenio, il buio dell'anonimato fa paura. Visto come vanno i tempi, due ex potenti, l'ex padrone dell'acciaio di Stato Giovanni Gambardella e l'uomo che sognava di fare di Finmeccanica una nuova Iri, Fabiano Fabiani, hanno saggiamente preferito dirottarsi nelle province dell'impero, a Trieste con il sindaco Riccardo Illy il primo, a Napoli con Antonio Bassolino il secondo. Su quale piazza vedremo spuntare l'ex signore delle telecomunicazioni Ernesto Pascale? Mentre il direttore generale del Tesoro Mario Draghi corre su e giù per l'Italia a spiegare la riforma della corporate finance, il suo capo, Carlo Azeglio Ciampi, sembra disposto a prestare orecchio alle richieste del presidente dell'Ina Sergio Siglienti, che vuole anteporre la privatizzazione della Bnl (con i conti in ordine perfetto) alla fusione con il Banco di Napoli. Spalleggiato, in questo, dal com- Giorgio missario Cee Fossa Fiorenza Mursia alla concorrenza Karel van Miert, il quale farebbe fuoco e fiamme se, anche solo per un breve istante, si rischiasse una «ripubblicizzazione» di Banconapoli. Il presidente di Corait, Luigi Fausti, ammette la possibilità di «aggregazioni». Con chi? Non si sa, ma una cosa è ormai certa: la Comit non uscirà dall'orbita delle Generali di Antoine Bernheim, anzi ci entrerà sempre di più. Forse d'intesa con l'altro suo partner forte, la Lazard di Michel David-Weil. A giorni si alzerà il velo sulla nascita del nuovo grande polo bancario Imi-San Paolo di Torino. Un'intesa patrocinata dal presidente dell'Imi, Luigi Arcuti, e dal presidente della Fondazione San Paolo Gianni Merlini, alla quale la Caripio guidata da Giuseppe Guzzetti dovrebbe, in linea di massima, dare il suo assenso. Problematica la posizione del presidente del San Paolo Gianni Zandano che, se la fusione andrà in porto, vedrà assediata la sua poltrona. Sulla quale potrebbe arrivare, tanto per citare un esempio, il direttore generale dell'Imi Rainer Masera. Mentre le grandi banche di casa nostra fanno, aggregandosi, il primo passo verso dimensioni più internazionali, i grandi istituti esteri sono già alle fasi successive. In Francia la Société Generale di Marc Viénot approfitta della crisi del Sol Levante e si compra dal fallimento la Yamaichi international capital market, quinta società giapponese del settore. Ce la faranno i coreani della Daewoo a comperarsi l'Ansaldo? A II sindaco Genova si Riccardo llry Antonio Bassolino scommette ma la battaglia tra i gruppi in gara è aperta. Intanto, a Milano, la società che gestisce gli aeroporti cittadini (spesso in modo discutibile), vale a dire la Sea presieduta da Giuseppe Bonomi, vince la gara per la privatizzazione degli aeroporti argentini. Se ne rallegra Gabriele Albertini, suo azionista di riferimento in quanto sindaco di Milano, che spera così di portare a casa più soldi da una futura quotazione in Borsa. Non riesce a stare tranquillo l'amministratore delegato di Tim, Vito Gamberale, e attacca addirittura il commissario van Miert. Bi- sogna capirlo: il tam tam romano lo dà ia potè position per un nuovo incarico, forse alla guida delle Ferrovie dello Stato se Giancarlo Cimoli dovesse incontrare nuove difficoltà. Se Cimoli lascia, l'identikit del successore è già tracciato: dovrà essere «uomo di polso» e di «azione». E Gamberale non lascia passare occasione per dimostrare di possedere i muscoli. Battesimo con la comunità finanziaria italiana e straniera per Maurizio Costa, succeduto un anno fa a Paolo Forlin alla guida della Mondadori. Forte di un '97 in salita e di un dividendo straordinario, incontrerà venerdì a Milano i gestori italiani presso la Albertini Sim. Poi affronterà un road-show internazionale per presentare, a Edimburgo e Londra prima, a Boston e New York poi, i piani di sviluppo e di investimento del gruppo editoriale di Segrete. Valeria Sacchi i Maurizio Costa I Gian Maria Gros Pietro Agostino Paci (Intarsine!) Fiorenza Mursia 1