Flick nel mirino di Quercia e popolari

Flick nel mirino di Quercia e popolari Oggi alla Camera il via al dibattito della Bicamerale, l'apertura di D'Alema in diretta tv Flick nel mirino di Quercia e popolari «Un ministro non può stare a guardare» ROMA DALLA REDAZIONE Divisi su riforme, su Rai e su giustizia, pds e popolari sono, invece, perfettamente d'accordo nel bacchettare Giovanni Maria Fhck. Il ministro della Giustizia sabato, parlando a Napoli ad un convegno di magistrati, aveva accusato gli alleati di governo di non avere le idee chiare sulle riforme da realizzare, bloccando così l'azione del governo. Ieri gh hanno risposto con toni egualmente duri gh alleati chiamati in causa, ribattendo che il ministro non può starsene nel suo ufficio ad aspettare che gh arrivino le riforme già confezionate. «Sulla questione della giustizia si è aperto tra i partners della maggioranza un ostacolo abbastanza alto - è la rephca del pds arrivata per bocca del capogruppo alla Camera, Fabio Mussi -. Ha ragione Fhck a notarlo e a indicarlo col dito. Ma, un ministro di un governo, che questa maggioranza così fortemente sostiene, non può hmitarsi a dire "saltate l'ostacolo e poi mi date un colpo di telefono"». «Credo che il ministro - ha proseguito Mussi - debba sentirsi pienamente impegnato a elaborare, insieme alla sua maggioranza, una pohtica della giustizia che possa sciogliere anche i nodi irrisolti». E poi la secca stoccata personale al «tecnico» Flick (è un avvocato): «Un governo pohtico e non tecnico, condivide il destino della sua maggioranza e quindi ha una responsabilità diretta. Nessun ministro può sentirsi spettatore. Fhck vede il problema, ma vorrei che fosse impegnato anche a risolverlo». Postilla finale per i popolari. Loro chiedono un vertice di maggioranza sulla giustizia per imporre al pds un chiarimento? Ed ecco che il pds ribatte chiedendo «una riflessione» con i popolari su quella loro proposta di declassare il reato eh illecito finanziamento ai partiti. Critico con Flick anche il responsabile per la giustizia del partito popolare, Giuseppe Gargani: «Il governo non è un'oasi dove ripararsi dai conflitti politici, ma il luogo dove questi trovano soluzione. Se Fhck ritiene di fare i conti con i programmi delle singole forse politiche, si sbaglia. Dato che è assolutamente normale che partiti diversi abbiano programmi distinti. In un governo di coalizione come il nostro - prosegue la "lezione" di Gargani - Fhck dovrebbe avere un programma, che è quello su cui ha avuto la fiducia, e lavorare per quello». Il ministro della Giustizia ha accusato il doppio colpo ed ha risposto, conciliante, a pds e ppi che lui non è «né uno spettatore, né solo un tecnico, ma un ministro della Giustizia pronto al confronto per integrare un programma politico sui temi della giustizia, che già c'è e che si sta cercando di attuare». «Gh onorevoh Mussi e Gargani hanno ragione, ma le mie osservazioni non sono state né da spettatore, né da tecnico. Quando potranno leggere il testo integrale del mio intervento di Napoh, che trasmetterò loro volentieri, constateranno che le mie considerazioni sono politiche e che come ministro della Giustizia sono pronto ad ogni confronto per definire ed inte¬ grare il programma pohtico che c'è già e che sono impegnato ad attuare». Parole per disinnescare la trappola nella quale il ministro stava rischiando di infilarsi da solo. Dicendo di non riuscire a realizzare il programma di governo ammetteva, di fatto, una propria incapacità politica che avrebbe potuto indurre qualcuno ad invitarlo a dimettersi. Il confronto duro tra popolari e pds su Rai e giustizia preoccupa Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione comunista, perché «serve ad indebolire l'immagine del centro-sinistra». Mentre il pidiessino Claudio Petruccioli rileva che divergenze sul come affrontare il problema della giustizia ci sono anche all'interno del suo partito dove «non si discute abbastanza». E l'opposizione approfitta della tensione nella maggioranza per tentar di mettersi in mezzo e, magari, trovare una sponda con i popolari. Che è quel che fa Giuseppe Pisanu, capo dei deputati di Forza Italia, invitando la maggioranza a discutere in¬ sieme anche «dell'attività legislativa ordinaria». Delle riforme, invece, si comincia a discutere da oggi alla Camera tra vaticini di sventura (la relazione di Massimo D'Alema, presidente della Bicamerale, in diretta televisiva). «Ora il fallimento è più di una ipotesi» sostiene Marco Taradash, di Forza Italia, visto che «l'accordo bipolare è saltato» sostituito da «alleanze trasversali». «Ultrapessimista» anche l'ex presidente della Repubblica Giovanni Leone. :■.■:■•■■-■>• ■• - ' ' tSt LE PROPOSTE DELLA BICAMERALE / t»«..N FEDERALISMO Le funzioni pubbliche sono attribuite a Comuni, Province, Regioni e Stato. Una serie di competenze (politica estera, difesa, moneta, ordine pubblico, ecc.) sono attribuite allo Stato; tutte le altre non comprese nell'elenco fissato nella Costituzione vengono affidate alle Regioni. Comuni, Province e Regioni hanno autonomia finanziaria. 1 FORMA DI GOVERNO I II capo dello Stato, viene eletto a suffragio | universale diretto dai cittadini e rimane | in carica 6 anni. Nomina il primo ministro | tenendo conto dei risultati delle elezioni li della Camera. LEGGE ELETTORALE || E' possibile un sistema elettorale a doppio fi turno di coalizione con premio di ™ maggioranza. Una quota proporzionale dovrebbe essere riservata a chi non va al ballottaggio. 1 PARLAMENTO li E' composto da Camera e Senato. La legislatura dura cinque anni, li I senatori saranno 200; i deputati i| tra i 400 e i 500. Il Senato è eletto I su base regionale. Viene introdotto 1 un «bicameralismo imperfetto». Solo alcune materie dovranno essere ' obbligatoriamente esaminate dalla il Camera e dal Senato. GIUSTIZIA E' introdotta una distinzione | di funzioni, ma non di carriere tra giudici e pm. Il reclutamento avviene attraverso un concorso || unico; poi è previsto un tirocinio "" comune di 3 anni, dopo il quale si verrà destinati alla magistratura giudicante o a quella inquirente. Il Csm viene diviso in 2 sezioni, una per i giudici, l'altra per i pm. Il presidente della Bicamerale Massimo D'Alema :■.■:■•■■-■>• ■• - ' ' tSt / IL CAPOGRUPPO

Luoghi citati: Napoli, Roma